Intervista ad Adriano Zuccalà, ex sindaco di Pomezia ed attuale capogruppo in Regione per il M5S
“Siamo tornati indietro di 20 anni”
Intervista ad Adriano Zuccalà già sindaco di Pomezia, è l’attuale capogruppo del Movimento Cinque Stelle nel consiglio regionale del Lazio.
- È evidente che il Comune di Pomezia non è in grado di risolvere da solo il problema dell’erosione costiera che, dopo gli ulteriori danni delle ultime mareggiate, è diventata una grande emergenza. Zuccalà lei che è vice presidente della commissione che comprende anche l’erosione costiera, mi può illustrare cosa intende fare la Regione Lazio per risolvere questa emergenza?
“Nessun comune può risolvere il problema dell’erosione costiera da solo, e le regioni possono intervenire sì in maniera più sistemica rispetto al singolo ente, ma servirebbe comunque un piano nazionale coerente e ben strutturato. A Pomezia, nella scorsa legislatura, avevamo ottenuto un importante finanziamento per mettere in pratica un progetto di ingegneria ambientale chiamato “Habemus Dune”, che sta vedendo la sua realizzazione proprio in queste settimane. La voce che ho portato in regione nelle diverse commissioni tenute sul temaparte proprio da questa esperienza: ho sollecitato un intervento strutturale, come quello della rinaturazione dunale, al posto degli interventi spot, poco efficaci ed estremamente costosi, come i “pennelli” in mare o il ripascimento delle spiagge. Devo dire che da parte della commissione c’è stato grande interesse, ma ora alle buone intenzioni devono seguire i fatti”.
- Il dibattito di questi mesi a Pomezia ha riguardato l’acquisto di un immobile per sistemare provvisoriamente gli studenti della Marone. Secondo lei perché non si è voluto continuare con il piano predisposto dalla sua amministrazione, con la sistemazione degli studenti in aule prefabbricate? Sulla scelta dell’immobile quale è la sua posizione?
“L’amministrazione di centrodestra a guida Felici in questi mesi non ha fatto nulla se non distruggere tutto ciò che ha ereditato dalle passate amministrazioni a 5 stelle. Il piano di trasferimento degli studenti della scuola Marone in prefabbricati a uso scolastico da installare al centro della città ne è l’esempio più lampante. Si trattava di un progetto di buon senso, economico e di sguardo ampio, già condiviso con il consiglio di istituto. Gli studenti avrebbero continuato a seguire la didattica in strutture già adibite ad aule e laboratori scolastici – come accade in molte città italiane ed europee – e avrebbero continuato a muoversi autonomamente in città, dal momento che era stato individuato uno spazio idoneo ad accoglierli. Le famiglie non avrebbero avuto nessun contraccolpo nella gestione quotidiana degli spostamenti e il Comune, una volta terminati i lavori alla scuola Marone, avrebbe avuto a disposizione dei prefabbricati da riutilizzare per rispondere ai diversi bisogni del territorio: laboratori per le scuole, come il Pascal, che soffrono di mancanza di aule; nuovi spazi mensa, come alla scuola Trilussa, che già li utilizzano per ospitare gli studenti durante i pasti ma per i quali il comune paga un affitto; uffici e spazi aggregativi per i comitati di quartiere e le associazioni, che denunciano da sempre la mancanza di spazi in cui riunirsi e organizzare le attività.Si trattava di un progetto pensato dalla mia amministrazione e proseguito dai commissari, un progetto che avrebbe risposto in maniera adeguata alla necessità di ristrutturazione e adeguamento delle scuole che beneficeranno dei fondi PNRR, un progetto che personalmente ritengo ancora valido. E che l’attuale amministrazione,invece,ritiene perseguibile esclusivamente per gli studenti di Martin Pescatore, che si troveranno a breve nella stessa situazione, e per cui sono statinoleggiati proprio questi moduli prefabbricati. Perché a Torvaianica sì e a Pomezia no? Ci sono studenti di serie A e di serie B nella nostra Città?Di fatto la sindaca e la sua amministrazione sono riusciti a trasformare un progetto già pronto in un’emergenza, a discapito di studenti, famiglie e della città intera. La scelta politica di acquistare un immobile fatiscente, in via dei Castelli Romani, indebitando l’ente e quindi tutta la cittadinanza per 30 anni è stata ed è una scelta scellerata, dettata da interessi che nulla hanno a che fare con il benessere degli studenti e della città. Credo lo sappiano anche la prima cittadina e i suoi consiglieri visto che sul tema fuggono continuamente sia dalle sedi competenti come le commissioni consiliari o il consiglio comunale, che dalle centinaia di genitori che in questi mesi si sono mobilitati contro l’acquisto.Il risultato è che rischiamo concretamente di perdere il finanziamento PNRR per la scuola Marone, i cui lavori dovevano già essere partiti. Infatti, il bando con cui l’amministrazione ha avviato la ricerca di immobili, prevedeva la consegna del palazzo individuato, pronto per accogliere gli studenti, entro il 22 dicembre dello scorso anno. Siamo a gennaio 2024 e la data è slittata già due volte: prima si parlava delle vacanze di Pasqua, ora si parla delle vacanze estive. Una procedura che ha diversi lati oscuri, visto che stiamo parlando dell’acquisto di un immobile per 6 milioni di euro da parte di un ente pubblico, e per questo abbiamo già interessato le autorità e gli enti proposti al controllo. E poi basta passare davanti a quel palazzo di 5 piani per rendersi conto che sarà impossibile trasformarlo in una scuola sicura per 700 studenti in pochi mesi e sarà impossibile creare le condizioni per trasportare i ragazzi fino a lì, senza strade alternative, senza marciapiedi, senza parcheggio, senza navette.Io credo che la sindaca, che ha rivendicato come sua questa scelta, si sia infilata in una strada senza uscita. Già quanto fatto fino ad ora basterebbe a giustificare delle dimissioni in blocco per manifesta incapacità, tuttavia,mi auguro che si faccia un esame di coscienza e ritorniimmediatamente sulla sua decisione: quella struttura non può diventare una scuola sicura per i nostri ragazzi e Pomezia non merita di indebitarsi per delle scelte ridicole e poco trasparenti”.
- Lei da sempre è contrario all’autostrada pontina che mi sembra sia una scelta non condivisa solo dal M5S e dai comitati schierati contro questa opera. Anche qui, qualcosa bisogna pur fare. Quale è la proposta del M5S?
“Anche qui, discutiamo di un progetto vecchio di 30 anni, per il quale sono già stati spesi milioni di soldi pubblici, ma che continua a essere per nulla risolutivo dei problemi dei cittadini. Ho partecipatoall’audizione in Regione Lazio in cui il Commissario straordinario ing. Mallamo ha dichiarato di non avere ancora le idee chiare sul punto più importante, l’accesso a Roma. Come pensiamo di rispondere alle esigenze dei pendolari, delle aziende, dei turisti se realizziamo un’opera così impattante sul territorio come un’autostrada senza risolvere il problema del traffico da e verso la capitale?In questi anni, in nome dell’autostrada abbiamo assistito alla deresponsabilizzazione della politica nei confronti degli agricoltori a cui verranno espropriate le terre, nei confronti dei pendolari che quotidianamente rischiano la vita sulla Pontina, nei confronti del futuro della nostra regione che rinuncia a soluzioni più sostenibili.Ciò che serve realmente è mettere in sicurezza il tracciato esistente della Pontina e investire su progetti alternativi come la metro leggera, il potenziamento delle stazioni ferroviarie, il proseguimento della linea B della metropolitana di Roma. Progetti più rapidi e meno costosi, che i comitati propongono da anni e che noi continueremo a sostenere”.
- Che idea si è fatta della nuova maggioranza di centro destra a Pomezia? Non ha mai pensato che se si sarebbe concretizzata l’alleanza Cinque Stelle - Pd, forse le urne avrebbero dato un responso diverso?
“Siamo di fronte a un’amministrazione che ci ha catapultato indietro di 20 anni, un’amministrazione immobile, silente, che non si apre al confronto con le forze politiche in consiglio comunale e tantomeno con la cittadinanza. Basta seguire un consiglio comunale per rendersi conto del livello di incompetenza, sciatteria e arroganza delle persone che siedono sui banchi della maggioranza. Sono concentrati esclusivamente sui loro interessi, personali e di partito, senza alcuna visione di città, senza alcun sentore di ciò che accade realmente nel territorio. Il loro obiettivo è distruggere quanto di buono è stato fatto negli ultimi 10 anni e minare le buone pratiche che con fatica abbiamo costruito, sia all’interno della macchina amministrativa sia con tutte le realtà del territorio. Questo è il loro modo di fare politica, non ci aspettavamo nulla di buono, ma devo ammettere che stanno superando le aspettative in negativo. Hanno vinto le elezioni e ora hanno il dovere, oltre che il diritto, di amministrare la città. Ciò che abbiamo visto finora è stato un grande vuoto, di pensiero e di azione. Nessuna proposta per lo sviluppo di Pomezia e del litorale, nessuna soluzione reale alle difficoltà delle persone più fragili, nessuna capacità di rispondere alle esigenze della cittadinanza, eppure sarebbe bastato portare avanti i lavori già programmati, ma non sono in grado di fare nemmeno quello.Solo frizioni, contrasti, litigi e dimissioni all’interno della maggioranza, con una sindaca isolata, incapace di tenere a bada le spinte di chi agisce ben lontanodal bene comune. Come sarebbero andate le elezioni se M5S e PD fossero stati in coalizione non lo sapremo mai, ma i numeri non ci hanno detto nulla di buono. Concentriamoci sul presente, dove insieme alle forze politiche di minoranza, stiamo portando avanti una sana e corretta opposizione, vigileremosulle azioni che saranno messe in campo e continueremo a monitorare i progetti già finanziati o avviati, che grazie al lavoro della nostra amministrazione potrebbero cambiare il volto di Pomezia e Torvaianica”.
A.S.