L’importanza della prevenzione con l’educazione sopratutto dei giovani
L’uomo uccide e sempre ucciderà
Nella storia i crimini per gelosia, per moventi personali, per scatti d’ira ci sono sempre stati.
Se pensiamo a Jack lo Squartatore, fino ad arrivare ad Angelo Izzo il mostro del Circeo, assassini che sono la reincarnazione del male assoluto.
I femminicidi ci sono sempre stati, questa parola serve comunque a vedere finalmente le vittime, il paradosso è che abbiamo il tasso di omicidi più basso in Italia eppure le donne continuano a morire, come ho sempre detto, abbiamo bisogno di una rivoluzione culturale, che però è ancora lontana, se ancora le donne vengono percepite come esseri inferiori, bisogna sensibilizzare e iniziare con la vera prevenzione nelle scuole.
Il più delle volte noi donne siamo soggette al victim blaming, il cosiddetto “se l’è andata a cercare” per via di una gonna corta, ma questo serve a coprire i cattivi e l’ignavia dei buoni.
Stiamo andando incontro ad un epoca dove prevarica l’aggressività, il concetto di aggressività deriva dal latino “aggredior”, ovvero avvicinarsi.
Solitamente si parla di comportamento aggressivo quando è diretto nei confronti di persone e non viene classificato come aggressivo un comportamento che causa un danno in un’altra persona in modo accidentale o casuale, senza che vi sia stata intenzionalità.
Con “transfert aggressivo” si indica una situazione in base alla quale una persona in preda all’ira, rompe un piatto o da un calcio ad un barattolo non avendo altri soggetti contro cui sfogarsi.
È il caso, per esempio, del marito abbandonato dalla moglie il quale le straccia i vestiti, oppure arriva fino all’omicidio stesso.
È scontato che in questi soggetti se al posto di un oggetto, ad un certo punto, si parasse davanti una persona, l’aggressione diverrebbe inevitabile (transfert aggressivo e furore pantoclastico fungono da ponte per il successivo stadio di aggressività).
Tanti comportamenti umani sono espressioni di aggressività predatoria: il furto, la rapina, la truffa, l’estorsione, il ricatto, lo sfruttamento in ambito lavorativo, la discriminazione ideologica, sessuale o etnica, la violenza sessuale, le molestie, i maltrattamenti.
In tutti questi casi l’aggressore abusa della vittima in funzione della vulnerabilità espressa dalla stessa.
Ecco l’importanza della prevenzione, lavorare sui giovani, migliorare la qualità della nostra vulnerabilità può consentirci di far fronte con successo a situazioni di crisi.
Posso concludere che la realtà fa veramente paura, quante ne dovranno ancora morire?
Anna Silvia Angelini
Le lacune di un sistema nella vicenda di un gattino ferito
Omissione di soccorso
Continua ad Anzio il dibattito sugli animali e sui problemi che li riguardano ed il merito è quell’insieme di persone che ha fatto gruppo in Uniti Per l’Ambiente per dare vita ad UPA-DA. Nessuno di loro crede che l’aver costituito un altro gruppo animalista porterà ad immediati e facili risultati anche se UPA-DA non è un’associazione animalista ma un Settore che si occupa della Difesa degli Animali che è ben altra cosa. Intanto ad Anzio se ne parla, si è appena concluso un accesso agli atti per vedere quali sono oggi i termini di assistenza ai randagi, si pubblicherà un dossier, si faranno proposte specifiche sullo sportello comunale e su un rifugio, ed intanto de ne parla e si amplificano le grida di dolore che altrimenti sarebbero rimaste relegate sui social in cui sono nate. Come l’accorata segnalazione di Katia:
“Non sono solita pubblicare storie su fb ma ho proprio bisogno di sfogarmi con il mondo! Stamane andando verso Anzio vedo un gatto investito in mezzo alla strada, sembrava morto ma ad un tratto prova ad alzare la testa ed a muoversi, fermo la macchina e lo porto sul marciapiede, sta messo veramente male ansima e non trattiene gli sfinteri. Prendo una scatola, lo metto dentro e corro verso il pronto soccorso veterinario ... “Signora il trasportino? Non lo ho ... Ma senza trasportino, io non lo tocco mi morde, non doveva prenderlo doveva lasciarlo lì e chiamare la ASl ora, visto che ha deciso di portarlo qui la responsabilità è sua ... Cosa devo fare? ... chiami i Vigili e questo numero così lo vengono a prendere ... ma nel frattempo il gatto come sta ... noi non abbiamo i farmaci per questo tipo di intervento, e se poi muore ci potrebbero fare anche la multa ... ma era moribondo ha bisogno di aiuto ... vedrà la asl cosa deve fare”. Chiamo i vigili, loro fanno email, ma ancora il gatto è lì ansimante e nessuno lo guarda. Chiamo il numero, occupato, chiamo il centralino, problemi tecnici, richiama il numero ... ma il gatto nessuno lo aiuta, nel frattempo arrivano mici e cani con i collarini di velluto e subito vengono curati. Non vi dico quanti “dottori e para-dottori” c’erano ed a nessuno è venuto in mente che forse la priorità era provare a vedere se ci fosse una speranza di vita per il povero gatto! SI, povero, si, sfortunato, perché è stato investito, perché è il gatto di nessuno e chi lo ha raccolto non ha potuto presentarsi da un veterinario con mille euro in bocca per farlo guardare. Macrocosmo e microcosmo, se sei sfortunato e povero nessuno ti guarda, “Il Sistema è bacato” ... come faccio a farvi capire che il sistema siamo noi, che è fatto da singoli individui con ognuno una possibilità di scelta, sempre, la possibilità di scegliere cosa è giusto, cosa è “amorevole” fare! “Piangi per un gatto?” Si piango per un gatto che non conosco, URLO perché è estremamente ingiusto, e sono indignata e sono dolorante e spero che in ogni lacrima che mi viene giù se ne vada un po’ di questo senso di impotenza che mi porto dentro! Il mondo è meraviglioso, l’essere umano ha una potenza enorme nel proprio cuore ma siamo tutti schiavi del dio denaro e non so proprio come fare per risolvere questa cosa! Piccolo guerriero spero che tu ce la faccia, perdonami se non sono riuscita ad aiutarti. Mi vergogno per la mia incapacità, mi vergogno per i miei pari che non si pongo neanche un dubbio, MI VERGOGNO DELL’UMANITA’, sensiente ed intelligente così si proclama ed invece ha solo una pietra al centro del petto!
Non è una segnalazione, è un grido di dolore, è un atto d’amore sincero verso un prossimo che si era vestito da gattino ferito. Se Katia ha ragione per quanto dice, l’operatore veterinario non ha torto perché ha seguito il protocollo in vigore.
Ma se è vero, come deve essere vero che i protocolli e le norme devono dare risposte ai cittadini e se è vero ,come è lampante, che in questo caso la risposta è stata del tutto insoddisfacente rispetto all’esigenza, non è certo l’esigenza che può cambiare ma deve essere la norma ed per questo che, ad Anzio Uniti Per l’Ambiente Difesa Animali è nato e sta lavorando.
Certo che non è materia di facile soluzione perché non si può, per esempio, esporre un servizio pubblico dedicato al randagismo, all’utilizzo di privati per propri animali. Ma il protocollo, come spesso avviene in Italia, è cavilloso e presume l’intervento rapido da parte di servizi lenti e, spesso, inefficienti. Si tratta fare in modo che la norma risponda all’esigenza e lo faccia tutelando gli interessi della Comunità. Intanto se ne parli e si faccia conoscere la realtà e si sensibilizzi chi deve decidere affinché prenda le decisioni necessarie.
Sergio Franchi