Gli incivili esistono ovunque: è indispensabile individuarli e scovare gli evasori della Tari incrociando i dati catastali e altre utenze
Il Comune di Anzio e gli zozzoni
E’ un conflitto concettuale che si ripete ogni volta che si parla della situazione dei rifiuti di Anzio e del dramma ambientale che si è vissuto negli scorsi anni, nella scorsa estate e che ancora si vive. I cumuli di rifiuti che si trovano ancora nelle strade dei quartieri di Anzio sono certamente causati dall’abbandono da parte di cittadini che del vivere in comune non hanno un’alta considerazione e che in termini usati sia dal Comune che da molti cittadini vengono altrimenti definiti incivili o “zozzoni”.
E che lo siano non c’è dubbio. Anzio è una ridente cittadina del litorale a sud di Roma che è abitata da circa 60 mila persone e visitata da un notevole numero di vacanzieri la grande parte dei quali non scelgono di venirci ogni estate ma hanno scelto di comprarvi una casa per le vacanze molti anni fa, quando Anzio era un’altra cosa. Quindi possiamo assumere che gli abitanti che vivono ad Anzio o che vi vengono a villeggiare siano mediamente simili a quelli che vivono o che vanno a villeggiare in ogni altra cittadina degli otto mila chilometri di coste italiane e che non siano quindi trogloditi calati dalle caverne degli Appennini. Fermo restando i fortissimi limiti strutturali relativi alla raccolta dei rifiuti, che vanno da un cattivo contratto ad una cattiva gestione, cerchiamo di capire chi sono coloro che, a prescindere da cattivo contratto e cattiva gestione, abbandonano i rifiuti nelle strade di Anzio ed in quelle di Lavinio in particolare. Sono circa venti anni che vi vivo e che, per impegno sociale e giornalistico, vi osservo questo fenomeno che esisteva anche quando c’erano i cassonetti indifferenziati della famigerata Volsca; con l’unica differenza che allora l’abbandono dei rifiuti era concentrato nelle vicinanze dei grandi contenitori metallici di raccolta; con un impatto più limitato sulle condizioni igieniche delle strade. Molti se la cavano dicendo che sono i villeggianti ma è vero solo in piccola parte, perché con la fine del periodo estivo il fenomeno decresce ma resta fortemente presente; ovunque nei quartieri e non solo lungo le direzioni Ardeatina e Nettunense e strade limitrofe. In molti casi si è notato che i rifiuti lasciati su queste due direzioni sono abbandonati da auto che rientrano nella capitale e spessissimo durante i week end. Si tratta in maggioranza di rifiuti non differenziati ed organico che non possono essere affidati al servizio di raccolta nei punti pubblici o perché sono chiusi ovvero perché non vengono accettati.
Il contratto, attualmente in fase di chiusura, prevedeva due isole ecologiche permanenti realizzate in zona Zodiaco e Lido dei Pini, parzialmente presidiate anche nelle ore serali al fine di captare tutti coloro che lasciano la zona di Anzio e che hanno rifiuti che non sono stati affidati al servizio di raccolta. Questi due punti di raccolta non sono stati colpevolmente realizzati e ciò è causa delle tonnellate di rifiuti che si trovano nelle zone in uscita da Anzio verso Roma. I “romani” sono forse piu penalizzati che colpevoli se consideriamo il fatto che, a causa di un sistema iniquo, pagano 365 giorni di TARI per ricevere un servizio decisamente carente nei pochi giorni che passano ad Anzio. Il fatto che il fenomeno di abbandono dopo la fine stagione della estiva persiste in modo rilevante vuol dire che molti degli “zozzoni” sono abitanti residenti di Anzio. E qui va preso in considerazione un elemento essenziale a livello comunale e cioè quello del controllo del territorio.
Esistono zone di Anzio (Caracol, Lottizzazione, Zodiaco ecc.) abitate in buona parte di cittadini stranieri in cui l’abbandono dei rifiuti in strada avviene durante tutto l’anno e basta fare un’indagine conoscitiva per rilevare quanti abitanti di queste zone pagano la TARI per convincersi che molti degli “zozzoni” non pagano la tariffa per finanziare il servizio e contribuiscono a quel 50% di utenti che ne evadono il versamento. Se si vuole realmente affrontare il problema per risolverlo sarebbe necessario e semplice, incrociando i dati catastali o riscontrando le bollette non pagate, individuare uno per uno coloro che non pagano la TARI, fare loro una visita per contestare l’evasione e, in caso di persistente diniego, provvedere in modo coercitivo. Per fare questo ci vuole la necessaria volontà politica e un’adeguata capacità manageriale. Non mi si venga a parlare di incapacità contributiva: chi possiede un villino o un appartamento al mare come seconda casa o che lo da in locazione può permettersi di contribuire ad un servizio vitale per la comunità. Chi lo abita ed utilizza giornalmente il servizio deve essere invitato a contribuire con le buone o con gli strumenti che la legge pone a disposizione delle amministrazioni pubbliche. Il tasso dei non capienti (lo zoccolo duro di chi non paga) è stimato intorno al 7%, per cui tutti gli altri dovrebbero pagare e se non lo fanno è responsabilità di chi non li costringe a farlo: questi sono doppiamente responsabili del fenomeno “zozzoni”: per incapacità di farli redimere e per quella di farli pagare.
I rappresentanti del Comune di Anzio continuano ad inveire contro gli “zozzoni”; è come se i Carabinieri si mettessero ad inveire contro chi delinque. Perché se è vero che gli abitanti di Anzio non sono diversi da quelli di cento altri comuni italiani con le stesse caratteristiche e le strade pulite; vuol dire che gli “zozzoni” proliferano in luoghi in cui essere “zozzoni” e non pagare la TARI si può fare con facilità. Ricordo un increscioso dibattito di qualche anno fa in Consiglio Comunale dove si parlò di Consiglieri che erano in debito con l’erario comunale. Non so se i debitori hanno provveduto a pagare il debito ma se ciò non sia avvenuto ho seri dubbi che ci siano molti che vogliano scagliare la prima pietra.
Sergio Franchi