La saga infinita del Consorzio S. Olivo - S. Anastasio che sopravvive alla storia ed alla logica di un territorio urbanizzato
Di chi sono le strade del Consorzio di Lavinio
Chi legge il Litorale da un po’ di anni sa bene che questo è un quesito che mi sono posto molte volte ma nessuno mi ha mai dato una risposta definitiva. La domanda non è oziosa perché, di fatto, dalla risposta ad essa dipendono le ragioni residue della sopravvivenza del consorzio stradale di Lavinio, che fu creato negli anni 50, non perché durasse in eterno, ma esclusivamente per realizzare le opere di urbanizzazione primaria dei terreni lottizzati. Dai piani di lottizzazione la zona di Lavinio mare fu trasformata in lotti più o meno grandi serviti da strade “interpoderali” che venivano derivate da porzioni di proprietà rilasciate allo scopo.
Catastalmente si chiamano strade vicinali. Un consorzio stradale, come quello di Lavinio, non è un ente di gestione ma uno strumento creato con lo scopo di realizzare servizi di uso comune come le strade, le fognature, le linee idriche ed elettriche; tutte strutture di servizio che dopo la loro iniziale costruzione passano sotto la responsabilità degli enti che gestiscono i servizi di fornitura e di gestione. Le linee idriche sono gestite attualmente da Acqualatina a cui gli utenti pagano gli oneri di manutenzione , quelle elettriche ricadono sotto la responsabilità dei gestori del servizio; quelle di illuminazione stradale vengono mantenute dal Comune di Anzio. Le fognature sono una responsabilità del Comune di Anzio che ne affida la depurazione alla società Acqualatina. Questo esiste da decenni e da decenni i cittadini di Lavinio-mare versano contributi agli enti interessati per l’utilizzo dei vari servizi. E le strade? Le strade originariamente “vicinali” sono passate di fatto sotto la responsabilità del Comune di Anzio ma il Consorzio di Lavinio continua ad ignorarlo perché la loro manutenzione resta la ragione residuale con cui si cerca di evitare la chiusura. E la domanda resta “chi è l’ente proprietario delle strade?”.
Ma se per farne occupazione ed uso bisogna chiederlo al Comune ed allo stesso bisogna pagare il contributo, se allo stesso si devono pagare gli oneri di urbanizzazione e le ammende in caso di infrazione o si devono chiedere i permessi per passi carrabili o si deve pagare l’uso delle zone a sosta limitata o per qualsiasi altra esigenza di tipo stradale: di chi possono essere strade se non del Comune di Anzio? La domanda è la stessa che da anni i cittadini di Lavinio rivolgono al Comune di Anzio che, al contrario del Consorzio, è un ente istituzionale che deve rispondere a delle norme specifiche, deve seguire le leggi ed effettuare controlli, che vanno ben oltre i limiti di uno Statuto vecchio ed obsoleto. I cittadini lo hanno chiesto al Comune e, alcuni di essi più risoluti ed intraprendenti, lo hanno anche chiesto a chi norme e leggi dello Stato ha l’obbligo di far applicare e cioè alla Prefettura di Roma. Nel mese scorso un chiaro e perentorio invito è stato trasmesso dalla Prefettura di Roma al Comune di Anzio di fare chiarezza nel merito della proprietà delle strade e dell’obbligo di aggiornare il catasto, cosa che il Comune di Anzio sembra non faccia da tempo.
Ci si sarebbe aspettati che il Comune Anzio convocasse i richiedenti, che certamente non sono dei pericolosi sovversivi, per conoscere le ragioni delle loro richieste ed, insieme ad essi, prospettare soluzioni. Non è stato così: il Comune di Anzio è, incomprensibilmente passato alla difensiva e, forse in mancanza di argomentazioni la cui logica dovrebbe, comunque. essere negli atti dei propri Uffici e, “Considerato che numerosi consorziati del Consorzio S. Olivo - S. Anastasio inoltravano all’Ente molteplici istanze, esposti e segnalazioni con contenuti differenti rispetto alle quali, per alcune di queste, è necessario promuovere altri approfondimenti di natura giuridico – amministrativa oltre a quelli rilevati all’esito di apposita riunione tenutasi in data 05/06/2020 presso la sede comunale; che successivamente venivano inoltrati riscontri alle richieste ed esposti pervenuti all’Ente ma ciononostante continuavano a pervenire numerose istanze anche da altri consorziati peraltro inoltrate anche ad altri Enti ed Autorità che richiedevano, al Comune di Anzio, “utili elementi di informazione” in merito alla vicenda; che il Sindaco, a fronte delle suddette reiterate istanze, manifestava la volontà di intraprendere ogni e più ampia azione a difesa del Comune di Anzio” ...ha preferito investire 7.612,80 Euro e dare incarico all’Avv Bertollini del Foro di Velletri per eseguire “l’opera di approfondimento studio e indicazioni per la migliore difesa dell’Ente, conferendogli ogni più ampia facoltà di legge ed eleggendo domicilio presso lo studio sito in Nettuno...”
Eppure, almeno per quanto mi è dato di sapere, le richieste dei cittadini erano dirette ad ottenere chiarimenti a livello degli atti e dei dati catastali; perché il Comune di Anzio non ha convocato quei richiedenti prima di passare ad “approfondimenti legali”? Non è noto, ma una cosa è importante: il Comune di Anzio, per la prima volta da molti anni, si è posto il problema ed intende dare risposte sia alla Prefettura ma anche ai cittadini Consorziati di Lavinio, molti dei quali non sono nemmeno contro l’esistenza di un consorzio, ma lo sono contro un consorzio stradale i cui obiettivi statutari sono stati raggiunti da anni; magari quegli stessi cittadini preferirebbero un consorzio che presti servizi aggiuntivi a quelli che istituzionalmente vengono forniti da altri enti. Insomma un po’ di chiarezza e di equità che non possono che passare attraverso una verifica reale e produttiva e di cambiamenti. E se per ottenere fatti nuovi il Comune ritiene che serva l’avvocato, ben venga.
Sergio Franchi
Maranesi chiede l’azzeramento della Giunta comunale
Al Sindaco di Anzio
Candido De Angelis
Al Presidente del Consiglio Comunale Avv. Giuseppina Piccolo
A tutti gli Assessori
Ai Capigruppo Consiliari di maggioranza
Ai Segretari e Coordinatori dei Partiti e/o liste di maggioranza
Egr. Sig.ri/re
sono ormai mai mesi, forse anni, che nonostante le mie continue sollecitudini per un confronto fattivo e sereno sull’attuazione del programma presentato agli elettori nelle ultime elezioni amministrative, soprattutto in questo ultimo anno che ha visto la nostra nazione e il mondo intero soccombere sotto la pandemia del coronavirus , mi permetto di evidenziare che l’azione di governo viaggia con freno a mano troppo tirato nel proseguo del programma amministrativo a cui va dato un decisivo ed immediato avanzamento soprattutto nei punti che possono dare slancio all’economia cittadina.
Non si può focalizzare l’intera azione amministrativa solo su asfalti e marciapiedi che indubbiamente sono necessari e danno un senso di riqualificazione e di vivibilità, ma non può essere tutto. Non c’è un solo provvedimento di sviluppo urbanistico portato all’attenzione del Consiglio Comunale, un indirizzo politico di sviluppo della città da consegnare alle future generazioni con la sola eccezione di revocare l’unico atto urbanistico di sviluppo turistico-ricettivo quale la convenzione Puccini, nella quale il comune avrebbe avuto la proprietà gratuita di 60 ettari da destinare al proseguimento della riserva naturale di Tor Caldara che a chiacchiere vogliono tutti ma nei fatti l’indirizzo dato è praticamente il contrario. La variante di Anzio Centro è prossima alla scadenza e tutto l’iter messo in campo fino ad oggi non sarà servito a nulla se non a spendere risorse finanziare comunali per l’incarico professionale dato e non portato a termine per una chiara volontà politica. Per non parlare de piano di rigenerazione urbana, non è possibile neanche parlarne nelle sedi preposte, la zona artigiana è cascata nel dimenticatoio, la variante alla zona industriale neanche è in agenda e mentre le altre città mettono in campo impianti per il trattamento dei rifiuti che possono portare ricchezza e posti lavori noi non riusciamo neanche a portare in discussione il nuovo capitolato dei rifiuti in consiglio comunale, ma riusciamo a riaprire il centro cittadino in controtendenza europea. Potrei parlare anche di altri settori……..
Per non parlare della situazione politica e degli equilibri politici che le scorse elezioni ci hanno consegnato e che di fatto, sono completamente saltati.
Per questi ed altri motivi, con la presente sono a chiedere al Sindaco di Anzio, l’azzeramento della giunta comunale e l’apertura formale della crisi politica per una definitiva verifica politico-amministrativa, che dovrà avvenire nelle sedi opportune quali il quelle del Consiglio Comunale che sancirà se sussistono ancora le condizioni di fiducia per il proseguo dell’attività amministrativa.
Non si può amministrare un ente pubblico e una città come fosse il condominio di casa propria o la propria azienda. Si torni alla politica, quella con la P maiuscola, al confronto sano e corretto che sia anche da esempio per le future classi dirigenti che amministreranno la nostra Città.
Dico già da adesso che non parteciperò a riunioni in segrete stanze o riunioni a porte chiuse. Tutto dovrà avvenire alla luce del sole e nelle sedi preposte.
Con la presente chiedo al Presidente del Consiglio Comunale la convocazione del Consiglio Comunale con l’inserimento del punto all’O.d.G.:
- Verifica Politico – Amministrativa.
Sono sicuro che le ragioni da me prima espresse saranno ben comprese da tutti Voi ed in attesa di una V.s. risposta, colgo l’occasione per porgerVi i miei
Distinti Saluti.
Marco Maranesi
Consigliere Comunale di Anzio
Gruppo Autonomo