Il tipo che non sa stare al gioco e non rispetta le regole
Lo Scarduso americano
Nettuno fino a tutti gli anni ‘50 e primi ‘60 era una cittadina agrovitivinicola, con inserti di un turismo tranquillo e di villeggiatura. Era una cittadina che esprimeva le sue caratteristiche ed i suoi tratti culturali locali, aveva luoghi di aggregazione, cinema, biblioteca, arene ecc. Forse proprio grazie a questa microcultura locale esprimeva anche un linguaggio tipico, un dialetto, un idioma e una serie di espressioni lessicali caratteristiche, originali e non volgari. Per i ragazzini che giocavano a sottomuro e a palline c’erano espressioni, formulari linguistici dal significato incerto: ‘ciccio senza e coi scrucchi’, ‘dado rimena’, poi parole quali ‘marabitto’ del quale qualche anno fa ho cercato di ricostruire (anche su queste pagine) la genesi etimologica; poi altri termini fra questi ricordo ‘scarduso’ (che poi mi sembra non era solo nettunese) e altri ancora. Adesso Nettuno è un agglomerato urbano indistinto nell’area metropolitana di Roma, non ha più luoghi di ’tradizione’ e aggregazione, non ha più né arene, né sale cinematografiche, né biblioteca e il suo tessuto urbano è qui e là deturpato da luoghi dismessi, opere lasciate a metà, fatiscenze di vario genere proprio nelle aree centrali, deturpando anche quell’edilizia ossessivamente intensiva che una cinquantina d’anni fa ha spazzato via ville, e villini. Però da quel piccolo mondo antico, da quel lessico remoto il termine Scarduso andrebbe oggi riesumato per commentare i mediatici fatti della nostra cronaca. ‘Scarduso’ sostanzialmente sta per tipo che non sa stare al gioco, che non rispetta le regole e le cambia indiscriminatamente in corso d’opera, uno che non sa perdere, un baro, a volte un po’ guitto, a volte un po’ prepotente. Trump ha arrecato un dolo grave alla democrazia americana, ma anche e soprattutto al concetto universale di democrazia, alla sua idealità e allo spirito che la mette in pratica. La democrazia non è un dogma o una tappa definitiva, la democrazia è invece un lungo percorso fatto di obbiettivi intermedi di tappe da raggiungere faticosamente di volta in volta. Il tycoon ha invalidato tutto facendo emergere quel fascismo, quel sovranismo e suprematismo latente (l’eterno fascismo come lo definì U. Eco) che dalle viscere, di tanto in tanto, erutta fuori evocato da sciamani e apprendisti stregoni che perseguono i propri interessi discriminatori, i propri egoismi, senza intermediazioni o rappresentanze o condivisioni. Il luogo comune definisce l’America il faro mondiale della democrazia: non ho mai condiviso questa retorica, l’immagini di Dallas, del corpo di M. Luther King e Bob Kennedy, il colossale maggiore statunitense tenuto sotto mira dalla piccola contadina Viet Cong, il napalm, la fuga scomposta da Saigon, l’esecuzione mediatica del dittatore iracheno prima sostenuto in funzione anti Iran, e poi il sistema sanitario esclusivo e discriminatorio, il razzismo diffuso, il ku klux klan, i tentativi di golpe in mezzo mondo ecc.; ombre pesanti che gravano sulla pur cospicua pars construens dell’ethos statunitense. Insomma l’America non mi è mai sembrata un gran faro; adesso quelle scene da assalto al palazzo d’inverno, con il blando contrasto della polizia (ben più agguerrita quando si tratta di reprimere le manifestazioni), magari anche non violente, contro il razzismo), quella folla variopinta di crudo ferino folclore, scene che hanno un loro valore simbolico, esprimono l’eccesso idiota della massa eccitata dalla sovranità della megalomania, la devastazione del branco scatenato dal potente che non accetta il giudizio e il diritto, uno straripamento dell’“l’orda ancestrale” (Elias Canetti). Forse Trump politicamente sarà finito, come dicono in molti, ma il sentimento trumpista no; tale devastazione ha legittimato del fascio-fazendeiro Bolsonaro, alla deriva della ‘democrazia autoritaria’ di un Orbàn (e il suo corrispondente polacco di cui non ricordo il nome), l’autoritarismo cinese, Putin e Erdogan fino alla Le Pen che non ha condannato -neppure formalmente- l’azione di Trump e ai sodali nostrani che durante la campagna elettorale americana esibivano -fra i rosari- gli slogan e gadget del negazionista statunitense. Non ne è uscita infettata solo la democrazia americana, ma il suo stesso concetto ontologico ed universale. Chi l’avrebbe mai detto allo scarduso naif e primigenio di 70 anni fa che, nella post modernità, la sua scardusità sarebbe diventata un insegnamento e una tendenza globale?
Giuseppe Chitarrini
Finalmente si sta restaurando l’antica chiesa di Nettuno in modo adeguato
Santa Maria del Quarto
Proprio all’ingresso del Cimitero Comunale di Nettuno è ubicata una chiesetta denominata “Santa Maria del Quarto”. E’ uno dei luoghi di culto più antichi di Nettuno la cui l’origine si perde nei meandri del tempo. “Santa Maria” perché all’interno, sull’altare vi è una pittura murale, molto deteriorata dal tempo e dall’incuria, con la sacra effigie della Madonna. “Del Quarto” perché dove sorge la chiesetta vi era anticamente una cappella sulla strada chiamata il Quarto, a circa un chilometro e mezzo dal borgo. Secondo la tradizione, un muto passando da quelle parti e vedendo che presso la cappella sgorgava una fontana, vi bevve, chiedendo alla Madonna di farlo tornare a parlare. Così avvenne e lo riferì ai suoi compaesani i quali raccolsero i soldi per farvi erigere la chiesa ed incanalare in un pozzo, al suo interno, quella fontana, per farne bere l’acqua benedetta ai malati che poi guarivano. Qualche mese fa, un consigliere comunale ha presentato un esposto alla Soprintendenza delle Belle Arti notando, durante un sopralluogo, che si stavano facendo restauri al suo interno in modo maldestro ed approssimativo. A seguito di ciò, la Soprintendenza ha inviato sul posto un restauratore di sua fiducia che ha emesso una sua relazione secondo cui gli interventi precedenti (tinteggiature sull’altare) sono stati fatti in modo raffazzonato. Sono stati riscontrati vari strati di pittura sovrapposta negli anni in pessimo stato di conservazione. Si parla di “scialbe sovrapposizioni” senza alcun interesse artistico, senza tener minimamente conto del pregio e della vetustità della sacra immagine di Maria. Dai primi giorni del mese di gennaio, finalmente è iniziata la sua ristrutturazione, questa volta si spera in maniera adeguata, in modo che possa riportare la pittura ad uno stato accettabile, non deteriorabile dalle intemperie.
Rita Cerasani
Belcastro arbitro benemerito
Nella ricorrenza del 65° anniversario degli Arbitri, iniziato nel 1955 a Como, e successivamente a Paola (CS), Roma, Roma 1^ e Aprilia ricevendo numerosissime targhe, coppe ed attestati per i vari servizi espletati sia sui terreni di gioco che come responsabile di tornei (Interministeriali 1978, Enel 82/83, calcetto dipendenti del Coni 1986, Coppa Città di Aprilia 2004-05). Importante la partecipazione ai Mondiali Italia 90 quale membro degli addetti Stampa (S 3) e la collaborazione con Pizzul.
Nel suo curriculum abbiamo notato che è Cavaliere della Repubblica Italiana dal 2/6/1986. Cavaliere Ufficiale dal 2 giugno 1991. Consegnata a Salerno Medaglia e premio, quando era in servizio al Comando Trasmissioni di Salerno, per il salvataggio di una donna che tentava il suicidio sul lungomare di Salerno. Da evidenziare che ha ricevuto molti attestati dal “Lions Club di Anzio e Nettuno” dai Presidenti: Paolo Taruffi, Maria Pia Baldo, Anna Maria Pagliei e Vittorio Sist, per i servizi espletati in qualità di addetto Stampa. Diploma di benemerenza della C.R.I del 29.5.90. Diploma di Benemerenza del Dipartimento della Protezione Civile nel 2008 (G.U. 21/3/2008). Radioamatore dal 9/10/75 con il nominativo i0 hbj, impegnato in diverse calamità, iscritto nel ruolo d’onore (n. 1043 del 6/6/2016). Responsabile delle rubriche: (prof e contro) sul Mattino di Napoli, (Casa dolce Casa) del giornale “Il Granchio”. Membro della giunta provinciale dell’ANACI (Associazione Nazionale Amm.ri Condomini). Perito del Tribunale di Velletri per i problemi condominiali. Socio dell’ANGET (Associazione Nazionale Genio e Trasmissioni) di Roma dal 1963 al 1966, dal 1983 alla Presidenza Nazionale (dal 1987 Presidente del collegio dei Sindaci Nazionali) e dal 2002 alla Sezione di Anzio/Nettuno) (Medaglia di Bronzo 1/9/1986, vermeil 22/4/2016). Socio dal 2013 all’AssoInformazione (Gruppo Informazione Difesa Elettronica), sez. Anzio-Nettuno. Membro dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Anzio e Nettuno gruppo di protezione civile e partecipazione alla Missione “Arcobaleno” a Comiso ed in Vaticano (Anno Santo e morte del Papa), diploma di Benemerenza del Dipartimento della Protezione Civile 494/317 III classe (Presidente del Consiglio) G.U. 21/3/2008 7/2/2008). Ministro Straordinario dell’Eucarestia della Diocesi di Albano dal 2006. Socio Emerito dell’ANCRI (Associazione Nazionale Cavalieri della Repubblica Italiana) al n.160 e membro della commissione nazionale garanti.
Auguri da un vero ignoto amico