Buccolini chiede un confronto politico democratico
Decisioni condivise
Diciamo la verità, facciamo capire anche ai non addetti ai lavori il clima politico di questi ultimi tempi. Ripartiamo dalle dimissioni di Giuseppe Pino Ranucci, il suo assessorato resta vacante, il tempo scorre e in Regione c’è il subentro del nuovo consigliere Fabio Capolei. La forza politica dei fratelli Capolei divampa in un istante.
Tanti anni d’impegno vengono ripagati. Il primo a complimentarsi in un batter d’occhio è il Sindaco Candido De Angelis, anticipa tutti, e dalla notizia ufficiale passano meno di 120 secondi per l’emanazione di un comunicato di congratulazioni già preconfezionato da tempo. Forza Italia capeggiata da Vincenzo Capolei vuole e pretende immediatamente il ripristino di un assessorato perso con le dimissioni di Ranucci. L’Assessorato era di Forza Italia e li deve tornare... Il RE chiede un nome, e come per magia, con il solito accordo a porte chiuse e senza interpellare la totalità della Maggioranza, dalla lista del Sindaco delle ultime comunali, esce il nome di Walter Di Carlo. Ancora una volta avviene un nuovo spostamento, Walter entra nelle file di Forza Italia.
Tutto procede come “accordi” decisi tra i pochi, ma d’un tratto si solleva Marco Maranesi... Lui non ci sta, basta con queste decisioni a senso unico del RE e tra i pochi accolti nella regia di palazzo. Invia una missiva al Sindaco dove lamenta la mancanza di assoluzione di un programma elettorale oramai dimenticato, segnala punti cardine di un programma non rispettato, evidenzia l’assoluta assenza di un progetto costruttivo e di rinascita necessaria, soprattutto con l’arrivo della pandemia.
In poche parole, fa capire al RE, che le decisioni vanno condivise, basta con gli accordi a tavolino tra pochi e solo ed esclusivamente con i più forti del momento. Richiede una verifica di maggioranza in Consiglio Comunale. Forse qualcuno si è ricordato del MANUALE CENCELLI?... In tutto questo trambusto, abilmente soffocato e per non far trapelare nulla alle comuni genti, in attesa delle nuove decisioni del RE, che fine ha fatto FRATELLI D’ITALIA? Solo Marco Maranesi grida al ritorno del confronto politico in democrazia? Fratelli d’Italia ha dimenticato per sempre Laura Nolfi? Nessuno ha il coraggio di ricordare al Sindaco gli incontri con Lollobrigida nella capitale? E allora diciamola la verità... Mentre Fratelli d’Italia a livello nazionale continua ad accumulare consensi, mentre la Meloni procede spedita per ufficializzare una crescita senza freni, ad Anzio impera il silenzio assoluto. Mancanza di coraggio? Dimenticata dignità e i consensi dei propri elettori? No, no di certo...
La verità è che i nuovi venuti, capeggiati da Laura Nolfi, forse non sono mai stati presi veramente in considerazione dai “vecchi” di Fratelli d’Italia. Gli appartenenti di base hanno dovuto assorbire una decisione presa dall’alto, ma i nuovi venuti, mai sono stati veramente accettati e digeriti. Per questo, per Fratelli d’Italia, è normale avere 6 consiglieri comunali ed un solo assessorato. A loro sta bene così... E allora quando si vedrà una presa di posizione vera e d’orgoglio dei consiglieri Pascucci, Galasso, Camilli e Silani? Avete dimenticato tutti Laura Nolfi? Sperate che arrivi un nuovo intervento di Lollobrigida da Roma? Tanto il RE parla solo con i massimi vertici, pensate che Romeo De Angelis creerà mai problemi a sua Maestà? Pensate forse che Federica De Angelis possa mettersi di traverso al cugino? Per la fantascienza non c’è più tempo, la città ha bisogno di una politica vera e sincera, non ha tempo per chi ha dimenticato le monumentali problematiche che affliggono i nostri concittadini. Orgoglio e dignità dovrebbero sempre prevalere.
Magari prendete tutti spunto da Marco Maranesi, l’unico che vuole il ritorno ad un confronto politico democratico, l’unico che ha ribadito con forza un programma non rispettato e dimenticato. Pensieri e parole di un Movimento che sempre lotterà per l’amata Anzio ed il ritorno della “Perla”.
Giorgio Buccolini
Movimento IAnzio®...
Secondo Luca Brignone l’operazione megaporto è ormai al fallimento completo
Liquidare la Capo d’Anzio
Nel Consiglio comunale del 30 dicembre si è tornato a parlare della Capo d’Anzio e del Porto, in occasione sia dell’approvazione del bilancio consolidato, sia della revisione ordinaria delle partecipazioni societarie pubbliche. Su questo punto già la Corte dei Conti metteva in guardia il Consiglio comunale, organo competente per tale revisione.
Nell’ormai famosa lettera di dicembre raccomandava l’approvazione dei bilanci 2018 e 2019 della società con ‘congruo anticipo rispetto alla ricognizione delle partecipate da effettuarsi entro il 31/12/2020 ed […] in tempo utile per consentire al Consiglio comunale di formulare le proprie valutazioni in occasione della ricognizione periodica delle partecipazioni, secondo quanto previsto dall’art. 20 del TUSP’. Tali bilanci non risultano ad oggi approvati a causa di contenziosi noti tra i soci.
Sappiamo però che gli schemi attualmente elaborati indicano perdite di esercizio di 73 mila euro per il 2018 e 121 mila euro per il 2019, un fatturato medio annuo nel triennio precedente ben al di sotto della soglia del milione di euro fissata dall’art. 20 del TUSP. Insomma, la società non presenta i requisiti e anche l’amministrazione è stata costretta ad approvare un piano di razionalizzazione, il quale, tuttavia, si fonda su presupposti poco credibili: valutazione del proseguo dell’attività aziendale; incremento fatturato medio sopra la soglia (andrebbe più che raddoppiato in un anno); pubblicazione del bando fase II e III del progetto, in un contesto in cui ancora oggi aspettiamo la sentenza sul ricorso del socio privato sulle quote, sentenza che può essere impugnata ancora una volta in Cassazione. Insomma, le condizioni per ripristinare il rispetto delle normative in un anno non ci sono.
L’operazione megaporto è arrivata ormai al fallimento completo e l’unica soluzione per noi è chiudere la società, metterla in liquidazione e concludere l’iter già avviato per la revoca della concessione regionale del 2011, ad oggi completamente inattuata. Dopodiché si avvierà una nuova fase, in cui grazie alla legge regionale n.1 del 20 febbraio 2020 avremo come comune la competenza per il rilascio delle concessioni sui beni demaniali marittimi.
Facciamo fatica a comprendere come questo possa andare nell’interesse del privato, come sostenuto in consiglio dalla maggioranza. Non stiamo sostenendo l’alienazione delle quote (peraltro, è bene ricordare che la concessione è vincolata al fatto che la società concedente sia di natura pubblica. Se venisse privatizzata la concessione diventerebbe illegittima e decadrebbe immediatamente), stiamo sostenendo la decadenza della concessione e con essa della società, togliendo definitivamente così il ‘giocattolo’ del socio privato dalla sua rete di Marine per tornare ad avere piena sovranità sul futuro del nostro Porto.
Luca Brignone
Alternativa per Anzio