Il libro del filosofo e sociologo Slavoj Zizeck
Pedofilia e chiesa
Slavoj Zizeck, “Pedofilia. Il segreto sessuale della chiesa”, Mimesis ediz. Milano-Udine 2019, pp. 112 Euro 9,00.
L’autore, filosofo e sociologo, docente all’European Graduate School e all’Istituto di Sociologia dell’Università di Lubiana, in questo acuto e corrosivo volumetto si occupa di un argomento scottante emerso in questi ultimi tempi come di prorompente attualità, ma, secondo l’autore, un fenomeno antico e connaturato alla stessa istituzione ecclesiale (non solo cattolica). Anzi, per lo studioso quello della pedofilia non è un fenomeno databile, un accidente storico, una infelice circostanza dovuta a delle singole mele marce, alcuni casi di eccezionale perversione deviante, bensì una realtà intrinseca all’apparato dell’organizzazione simbolica della chiesa, una sorta di connivenza transustanziale tra il rigido divieto, la secolare repressione e la sessualità trasgressiva più o meno patologica. Sembrerebbe che l’impossibilità di rispettare una inflessibile legge crei “un circolo vizioso di peccato, contrizione, redenzione…Quando tutto è proibito, in realtà tutto è permesso”(P. Dalla Vigna, Introduzione, p. 24). Neanche consentire ai preti cattolici di sposarsi risolverebbe niente….perché la pedofilia è generata dall’istituzione cattolica del sacerdozio come sua trasgressione intrinseca, come oscura appendice segreta”. (p. 53). Se veramente si vuol contrastare alla radice questo fenomeno, dice Zizeck, occorre che la chiesa tutta abbandoni ogni riluttanza, dando carta bianca alla polizia e alla magistratura, ma anche affrontare seriamente sa questione delle sue antiche responsabilità intrinseca in quanto istituzione(cfr. pp. 53 e 54). L’autore riesce ad affrontare questa spinosissima tematica senza cadere nell’anticlericalismo di maniera e pretestuoso, alla dietrologia o allo scandalismo; il suo è un approccio storicamente e sociologicamente orientato, critico verso l’istituzione, ma anche documentato e che tiene conto dell’aspetto diacronico della materia risalendo alle origini della chiesa, alla patristica e all’esempio del ‘sacrificium falli’ di Origene, e dell’aspetto sincronico che tiene conto degli orientamenti attuali e dei vari pronunciamenti degli ultimi tre pontificati in materia di sessualità e pedofilia: orientamenti –ovviamente- di esplicita, radicale e assoluta condanna, ma con declinazioni diverse, a volte anche antitetiche.
Zizeck parla di ‘consuetudini’ impresse nel DNA e nel funzionamento stesso dell’istituzione religiosa; un ‘inconscio istituzionale’ (cfr. p. 69), come avviene nell’esercito nel quale “i riti osceni e sessualizzati del nonnismo sostengono la solidarietà del gruppo” (p.69): l’istituzione caserma non può non sostenersi anche sul nonnismo. Del resto anche l’omosessualità bandita nell’esercito, fatta oggetto da sempre di brutali repressioni, scritte o non scritte, ferocemente omofobe, è esplicitamente ‘non detta’, ma pur presente allusivamente a livello ‘acherontico’, nascosto, sotterraneo, e non come accidentalità ma quasi come ‘funzione’ di coesione, cameratismo, latentemente funzionale all’assetto viril-militaresco, manifesto ed esplicito.(cfr. p. 75, 76).
Insomma per l’autore la pedofilia è iscritta profondamente e strutturalmente nella identità stessa della chiesa, per contrastare il fenomeno non in maniera contingente e di volta in volta, occorrerebbe, oltre alla imprescindibile azione repressiva nei confronti dei colpevoli, ammettere questa responsabilità ‘istituzionale’, non cercare di coprire sotto il tappeto l’indicibile o riconoscere le colpe in maniera contingente, sulle colpevoli mele marce che di volta in volta, singolarmente cadono nell’errore e nella ‘colpa’.
Giuseppe Chitarrini
Riforestazione
La treesmas challenge targata Legambiente ha permesso di piantare ben 2222 alberi, grazie alla sfida e alla collaborazione di 7 circoli! Grazie ai soci, ai sostenitori, agli amici e ai followers, è stato possibile aiutare la riforestazione attraverso la piattaforma @plantfortheplanet_it Il circolo Le Rondini di Anzio e Nettuno si piazza in terza posizione, con 283 alberi piantati; sul podio anche @greento.legambiente (1° posto) e @legambiente_giovani_gemme (2° posto) Un grazie alla comunità legambientina e non solo!
Alla prossima sfida!
La storia di Simone Proietti dopo la tragica scomparsa del fratello Lele
“La corsa mi ha salvato”
“Credi che faccia questo lavoro per soldi? Ma se ancora fatico a capire il significato di Iva. La verità è che ho la possibilità di regalare un sogno sportivo, restituire ciò che la corsa mi ha dato. Ma non sarà mai abbastanza, perché lei mi ha salvato la vita”.
Anzio, numero 201 della Nettunense, strada statale che collega i Castelli Romani al litorale tirrenico. Circa 60 km da Roma. Simone Proietti, 34 anni, è appoggiato al tapis roulant di Athletics, negozio specializzato running che ha aperto nel 2014, attualmente tra i più accreditati in Italia. La mascherina nasconde il suo viso. Non gli occhi, che brillano mentre inseguono ricordi lontani.
Il tempo si ferma al 12 dicembre 2009. Giorno maledetto, l’ultimo in cui ha sorriso a suo fratello. Un incidente stradale, da quella notte Emanuele non si è più svegliato. A vent’anni, dopo quasi sessanta giorni di coma, lo avrebbe lasciato solo, nel buio della stanza, a contemplare un letto vuoto. Basta esami alla facoltà di Lingue, progetti lavorativi all’estero, sogni futuri. Simone si chiude, ingrassa di venti chili, sfogando nel cibo quel dolore che non vuole mostrare ai suoi genitori. Per quasi un anno. Poi si guarda allo specchio e dice basta. Comincia da una vecchia maglietta e un paio di scarpe da ginnastica trovate sotto la scrivania. E giù in strada, dove il sudore può mescolarsi alle lacrime.
“Pensavo a Lele, piangevo, spingevo forte”. Il suo corpo si trasforma. Inizia a gareggiare a livello agonistico, in pochi mesi arrivano i primi risultati. Non si ferma più. I suoi personal best sono notevoli: 36’ sui 10 km, 1h21’ sulla mezza maratona. Nel frattempo si appassiona alla biomeccanica, capisce che ogni calzatura è un universo da scoprire, in grado di cambiare la performance di un atleta, dall’amatore della domenica al professionista: appoggio, reattività, postura, forza muscolare. Quando ha il turno di riposo come cameriere va a Roma per acquistare scarpe. Su internet studia, approfondisce, conosce ogni aspetto dei modelli che in Italia arriveranno solo alcuni mesi dopo. Spesso coglie impreparati gli stessi venditori, così ha un’idea: perché non farne un progetto di vita? Il primo negozio di running ad aprile 2012, in un locale a pochi passi dal lungomare di Nettuno, la città del calciatore Bruno Conti, gloria giallorossa e dell’Italia che nell’82 vinse il Mundial. Cortesia, professionalità, passione. I clienti apprezzano, le aziende lo cercano. Diventa punto di riferimento per la provincia di Roma Sud e Latina. Simone è così costretto a traslocare in una sede più ampia, la stessa di oggi.
“Dai macchinari, alla scienza applicata allo sport. C’è uno studio capillare dietro l’acquisto di una scarpa. Faccio questo mestiere per le persone, sono uno strumento per chi inizia a correre e vuole riprendere in mano la sua vita. E pensare che ho cominciato senza uno spirito imprenditoriale, aggrappandomi solo al ricordo di Lele”.
Nel 2018 la consacrazione. Brooks, azienda leader nel settore running, organizza un convegno sul tema delle scarpe “Support”, con l’idea di rivoluzionare i sistemi antipronazione. Tra gli invitati è previsto il vincitore della Brooks Challenge, il punto vendita che in sei ore farà correre più chilometri ai propri clienti. Venti i candidati italiani, tra loro Athletics, che arriva in finale. Quel giorno 410 persone percorreranno quasi 7000 km lungo un percorso studiato intorno al negozio di Anzio, annientando la concorrenza. Il premio? Un volo negli Stati Uniti, a Seattle, con corsi di aggiornamento e formazione nei laboratori della Brooks. Simone si confronterà con scienziati e progettisti di livello mondiale. Poi il regalo più bello: il riconoscimento per aver creato la miglior running community europea intorno a un punto vendita.
Quasi non ci crede, piange. Ripensa a quel letto vuoto, alla vita che si è ripreso in mano, alla sua scommessa vinta. “La corsa mi ha salvato e continua a farlo tutti i giorni, ogni volta che sto male”. Oggi Simone lavora, si allena e cambia pannolini. Leonardo è nato lo scorso 22 ottobre ed è lungo 60 cm. Quando lo vede sorride e agita i piedini. Chissà se tra qualche mese gattonerà veloce…
Jacopo Vergari
Vaccino Moderna
Sarà Poste Italiane, tramite il suo corriere espresso Sda, a distribuire in tutta Italia la prima fornitura del vaccino “Moderna” arrivato presso l’Istituto Superiore di Sanità. L’azienda, che già da tempo collabora con il Commissario Straordinario, ha attrezzato 40 furgoni con celle frigo da 1.300 litri ognuna e si occuperà della consegna con un network dedicato che consentirà di collegare l’Istituto Superiore di Sanità di Roma direttamente con le ASL e gli ospedali interessati da questa prima fornitura.
Poste Italiane
Lettera aperta
Cara la sig.ra Cafà tanto amata dal RE. Ma si sa più nulla della centralina per il monitoraggio dell’aria alla Sacida? Tra una befanina e l’altra, il quartiere respira aria salubre? I ragazzini che frequentano la scuola a 300 metri dalla Biogas sono in sicurezza? La centralina non doveva essere operativa da fine settembre 2020? Circondati da paladini storici di determinati quartieri, contornati tutti da tante belle parole, ora, dopo aver tradito il proprio elettorato, potrebbe illuminarci al riguardo? Con tutto il dovuto rispetto ci auguriamo al più presto comunicazioni ufficiali e ragguagli chiari e provati che tutto sia in regola. Per non parlare poi della promessa del sindaco Candido De Angelis in diretta televisiva proclamata a fine Settembre 2020, sul monitoraggio dell’aria e gli esiti promessi per i primi di ottobre 2020 che fine hanno fatto? L’Arpa sarà mai stata veramente contattata e interessata per il quartiere della Sacida?
Giorgio Buccolini
Movimento IAnzio®