Emergenza ambientale dopo l’incendio alla Loas di Aprilia e quello dei capannoni pieni di gomme in via Valle Caia
Terra dei fuochi o terra di mezzo
Terra dei fuochi o terra di mezzo? È difficile in questo contesto collocare in quale categoria un territorio, come quello di Ardea dopo gli incendi a Valle Caia e nella vicina Aprilia, fissare una condizione di emergenza come quella che questa torrida estate 2020, ha fatto registrare in una delle aree comunali ad alto rischio ambientale. Un territorio circondato dall’odore acre e nauseabondo provocato delle fiamme scaturite dalla plastica e dai pneumatici, che non hanno risparmiato una popolazione già pesantemente degradata e danneggiata da un degrado ambientale al di fuori di qualsiasi regola. Aria irrespirabile ad Ardea, Pomezia, Aprilia e nel quadrante circostante di Roma Sud per un vasto incendio divampato nella notte, tra il 19 e 20 agosto scorso, in via di Valle Caia, dove ha preso fuoco un deposito di pneumatici. I cittadini, costretti a barricarsi in casa, per il fumo. Il rogo a pochi giorni dall’incendio dello stabilimento Loas.
Questa a bruciare un deposito di pneumatici per auto e mezzi industriali, che ha preso fuoco per cause non note e ancora in corso d’accertamento.
Le fiamme si sono sprigionate a partire dalla mezzanotte in via di Valle Caia e hanno raggiunto ben otto capannoni, andati completamente distrutti.
A dare l’allarme i residenti, che hanno avvertito un odore acre provenire dall’esterno, entrare in casa attraverso le finestre aperte per la calura estiva.
Subito è scattata la chiamata al Numero Unico delle Emergenze 112 e hanno chiesto l’intervento dei Vigili del Fuoco. Arrivata la segnalazione alla Sala Operativa, sul posto sono giunti i pompieri del Comando provinciale di Roma, che hanno lavorato per ore con otto squadre, per domare le fiamme, non senza difficoltà. In supporto alle operazioni di spegnimento, che sono durate tutta la notte. Presenti oltre ai vigili del fuoco, i carabinieri della tenenza di Ardea e il personale sanitario in ambulanza. Il fumo sprigionato dal rogo si è levato verso il cielo, diffondendosi al quadrante circostante.
Tantissime le segnalazioni dei cittadini che sono stati costretti a barricarsi in casa, chiudendo porte e finestre, per l’aria diventata irrespirabile ad Ardea e in tutta la zona limitrofa, come a Pomezia ed Aprilia.
In tanti non sono riusciti a dormire. Gli abitanti si sono svegliati con una grande preoccupazione, l’attenzione è alta e si temono ripercussioni sulla salute. A Pomezia i cittadini segnalano nubi nere sopra la città e un odore forte.
“Chiudete le finestre” ha consigliato il Comune di Pomezia.
“Si consiglia la massima prudenza limitando l’esposizione alla nube chiudendo le finestre ed effettuando un accurato lavaggio di frutta e verdura prima del loro consumo” si legge in un post del Comune di Pomezia, che è intervenuto sull’incendio divampato nella notte ad Ardea, per rispondere alle domande dei residenti. Il sindaco Adriano Zuccalà ha informato i cittadini di essere in contatto con le Autorità competenti. L’incendio del deposito di pneumatici di Via Valle Caia, è avvenuto a una decina di giorni di distanza da quello divampato all’interno dello stabilimento Loas di Aprilia del 9 agosto scorso, dove ad andare a fuoco è stato un capannone in cui erano accatastati rifiuti in vetro e plastica in via dei Giardini, nella zona industriale. Per questo grave episodio il sindaco del Comune di Aprilia, Antonio Terra, ha chiesto alla Regione Lazio lo stato di calamità naturale.
Sul posto oltre a vigili del fuoco, protezione civile e forze dell’ordine sono intervenuti anche i tecnici di Arpa Lazio, per svolgere le analisi per il monitoraggio dei livelli di inquinamento ambientale.
Sabatino Mele