La Giunta regionale ha deliberato per 274 posti letto
NOC potenziato
E’ stata approvata in Giunta regionale la delibera per concedere l’ampliamento e la rimodulazione dell’autorizzazione e dell’accreditamento istituzionale dell’ospedale dei Castelli (Asl Roma 6). La struttura che svolge una importante attività di assistenza in regime di ricovero ospedaliero per acuzie e post acuzie raggiunge così un totale di 274 posti letto.
Nello specifico si tratta di 236 posti letto ordinari e 38 diurni così distribuiti: Raggruppamento medico 8 unità funzionali e complessivi 135 posti letto, Raggruppamento chirurgico 6 unità funzionali e complessivi 105 posti letto, Raggruppamento Emergenza-urgenza 6 unità funzionali per complessivi 34 posti letto.
“Questo ospedale - ha spiegato l’assessore regionale Alessio D’Amato - sta crescendo ed è un segnale importante per tutto il territorio. Un luogo accogliente, confortevole e sicuro e che sta diventando un punto di riferimento per i cittadini. Da sottolineare che per la prima volta in questo quadrante del territorio si apre un servizio di emodinamica per il trattamento dell’infarto del miocardio e nella divisione chirurgica si aggiunge la chirurgia vascolare e l’urologia”.
A.P.
Ultimo mese di raccolta firma. A Pomezia il 18 e 25 settembre e a Torva 19 e 26
Referendum Eutanasia Legale
Si avvia alla conclusione la raccolta firme per indire il referendum per l’eutanasia legale. Gli italiani che hanno firmato al momento sono circa 800.000 ma puntiamo al milione di firme per mettere il risultato in sicurezza e consegnare un messaggio politico potente anche al Parlamento che in questi anni non ha mosso un dito per la discussione di un tema così importante e di significato per la vita e la sofferenza delle persone.
I prossimi tavoli si terranno a Pomezia il 18 e il 25 settembre e il 19 e 26 a Torvajanica. In più il 25 sarà presente al tavolo di Pomezia Mina Welby.
Ricordiamo inoltre che i residenti possono sempre firmare presso l’ufficio protocollo del Comune posto al piano terra di Piazza Indipendenza.
Ma cosa prevede il quesito referendario?
Il Referendum vuole abrogare parzialmente la norma penale che impedisce l’introduzione dell’Eutanasia legale in Italia. L’omicidio del consenziente, infatti, non è altro che un reato speciale (rispetto a quello di portata generale di cui all’art. 575 cp sull’omicidio) inserito nell’ordinamento per punire l’eutanasia.
Con questo intervento referendario l’eutanasia attiva sarà consentita nelle forme previste dalla legge sul consenso informato e il testamento biologico, e in presenza dei requisiti introdotti dalla Sentenza della Consulta sul “Caso Cappato”, ma rimarrà punita se il fatto è commesso contro una persona incapace o contro una persona il cui consenso sia stato estorto con violenza, minaccia o contro un minore di diciotto anni.
Per quanto riguarda, invece, condotte realizzate al di fuori delle forme previste dall’ordinamento sarà applicabile il reato di omicidio doloso (art. 575 cp).
L’eutanasia attiva è vietata dal nostro ordinamento sia nella versione diretta, in cui è il medico a somministrare il farmaco eutanasico alla persona che ne faccia richiesta (art. 579 cp omicidio del consenziente), sia nella versione indiretta, in cui il soggetto agente prepara il farmaco eutanasico che viene assunto in modo autonomo dalla persona (art. 580 c.p. istigazione e aiuto al suicidio), fatte salve le scriminanti procedurali introdotte dalla Consulta con la Sentenza Cappato.
Forme di eutanasia c.d. passiva, ovvero praticata in forma omissiva, cioè astenendosi dall’intervenire per tenere in vita il paziente in preda alle sofferenze, sono già considerate penalmente lecite soprattutto quando l’interruzione delle cure ha come scopo di evitare il c.d. “accanimento terapeutico”.
È però vero che molti casi ambigui creano condotte “complesse” o “miste” che non consentono spesso di distinguere con facilità se si tratti di eutanasia mediante azione od omissione e soprattutto pongono il problema di una possibile disparità di trattamento ai danni di pazienti gravi e sofferenti affetti però da patologie che non conducono di per sé alla morte per effetto della semplice interruzione delle cure.
Proprio al fine di non creare discriminazioni tra tipi di malati, emerge l’esigenza di ammettere l’eutanasia a prescindere dalle modalità della sua esecuzione concreta (attiva od omissiva).
Per questi motivi si prospetta efficace intervenire con questo referendum parzialmente abrogativo dell’art. 579 cp. Questo per una duplice ragione: innanzitutto intervenendo su questo si può esplicitamente richiamare il concetto di eutanasia; secondo poi la Corte, essendo intervenuta nella sentenza Cappato sull’art. 580 cp, può fare ricadere la disposizione come abrogata in una cornice normativa già delineata dalle sue pronunce in materia.
La norma che residua, infatti, ha al suo interno l’espressione “col consenso di lui” il cui significato risulta coordinato alle leggi dell’ordinamento e agli interventi della Corte.
Giuseppe Di Bella