Il Primo Cittadino ha visitato il quartiere periferico
Santa Palomba
Il sindaco Veronica Felici il 9 settembre ha visitato il quartiere di Santa Palomba.
“In questo fine settimana – ha dichiarato il sindaco Felici - ho avuto modo di fare un ulteriore sopralluogo nel quartiere di Santa Palomba, in particolare presso il centro sportivo, accompagnata dal Presidente del Comitato di Quartiere e da quello dell’ASD S. Palomba.
Una realtà virtuosa con genitori attivi e ragazzi impegnati nelle attività sportive, un motivo di ispirazione per tutto il quartiere perché possa ritornare ad essere parte integrante della città con servizi efficienti a disposizione dei cittadini: c’è molto da fare, ma lavoriamo per questo”.
T.S.
Dignità alla biblioteca
Sono anni che la biblioteca comunale non offre un servizio all’altezza delle nostre esigenze. Questi giorni un nuovo avviso che protrae la durata degli orari ridotti fino a nuova comunicazione. Anche per questo la scorsa settimana avevo già protocollato una mozione per chiedere di migliorare i servizi offerti e di investire in nuovi spazi analoghi in città.
Lo abbiamo detto tante volte in questi anni, anche alle precedenti amministrazioni: Pomezia ha bisogno di tornare ad investire nella cultura e nelle politiche giovanili. Secondo noi questo passa primariamente per il potenziamento dei servizi offerti dalla Biblioteca, l’unico spazio studio pubblico del territorio, fondamentale per garantire il diritto alla studio e per contrastare la dispersione scolastica e le situazioni di disagio economico e sociale.
Ma non solo: occorre dare una casa a tutte le associazioni e a tutti i cittadini che intendono promuovere presentazioni e iniziative culturali. Occorre rendere la biblioteca un vero e proprio polo culturale multifunzionale. Per farlo non servono ingenti somme di denaro, ma volontà e visione politica.
Enrico Mangano
consigliere comunale Pd
Importante contenere l’aumento della temperatura per il nostro ecosistema
Pianeta a rischio
Il mese di luglio appena trascorso è stato il mese più caldo mai registrato sul nostro pianeta da quando sono iniziate le rilevazioni delle temperature.
Rispetto ai livelli preindustriali la temperatura media è aumentata di 1,1 gradi e gli impatti nefasti sugli ecosistemi e sulla popolazione sono sotto gli occhi di tutti: gli eventi meteorologici estremi sono sempre più frequenti ed intensi e il numero di morti che provocano è sempre più elevato.
In assenza di efficaci azioni di contrasto, le politiche attuali determineranno un aumento della temperatura media di 2,7 gradi entro il 2100 e ciò renderà inospitale buona parte del nostro pianeta. La sfida necessaria per limitare il surriscaldamento entro 1,5 gradi è quindi diventata ancora più grande e prioritaria.
Le principali strategie per combattere il surriscaldamento e ridurre le emissioni di gas serra (CO2 in primis), che ne sono i maggiori responsabili, risiedono nella riduzione della dipendenza dai combustibili fossili, nell’utilizzo di energie alternative rinnovabili, del nucleare, dell’idrogeno verde, nell’efficientamento energetico, nel ridotto ricorso alle materie prime naturali a favore di un’economia sempre più circolare. Alle strategie consolidate, la moderna geoingegneria affianca inoltre le tecniche di cattura e stoccaggio della CO2 e quelle per aumentare la capacità delle superfici di riflettere la radiazione solare.
A render ancor più complesso il quadro del surriscaldamento globale contribuisce anche il fenomeno dell’urbanizzazione. Secondo le ultime stime delle Nazioni Unite, entro il 2030 quasi il 65% della popolazione mondiale vivrà nelle città ed il numero di esse esposte a temperature estreme sarà quasi triplicato entro il 2050.
Le enormi distese di superfici costruite, la carenza di spazi verdi, la concentrazione di attività umane e industriali, l’uso intensivo di energia e trasporti, sono i principali responsabili di un surriscaldamento sempre più marcato delle città rispetto alle aree rurali, fenomeno noto come “isola di calore urbana”. L’incremento delle temperature medie dell’aria nelle città può arrivare fino a 3 gradi e oltre. Inoltre, durante le ore notturne, le superfici e i suoli di colore scuro restituiscono una quota significativa di energia termica che produce un riscaldamento ininterrotto. Le strade, i marciapiedi in asfalto, le coperture scure degli edifici rappresentano gran parte della superficie esposta all’irradiazione solare. In particolare, l’asfalto utilizzato per la pavimentazione stradale, avendo una bassa capacità di riflettere la radiazione solare e un’alta capacità termica volumetrica, dà luogo a elevatissime temperature superficiali, che possono superare i 60 gradi nelle giornate estive più calde.
La rigenerazione dei sistemi urbani è fondamentale per ottenere significative riduzioni dei fenomeni locali di surriscaldamento. La riduzione del traffico veicolare, con sostegno al trasporto pubblico sostenibile nonché alla mobilità attiva (es. camminare e andare in bicicletta), il ricorso a energie alternative e le virtuose pratiche di economia circolare sono fattori imprescindibili per lo sviluppo sostenibile delle città.
Tra i più efficaci sforzi da intensificare rientra sicuramente l’aumento della superficie urbana destinata agli specchi d’acqua e, soprattutto, alle aree verdi. La “forestazione urbana” deve prevedere il reinserimento di orti, viali alberati, ma anche facciate e, soprattutto, coperture verdi, oltre ovviamente a parchi e boschi anche in aree prossime alle città.
Incrementare il verde urbano, ridando spazio ad alberi e aiuole, consente di offrire ai cittadini maggiore possibilità di ombreggiamento e benefica riduzione delle temperature. I tetti verdi, inoltre, comportano, nella stagione calda, notevole abbattimento della temperatura di superficie e del flusso di calore verso l’interno delle abitazioni, riducendo la domanda di energia per raffrescamento.
Una strategia per ridurre la temperatura superficiale di tetti, facciate e pavimentazioni urbane si basa anche sulle cosiddette superfici fredde, straordinariamente riflettenti, che contrastano l’assorbimento di energia termica grazie ai materiali innovativi che le caratterizzano, i cosiddetti “cool material”. Pertanto, la loro potenzialità può esplicarsi direttamente nel contributo alla riduzione delle temperature delle superfici urbane e indirettamente dei consumi di energia elettrica degli edifici nei mesi estivi.
Nel ventaglio delle soluzioni in grado di contribuire all’azione di contenimento degli effetti del surriscaldamento nelle città va poi annoverata la pavimentazione in calcestruzzo drenante, la cui impronta sostenibile si misura non solo dalla elevata capacità di respingimento della radiazione solare ma anche attraverso la sua altissima capacità drenante, circa 100 volte superiore a quella di un terreno naturale, che permette di rispettare il ciclo naturale dell’acqua, favorire il deflusso dell’acqua piovana e contribuire a fronteggiare le bombe d’acqua, fenomeni copiosi e concentrati che si abbattono ormai assai frequentemente anche sulle nostre città.
Il momento di agire è adesso. Uno studio recente pubblicato sulla rivista Nature ha identificato la cosiddetta nicchia climatica umana, cioè le temperature e la quantità di precipitazioni in cui la nostra specie può prosperare. Con le politiche attuali il numero di esseri umani che si troverà fuori dalla nicchia, aumenterà in maniera esponenziale negli anni a venire. Se le azioni di contrasto ai cambiamenti climatici non saranno accelerate e attuate sinergicamente da tutti gli attori in gioco, il rischio che le città e, più in generale, il pianeta diventino inospitali, sarà sempre più concreto.
Mario Borgo Caratti
Pomezia in Azione