Per 10 milioni di euro ad un imprenditore e alla moglie
Confisca dei beni
Ardea, confisca di beni per un valore complessivo di 10 milioni di euro nei confronti di un imprenditore romano operante nella zona a sud di Roma. Gli agenti della Polizia di Stato in servizio presso la Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Roma e il Servizio Centrale Anticrimine, hanno eseguito un decreto di confisca di beni, per un valore complessivo di 10 milioni di euro, emesso ai sensi della normativa antimafia dal Tribunale Sezione Misure di Prevenzione di Roma, su proposta congiunta del Procuratore della Repubblica di Roma e del Questore di Roma, nei confronti di un imprenditore romano e della moglie, entrambi di 79 anni e del figlio di 45 anni. L’odierno provvedimento fa seguito ad analogo decreto di sequestro emesso dal medesimo Tribunale nell’ottobre 2022. Il predetto nucleo familiare, composto da imprenditori operanti nei settori della gestione dei rifiuti ed immobiliare, nel 2017 era stato coinvolto nell’operazione denominata “Dark side”, condotta dalla Polizia di Stato con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, che disvelò l’esistenza di un sodalizio criminale dedito all’illecito smaltimento di rifiuti, accertando numerosi sversamenti abusivi, aventi ad oggetto anche rifiuti di natura tossica e generanti elevatissimi profitti illeciti. Tra i conferitori fu individuata anche un’impresa, operante in Ardea, riconducibile ai proposti, i quali si rendevano responsabili di reiterate condotte delittuose in materia ambientale, gestendo illecitamente ingenti quantitativi di rifiuti speciali pericolosi che venivano conferiti in una discarica abusiva sita in Aprilia. Per tali fatti i tre soggetti sono stati condannati in primo grado dal Tribunale di Roma per traffico illecito di rifiuti, attività di gestione di rifiuti non autorizzata, realizzazione o gestione di discarica non autorizzata e inquinamento ambientale. I notevoli proventi illeciti, così conseguiti, venivano reinvestiti nella medesima società – allo scopo di occultarne la loro genesi e dando luogo, com’è tipico dell’agire criminale in contesti economici, a condotte di autoriciclaggio e intestazione fittizia – nonché nell’acquisizione di ulteriori utilità, celandole dietro ulteriori schermi societari.
L’odierna attività costituisce il risultato della costante ed incisiva azione congiunta della Procura capitolina e della Polizia di Stato volta a contrastare la criminalità organizzata, ad aggredire i patrimoni illecitamente accumulati e a sottrarre le attività economiche al circuito criminale per essere restituite alla collettività in un percorso di legalità.
Le indagini patrimoniali svolte dai menzionati Uffici, che hanno abbracciato l’arco temporale di circa un trentennio, hanno evidenziato una rilevante sproporzione tra i beni posseduti, direttamente o indirettamente, e i redditi dichiarati o l’attività economica svolta ovvero la sussistenza di sufficienti indizi per ritenere che essi siano il frutto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego.
Con il decreto di confisca, non ancora definitivo, il Tribunale ha accolto pienamente l’analisi investigativa economico-patrimoniale, certificando così la rilevante sproporzione tra fonti di reddito lecite, attività economiche esercitate e complesso patrimoniale posseduto direttamente o indirettamente dai tre proposti.
Il provvedimento ablativo eseguito nelle province di Roma, Latina Frosinone e L’Aquila colpisce i seguenti beni e assetti societari del valore complessivo stimato di 10 milioni di euro: tra quote e intero patrimonio aziendale di 3 compagini societarie operanti nei settori del trattamento dei rifiuti, del commercio di materiali ferrosi e immobiliare; 22 fabbricati siti a Roma, Pomezia, Marino e Ardea (RM), Aprilia e Fondi (LT), Magliano dei Marsi (AQ), Sgurgola(FR); 10 terreni siti a Roma, Ardea, Fondi (LT); 1 veicolo; Disponibilità finanziarie di circa 500 mila euro.
S.Me.
L’inciviltà dei cittadini questa volta si è manifestata vicino alla Ecostazione di via Bergamo
Rifiuti abbandonati
I rifiuti non solo abbandonati lungo le strade sul territorio di Ardea, ma adesso alcuni solerti cittadini li vanno a gettare anche nell’area dell’Ecostazione di Via Bergamo. Una Ecostazione che dovrebbe avere un’altra finalità e non quella di una discarica a cielo aperto. Sembra esserci quasi una forma di ritorsione o ripicca nei confronti di una pubblica amministrazione che, con innumerevoli sforzi, sta cercando di portare avanti un servizio su un territorio vasto e disseminato di migliaia di case, per tenere pulito l’ambiente ed evitare scene di degrado come quelle che nostro malgrado dobbiamo portare quotidianamente all’attenzione dell’opinione pubblica. Non è facile amministrare, ma è anche difficilissimo inculcare nell’ educazione popolare quale sia la ragione perché si metta in atto una raccolta differenziata o porta a porta come vuol definirsi, per tenere pulito l’ambiente per le generazioni future, Generazioni future che sono anche i figli di questi sporcaccioni che gettano i rifiuti in ogni angolo delle strade ed in luoghi impensabili, pur di liberarsi di qualcosa che pesa nelle proprie case. Sono anni ormai che attraverso le colonne de Il Pontino, si sta svolgendo una sorta di campagna di denuncia per la presenza di rifiuti abbandonati al loro destino.
Non è però solo una semplice denuncia, ma vuole essere un monito e soprattutto un suggerimento per chi, malauguratamente, riuscisse a leggere qualche articolo che riguarda i rifiuti. L’educazione civica e la responsabilità di un cittadino non esistono, Esistono solo nel richiedere sostegno economico e benefici da parte del Comune. Quando poi l’amministrazione comunale chiede di tenere pulite le strade, allora, ci si aggrappa alle peggiori forme di protesta gettando i rifiuti in mezzo alla strada o in luoghi dove come la Ecostazione di Via Bergamo ha altre finalità. In questo quadro desolante arrivano sempre più segnalazioni da parte dei cittadini che, nonostante la difficoltà a muoversi, le difficoltà sul fronte del lavoro, le difficoltà economiche, e tutte quelle questioni che riguardano il vivere civile, non si fanno abbandonare dallo spirito di educazione civica che li ha sempre contraddistinti, e proseguono quotidianamente a segnalare quello che accade. Come è avvenuto per la Ecostazione di Via Bergamo dove sono state scattate queste foto e che rappresentano evidentemente il degrado e lo stato di abbandono in cui qualcuno vorrebbe far ricadere Ardea, sono il simbolo della freschezza e della voglia di trasparenza che accomuna il cammino di tante persone per bene che denunciano il degrado e l’abbandono.
Sabatino Mele