Il 18 marzo la giornata nazionale delle vittime
Vittime del Covid
Il 18 marzo si è celebrata in tutta Italia la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus, istituita formalmente il 17 marzo 2021. La data scelta è quella in cui nel 2020 i camion militari carichi di bare sfilarono per Bergamo.
In occasione della Giornata nazionale, tutti gli edifici pubblici hanno esposto le bandiere a mezz’asta.
Il Comune di Pomezia ha ricordato il 31 gennaio del 2021 le vittime di Covid-19, con un ceppo commemorativo nel Parco delle Rimembranze di via Varrone.
Anche Pomezia ha dato il suo triste contributo in termini di vite umane.
Nella nostra città i morti per Covid sono stati oltre 50, a loro va il nostro ricordo.
A.S.
Il pediatra dottor Alessandro Tucci ci spiega perchè non bisogna essere esagerati
Streptococco: niente allarmismi
Il dottor Alessandro Tucci da decenni pediatra nella nostra città ci ha parlato dell’infezione da streptococco che colpisce i bambini, infezione che sta creando un clima generale di forte preoccupazione.
“Passata la fase del Covid - ha riferito il dottor Tucci - in cui il problema principale era sapere se il tampone fosse positivo o negativo e non pensare a curare le forme bronchiali o polmonari che procurava (come se una polmonite da covid fosse incurabile al contrario di altre) adesso quello che preoccupa è la presenza dello streptococco”.
- Dottore sta girando nelle scuole!
“Lo streptococco è un germe che alberga nella nostra gola come tanti altri, se diventa patogeno può soltanto procurare una banale tonsillite (curabile con qualsiasi antibiotico in due, tre giorni) al massimo può sfociare nella scarlattina con esantema cutaneo (curabile nello stesso modo).
A questo punto per spegnere questo esagerato allarmismo procurato non solo dai genitori, ma purtroppo anche da alcuni istituti scolastici, vi presento due articoli parti di articoli della rivista medica “Medico e Bambino” e lascio la deduzione logica alle vostre intelligenze”.
A.S.
Di seguito alcuni stralci degli articoli apparsi su “Medico e Bambino”
I portatori sani
Da ricordare ai genitori, aggiunge Reale: “Esiste un’alta frequenza di bambini portatori sani di streptococco. Se eseguissimo tamponi durante tutti i mesi, ogni bambino risulterebbe portatore asintomatico 2-3 volte l’anno. Se ad esempio ha una febbretta che va via subito, con del paracetamolo: è possibile che sia streptococco. Il batterio è presente nella gola di una percentuale di bimbi tra il 5 e il 20% senza causare una vera e propria infezione. In questi bambini la terapia è completamente inefficace. Per questo, non ha senso trattare un bambino con tampone positivo, ma senza sintomi (quindi senza mal di gola e senza febbre). Per la stessa ragione, è altrettanto futile eseguire un tampone alla fine della terapia antibiotica”.
E il tampone faringeo
E siamo alla questione del tampone faringeo. Ok! Il tampone faringeo va fatto in un solo caso: nel sospetto clinico di infezione da Streptococco Beta Emolitico di Gruppo A (SBEGA). Stop. Non serve ad altro ed è inutile eseguirlo in pieno benessere. Fare tamponi faringei in corso di epidemia di Streptococco (che c’è ogni anno soprattutto in autunno e primavera) in soggetti sani (cioè che non hanno febbre, maldigola, etc.) non serve a nulla. Non serve perché trovare uno Streptococco Beta Emolitico di gruppo A in gola senza alcuno sintomo di malattia, non ci porterebbe a fare propria nulla. Nulla, tranne situazioni rarissime in cui c’è un convivente affetto da Malattia Reumatica.
Il motivo è molto semplice: il 20% dei bambini in età scolare è portatore sano di SBEGA, cioè ha lo Streptococco in gola ma senza malattia e questi bambini non vanno trattati, perché appunto sono “sani”, né possono trasmettere l’infezione”.
Edo Capri