Con le pioggie torna il problema dei drenaggi stradali
Allagamenti
Il 5 settembre 2024, il Nucleo Operativo Airone di Ardea è stato contattato da un privato residente in via Catanzaro a causa di un allagamento provocato da forti piogge. Tuttavia, il team non ha potuto intervenire, poiché la zona non consente un adeguato pescaggio e scarico dell’acqua con l’idrovora. Questa situazione ha messo in evidenza la necessità di lavori di ristrutturazione nella via, per evitare futuri allagamenti. Ancora una volta, le intense precipitazioni hanno sottolineato quante molte strade necessitino di un rifacimento radicale per garantire una migliore gestione delle acque meteoriche.
In risposta a questi eventi, continua il monitoraggio sul territorio per altri allagamenti e sopralluoghi per rami pericolanti. Il Nucleo operativo Airone ha avviato un monitoraggio costante del territorio per identificare altre aree a rischio di allagamenti. Interventi tempestivi sono essenziali per prevenire danni e garantire la sicurezza dei cittadini.
È sempre più urgente un progetto di ristrutturazione delle strade da parte dell’Amministrazione Comunale, per affrontare le emergenze nel corso di piogge intense.
Questo inizio di mese di settembre è stato caratterizzato da giornate di forte maltempo. In particolare lo scorso 5 settembre, a Tor San Lorenzo, Colle Romito e Lido dei Pini i residenti della zona, si sono risvegliati in un’atmosfera che ricordava Venezia, a causa di intense precipitazioni che hanno colpito la zona. Le strade, non resistendo al violento diluvio, si sono allagate, creando notevoli disagi sia per gli automobilisti che per gli abitanti. Molti residenti si sono visti costretti a non uscire dalle proprie abitazioni a piedi, mentre le acque stagnanti ostruivano il traffico.
“Questo evento ha evidenziato l’urgenza di un intervento significativo nella ristrutturazione delle infrastrutture stradali - hanno detto alcuni residenti -. La mancanza di un adeguato sistema di drenaggio e tombini otturati, assieme a pendenze inappropriate, infatti, contribuisce a questo tipo di emergenze. Con le attuali condizioni climatiche che portano a piogge più intense e rapide, la necessità di modernizzare e migliorare le strade diventa sempre più pressante per garantire la sicurezza e il comfort dei cittadini”.
S.Me.
Uno scorcio di storia riscoperto grazie alla pulizia di rovi ed erbacce
La bellezza della chiesa di S. Pietro
Basta poco per far risaltare la bellezza di Ardea. In questo caso è la parte posteriore della Chiesa Parrocchiale di San Pietro Apostolo, patrono di Ardea, ad essere immortalata in questa pregevole fotografia, che grazie alla pulizia dei rovi e delle erbacce si può ammirare in tutto il suo splendore.
“Abbiamo fatto togliere tutti i rovi che fiancheggiavano la facciata – ha sottolineato la delegata al centro storico di Ardea, la consigliera comunale Edelvais Ludovici -. Meravigliosa. Il decoro urbano in un paese come Ardea è la cosa più importante, proprio per riscoprire scorci di storia che prima erano seppelliti dalle erbacce. La pulizia è fondamentale proprio perché consente a questi piccoli centri urbani di essere ammirati nella loro grandezza e nella loro storia e tradizioni. La riscoperta degli scorci, ti ricorda è ti fa vivere la storia del luogo. La cultura unisce i popoli. È questo è fondamentale per tramandare le tradizioni e la storia di una comunità, come quella di Ardea, che rappresenta sicuramente una testimonianza di rilievo nella storia e nella cultura italiana”.
Alcuni cenni storici
La chiesa di San Pietro Apostolo è uno dei più antichi monumenti romanici del territorio ardeatino. La sua vicenda costruttiva si svolge in almeno tre fasi collocabili tra la metà del IX e la fine del XVI secolo. Al periodo IX-XII secolo risale il corpo principale, di impianto romanico, comprendente i pilastri centrali e parte del lato volto a levante. Opera costruttiva poggiante sulle fondamenta di un preesistente tempio arcaico. Le alzate delle mura perimetrali furono erette con scaglie ottenute dalla frantumazione dei massi squadrati arcaici in tufo locale, dalla calda patina a riflessi di oro antico. Ai primi del XIII secolo, sotto il governo dei benedettini della Basilica di San Paolo, la Chiesa, per interessamento dell’abate Giovanni Caetani (ardeatino) e del Camerlengo Cencio Savelli (futuro Papa Onorio III), venne ampliata ed arricchita da elementi architettonici ed artistici, incorporando inoltre il tozzo campanile a canna quadrata, che in origine svolgeva la funzione di torre vedetta per l’avvistamento di navi saracene.
La terza fase costruttiva risale ai secoli XIV-XV-XVI, coincidente all’avvento dei feudatari (Orsini-Colonna-Caffarelli-Cesarini-Sforza Cesarini). L’edificio si trasforma in Chiesa baronale, subendo radicali trasformazioni edilizie e architettoniche, quali lo spostamento dell’ingresso centrale (da ponente a levante), il rifacimento del prospetto della facciata con il tetto a due falde dalle capriate a vista, con i tetti ad una sola falda spioventi all’esterno a copertura delle aggiunte navatelle laterali, e con la costruzione dell’ampio abside di forma semicircolare che accoglie l’altare maggiore.
La Chiesa assume così definitivamente la sobria linea architettonica che ci è pervenuta attraverso i secoli, malgrado il crollo del campanile e della navatella di destra avvenuto nel XVI secolo. La ricostruzione e il definitivo restauro fu eseguito negli anni ‘40 per diretta volontà dell’allora capo di Governo B. Mussolini in occasione di una sua visita ad Ardea.
Sabatino Mele