Cremonini delibera videosorveglianza e riqualificazione
Degrado ad Ardea
La videosorveglianza per combattere il degrado ad Ardea. E quanto prevede la delibera di Giunta n. 158 del 9 settembre 2024, presieduta dal sindaco di Ardea, Maurizio Cremonini, per la realizzazione di un sistema di videosorveglianza, riqualificazione delle aree degradate e recupero ambientale contro l’abbandono dei rifiuti. Una delibera che sarà inviata alla Regione Lazio con la relativa richiesta di finanziamento nell’ambito del programma “Sicurezza in Comune” che prevede interventi tesi a favorire il controllo del territorio, prevenire e contrastare fenomeni di inciviltà urbana e degrado, ridurre il rischio di esposizione di specifiche zone a fenomeni di criminalità diffusa e predatoria, recuperare e migliorare la qualità degli spazi pubblici, promuovere la rivitalizzazione degli stessi e la fruizione da parte della comunità locale, limitare in senso di insicurezza percepito dai cittadini.
Il progetto “Realizzazione di sistemi di video sorveglianza”, acquisizione e gestione di informazioni - Riqualificazione di aree degradate recupero ambientale contro l’abbandono dei rifiuti” redatto dal Responsabile del Settore V° - Polizia Locale e Protezione prevede l’installazione, implementazione e adeguamento dei sistemi di videosorveglianza per un importo cofinanziato di € 100.000 così suddivise: Euro 50.000 importo ammesso a contributo regionale; Euro 40.000 importo fondi comunali del bilancio triennale 2024/2026 esercizio di competenza 2024; Euro 10.000 importo restante da rimandare a successivo atto di variazione di bilancio; riqualificazione di aree degradate, connotate da una particolare incidenza di fenomeni criminali o ritenute critiche per la sicurezza, la vivibilità e la coesione sociale per un importo ammesso a contributo di € 100,000. In pratica alle 41 telecamere in funzione ed alcune delle quali saranno ripristinate, si aggiungeranno altre 23 di nuove installazioni per meglio controllare le zone a rischio.
“Il degrado urbano è una delle problematiche più rilevanti ad Ardea – si evince dalla relazione del Comandante della Polizia Locale di Ardea, Marzia Sgrò -. Diverse aree residenziali e spazi pubblici, come parchi e giardini, presentano segni evidenti di abbandono. Tra le criticità osservate: Aree verdi privi di manutenzione, rifiuti abbandonati e vandalizzazione di strutture pubbliche contribuiscono a una percezione di insicurezza. La presenza di immobili in stato di abbandono o degrado rappresenta un problema sia estetico che di sicurezza, poiché questi luoghi possono diventare rifugi per attività illecite. Negli ultimi anni, Ardea ha registrato un incremento di episodi di criminalità diffusa e predatoria, che includono furti, scippi e atti vandalici.
Le problematiche più significative includono: Le segnalazioni di furti nelle abitazioni sono aumentate, in particolare nelle zone periferiche, dove la presenza di sistemi di sicurezza è meno diffusa. I giovani, a volte in gruppo, anche di origini nord africana e dell’est europeo, sono stati coinvolti in atti di vandalismo, come danneggiamenti a proprietà pubbliche e private (ad es. area giardino pubblico intitolato a Falcone e Borsellino in località Tor San Lorenzo), creando un clima di insicurezza tra i cittadini. La presenza di gruppi di Camminanti insieme a soggetti di provenienza Bosniaca di etnia Rom e Sinti hanno innescato una criminalità associata, dando vita a scippi e furti portando a un aumento di crimini minori, come scippi e furti, spesso mirati ai residenti locali oltre ad attività illegali quali attività illecite come la vendita di oggetti rubati e il riciclaggio di rifiuti, creando altresì conflitti sociali con i residenti e altre comunità, amplificando tensioni sociali e stigmatizzazioni”.
“Una delle problematiche più gravi associate a questi gruppi di zingari – sottolinea ancora il comandante della Polizia Locale - è la creazione di discariche illegali. Le discariche abusive hanno avuto diversi impatti: L’abbandono di rifiuti non degradabili e pericolosi possono contaminare il suolo e le acque sotterranee e le sostanze tossiche potrebbero infiltrarsi negli ecosistemi locali, minacciando flora e fauna. La presenza di rifiuti non trattati potrebbe comportare rischi per la salute pubblica, favorendo la proliferazione di insetti e roditori che possono trasmettere malattie e roghi tossici scaturenti dalla combustione di materiale contenente diossina ecc. In particolare nella giornata del 20 giugno c.a. nella zona delle Salzare, tra via Valli di Santa Lucia e via Monti di Cesavero, subito dopo lo scoppio di un rogo di sterpaglie e campi incolti, in poco tempo l’incendio, si è espanso in una zona di circa quattro ettari.
Le fiamme, anche a causa delle condizioni meteorologiche, sono arrivate fino alla ex cava e proprio qui hanno preso fuoco i rifiuti di vario genere presenti in quest’area (carcasse di veicoli, materiale pericoloso. Tra l’altro, una famiglia presente in zona è stata anche evacuata. Le operazioni di spegnimento sono andate avanti fino a notte inoltrato, la Polizia Locale è stata in costante contatto con il Dipartimento di Prevenzione della Asl Roma 6, richiedendo e ottenuto che l’Arpa Lazio installasse una colonnina per il campionamento dell’aria ed è stato chiesto alla medesima Autorità di provvedere a un monitoraggio del suolo”.
Sabatino Mele
L’assessore alle attività produttive Fulvio Bardi traccia il resonconto della manifestazione
La riscoperta del pomodoro pantano
“La prima edizione della Sagra del Pomodoro Pantano è stata l’occasione per far rivivere il ricordo del pomodoro pantano scomparso da oltre sessant’anni è tornato alla ribalta attraverso la “Prima Sagra del Pomodoro Pantano” svoltasi ad Ardea dal 30 agosto al 1 settembre presso il Piazzale Virgilio”.
Con grande entusiasmo l’assessore alle attività produttive del Comune di Ardea, Fulvio Bardi, traccia il bilancio di questo primo ed importante appuntamento con la riscoperta di un prodotto locale, come il Pomodoro Pantano, che era scomparso da qualche decennio, e che finalmente è tornato protagonista delle tavole degli ardiesi.
“Questa iniziativa agroalimentare - ha detto ancora l’assessore Bardi - si propone l’obiettivo di conservare le origini genetiche e di coltivazione del pomodoro pantano, per elevarne le sue qualità e per diffonderlo nel mercato locale e fuori dai confini di Ardea. L’evento socio culturale, già nella prima giornata, ha visto un’importante affluenza di cittadini, i quali, si sono dilettati con degustazioni di piatti tipici a base di pomodoro curati da chef stellati e la distribuzione gratuita di sementi antiche.
Colgo l’occasione per ringraziare il Sindaco Maurizio Cremonini, la Vicepresidente della Giunta regionale Dott.ssa Roberta Angelilli, l’Assessore Regionale del Lazio Dott. Fabrizio Ghera e diversi consiglieri del Comune rutulo, la cui presenza è testimonianza dell’attenzione e l’interesse nei confronti della promozione di prodotti tipici locali di certificata provenienza e che si collocano tra le eccellenze agroalimentari del nostro Paese. Il mio vivo ringraziamento va anche ai dipendenti dell’Ufficio SUAP che si sono prodigati con competenza e responsabilità alla realizzazione di questa sagra. Visto il riscontro ottenuto, ben oltre le nostre aspettative, ci incoraggia a replicarla nel tempo, insieme ad altre attività di carattere socio culturale che possono esaltare e dare lustro alla città che amministriamo”.
Ma vediamo nel dettaglio cosa hanno riportato alla luce gli amici Cercatori di Semi-Terranatura di Ardea, con il Pomodoro Pantano di Ardea - Stortone (Lycopersicon lycopersicum).
“Siamo orgogliosi del ritrovamento di questo cimelio del comune che ci ospita - hanno detto i Cercatori di Semi -. Pomodoro “storico” coltivato nel comune di Ardea e limitrofi, alle porte dell’Agro Pontino. Conservato da pochissimi appassionati era ormai quasi solo un ricordo, non è stato facile reperirne le sementi. La pianta è determinata, mediamente produttiva, particolarmente rustica. Le bacche, di forma costoluta e irregolare (da qui il nome più antico: Pomodoro Stortone), è di grandi dimensioni, dai 350 ai 500 grammi e più, la polpa è compatta, (compatibilmente alla qualità del terreno), molto saporita, con pochissimi semi.
Il pomodoro è un di bel rosso striato di verde e giallo dorato. Pronto in circa 90 giorni dall’emergenza. Se coltivate nei comuni di Ardea e limitrofi (Aprilia, Albano, Anzio, Pomezia) potete richiedere gratuitamente le sementi del Pantano di Ardea lasciando un messaggio in fase d’ordine o telefonando, anche ritirando presso la nostra sede”.
“Il Pantano di Ardea - raccontano ancora i Cercatori di Semi -, città che ospita la nostra tenuta, ci venne segnalato da un coltivatore che lo ricordava negli anni ‘60 del secolo scorso, lo descriveva come un grosso pomodoro costoluto, molto irregolare, chiamato Verdone o Stortone. La ricerca è durata circa due anni, per arrivare a tre coltivatori che ancora coltivavano la varietà nei loro orti, da cui abbiamo reperito le sementi.
La prima fase è la coltivazione, in orti isolati, come unico della specie. In questo modo si verificano eventuali fitopatologie, la morfologia e la qualità delle bacche o dei frutti.
La seconda fase è contattare un ente che possa effettuare un ulteriore controllo, questa è la parte più complicata. Fortunatamente nella nostra regione esiste l’ARSIAL: agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio, nonostante le difficoltà dovute alla pandemia si sono occupati di ricevere le sementi con estrema disponibilità, queste sono state poi coltivate per poter essere sottoposte a un’analisi genetica che stabilirà l’eventuale “genuinità” della varietà. Successivamente si inserirà l’ecotipo nel “registro volontario delle varietà a rischio erosione genetica”.
Questo è un enorme aiuto alla tutela dell’agrobiodiversità”.
Sabatino Mele