Mirko è autistico ma può lavorare come barman
Datemi fiducia
Mirko, 18 anni, è seguito dalla Fondazione Roma Litorale. Fontana: “Certifichiamo per lui. Ragazzi con autismo possono essere inseriti, noi pronti a supportare le aziende”. L’appello della mamma: “È un ottimo barman, dategli fiducia”.
Il Lazio riparte, anche se gradualmente. E gradualmente anche la speranza di tanti ragazzi con disabilità intellettiva di poter esaudire, dopo un lungo percorso, il loro sogno, lavorare. Mirko è uno di loro: 18 anni e una sindrome dello spettro autistico che, grazie alla Fondazione Roma Litorale, oggi non fa più così paura. Anzi.
“Spero che superato questo momento di incertezza possa avere anche io la mia occasione. Vorrei lavorare come cameriere in una sala bar”. Sorride Mirko sciolto e pieno di speranza. Ma non è sempre stato così.
“Oggi - spiega mamma Silvia - è un’altra persona. Ha superato gran parte delle sue problematiche. E di questo devo ringraziare in primis la Fondazione Roma Litorale, ex Anffas Ostia. È con loro da 15 anni. È stato uno dei primi ragazzi con sindrome dello spettro autistico a essere seguito con metodi innovativi. I risultati sono sotto gli occhi di tutti”.
“Abbiamo scoperto la sindrome di Mirko verso i tre anni. Non parlava più, piangeva per ore, camminava avanti e indietro. Decidemmo di andare a Tor Vergata: la diagnosi fu impietosa. Scappai, non ci potevo credere. Ci indicarono l’Anffas Ostia, oggi Fondazione Roma Litorale. Qui ha iniziato un percorso che ha dato i suoi frutti. Oggi va all’istituto alberghiero Elsa Morante succursale del Tor Carbone. Si è specializzato in sala. Ha fatto degli stage. Speriamo, una volta superato questo momento storico, possa trovare un impiego. Sarebbe un modo per sentirsi importante, integrato”.
“Mirko è un grandissimo lavoratore e oggi non presenta alcun comportamento problematico - afferma la dottoressa Sara Zanin, educatrice professionale della Fondazione Roma Litorale esperta in sindrome dello spettro autistico -. A scuola opera in brigata e gestisce lo stress senza problemi. È verbale, se la cava molto bene. È cambiato molto. Per noi è una gioia vedere come sia integrato a scuola. Ha svolto anche un tirocinio, è stato bravissimo. Siamo davvero felici. Abbiamo fatto uno splendido percorso insieme, collaborando anche con la collega Federica Cristanziani. Da piccolino abbiamo lavorato molto sulle abilità cognitive, accademiche, didattiche, verbali ed espressive. Ora che è adulto ci concentriamo sulle relazioni sociali, emotive e sulle autonomie. Il nostro auspicio è che una volta superata questa fase possa trovare un lavoro. Siamo pronti a certificare per lui. Mirko è una risorsa per chiunque”.
“Come Fondazione da ormai diversi anni siamo molto attivi nel campo dell’inserimento lavorativo - sottolinea il dottor Andrea Fontana, psicoterapeuta e responsabile dell’agenzia lavoro della Fondazione Roma Litorale -. Il Covid purtroppo ha bloccato un percorso importantissimo per ragazzi come Mirko. I tirocini lavorativi hanno una duplice valenza. In primis ci permettono di superare quella diffidenza che ancora accompagna le aziende ad approcciarsi alla disabilità. Facendoci carico degli oneri assicurativi e mettendo a disposizione un tutor che segue il ragazzo per tutto l’orario lavorativo, le imprese non si sentono sole e sono più propense ad aprire le loro porte, accorgendosi poi delle grandi potenzialità che accompagnano questa scelta. In secondo luogo ci permettono di mettere a frutto un lavoro sulle autonomie personali e sociali avviato nel corso degli anni potenziando l’inclusione sociale.
I nostri progetti riabilitativi sono infatti ‘long life’. Seguiamo i ragazzi da quando sono piccolissimi. Questo modo di lavorare ci ha permesso in pochi anni di avviare circa 30 tirocini lavorativi oltre a realizzare un bar associativo interno nel quale lavorano altri 8 ragazzi”.
Ufficio Stampa
Fondazione Rml
Ha riaperto il Teatro Studio 8 con il duo comico dei “Carta Bianca”
Risate da asporto
Finalmente si riparte, ha riaperto il “Teatro Studio 8” di Nettuno, in Via Velletri nr. 8 che ha ospitato l’esilarante spettacolo “Risate da asporto” con il famoso duo comico dei “Carta Bianca”. Lucio Dal Maso e Daniele Graziani hanno fatto letteralmente morire dal ridere gli spettatori la sera dell’8 maggio ed il pomeriggio di domenica 9.
La loro ultima fatica, per la regia di Federico Maria Isaia, è nata durante questo anno di forzato riposo a causa della pandemia da Covid-19, da qui il titolo molto azzeccato. Si tratta di uno spettacolo del tutto nuovo con tante gags, innumerevoli sketch, scenette a gogò. Curati nei particolari anche i vestiti di scena, le acconciature.
Dopo gli zombie, la storia rivisitata e corretta, le giornate dedicate a…, il vescovo che benedice una coppia in sala, il bagnino che aiuta il suo re, Antonio Banderas che litiga col gallo marito di Rosita, Giulietta al balcone che dialoga con Romeo avvinazzato. Ogni sketch è inframezzato da balli, canzoni, accompagnamenti con la chitarra, cambi d’abito, coinvolgimenti del pubblico. Applauditissima l’interpretazione di “Nina, si voi dormite”, cantata a due voci con tanta passionalità, ricordando un grande che ci ha lasciato durante la pandemia: Gigi Proietti. Il pubblico, poche persone per rispettare il distanziamento, si è divertito moltissimo, applaudendo spesso a scena aperta. Il Presidente dell’Associazione “Liberi Teatranti” che con tanti sacrifici ha tenuto duro durante il lockdown, Giampiero Bonomo, ha annunziato che il Teatro aprirà definitivamente, all’aperto’, dal 16 luglio, con un cartellone di tutto rispetto, commedie, cabaret, canzoni. Speriamo che “Risate da asporto” possa essere replicato davanti ad un pubblico numeroso, magari anche in qualche TV, perché i “Carta Bianca” meritano tanto successo a livello nazionale.
Rita Cerasani
Un monumento ad Enea
Il dottor Pietro Cappellari, Direttore della Biblioteca di Storia Contemporanea “Coppola” di Paderno (Forlì) ha avanzato l’idea di costruire un monumento ad Enea, il fondatore della stirpe romana che, all’alba della civiltà, passò davanti le coste di Nettuno prima di approdare alle foci del Tevere.
L’iniziativa nasce all’indomani dell’uscita dell’ultimo studio di Cappellari, edito dalle edizioni Ritter, nella collana “Quaderni di Thule”.
“In questa epoca di decadimento – ha dichiarato Cappellari – sembrano sprofondare tutti i valori sui quali la Civiltà europea ha creato il suo imperio nel mondo. Tipico di questo periodo è l’“inversione dei significati”, per cui le tenebre diventano la luce, il brutto si trasforma in bello, le devianze in virtù, il vile in eroe. Una grottesca metamorfosi della realtà, di cui è espressione il neo-linguaggio progressista ad esempio, che getta l’Uomo negli abissi di un inferno dantesco. Già Evola e Guenon avevano cantato la loro rivolta contro il mondo moderno e lo stesso Spengler parlava di “tramonto dell’Occidente”, ossia della Civiltà europea. Quella Civiltà che ha costituito l’asse portante dell’umanità per millenni, costruita sul mito degli Eroi, sembra sempre più sprofondare nella palude del quotidiano indistinto, senza passato, senza futuro. In questo scenario, gli Eroi vengono cancellati o addirittura trasformati nel loro opposto. Per questo, l’indignata constatazione di Adriano Romualdi rimane, drammaticamente, sempre più attuale: “Quel che non perdono al mio tempo è di aver costruito l’alibi della propria viltà diffamando gli Eroi”. Davanti tutto ciò, sembra impossibile vedere la luce del mattino nell’oscurità del tramonto in cui viviamo. Per questo, il mito di Enea – dell’Enea-Eroe, il fondatore della stirpe romana – è fondamentale. L’Uomo sano deve ripartire per la reconquista dalle proprie radici. Smascherando la vulgata che diffama appositamente Enea dipingendolo come un profugo apolide, riscoprendo invece la sua storia, il suo messaggio, il suo eroismo solare. Questo breve saggio su Enea assuma la funzione del fulmine durante il wagneriano Crepuscolo degli Dei che siamo costretti ad osservare. L’“uomo primitivo”, che incarna questa epoca di decadenza, ha paura del tuono che squarcia il cielo e si schianta dietro la collina. Ha paura perché non comprende. Ha paura perché dietro quella collina ci sono gli Uomini che inizieranno la reconquista. Sono i figli di Enea”.
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Lemmonio Boreo