Prosegue la formazione della Asl Roma 6 e la Procura della Repubblica di Velletri
Contro la violenza di genere
Proseguono sul territorio della Asl Roma 6, dai Castelli Romani fino al litorale, gli appuntamenti con i corsi di formazione “Con Te, Una Rete contro la violenza di genere”.
Il prossimo incontro in calendario per gli “addetti ai lavori” si terrà a Nettuno presso l’Istituto per Ispettori della Polizia di Stato in via Santa Barbara.
L’obiettivo è conoscere in maniera approfondita la normativa vigente e le strategie di contrasto più efficaci, rispetto al tema della violenza di genere, domestica e sui minori.
Il percorso sostenuto dalla Direzione aziendale della Asl Roma 6 e dalla Procura della Repubblica di Velletri vede la presenza di oltre duecento operatori tra Asl, Comuni, Forze dell’Ordine e CAV attraverso il coordinamento dei referenti del corso tra cui il Direttore f.f. UOC Integrazione Socio sanitaria della Asl Roma 6 e il Team Operativo della Procura della Repubblica di Velletri.
?Tanti sono stati gli appuntamenti rivolti al pubblico sul territorio: nei Comuni, con i ragazzi delle scuole e tramite eventi formativi rivolti ai protagonisti della rete interistituzionale.
Ad Agosto di quest’anno inoltre la Asl Roma 6 nella persona del Commissario Straordinario dottor Francesco Marchitelli e la Procura di Velletri nella persona del Procuratore Capo dottor Giancarlo Amato, hanno firmato l’accordo di gestione della piattaforma Conteinrete.it che aiuterà sempre più persone in difficoltà con una informazione diretta.
Una intesa che rientra nell’ambito del Protocollo sul sistema integrato di protezione delle “vittime di violenza di genere e di quelle in condizioni di particolare vulnerabilità” siglato nel 2018 nel quale rientra il Progetto denominato “CON TE”, finalizzato ad attivare azioni di formazione, comunicazione, monitoraggio e predisposizione di una piattaforma.
“Asl e Procura - ha dichiarato il Commissario Straordinario Francesco Marchitelli - sono dunque sempre più unite nella prosecuzione delle attività volte al contrasto di un fenomeno che dobbiamo ogni giorno combattere, instaurando un rapporto di coordinamento per rendere più efficace l’azione di gestione della piattaforma, attraverso anche la sottoscrizione dell’accordo e la formulazione di un regolamento condiviso.
Nessuno deve rimanere indietro, tutti gli attori del protocollo ne sono coscienti e il nostro grazie va a chi ogni giorno si impegna nella formazione e nella costante prosecuzione di questa missione sociale importantissima”.
Per il Direttore Sanitario Dottor Vincenzo La Regina questi incontri sul territorio sono di fondamentale importanza: “Far sapere alle persone che esiste una rete di esperti e istituzioni - ha dichiarato La Regina - significa gettare un paracadute fondamentale sia per le vittime di violenza di genere ma anche per tutti coloro che avvertono di sentirsi in una situazione di pericolo e non sanno a chi rivolgersi. Un pensiero particolare va ai minori, ai bambini che dobbiamo tutelare e proteggere perché rappresentano un futuro di speranza, di valori e sogni che non possiamo inquinare”.
Da febbraio del 2018, in cui fu condiviso il Protocollo di Intesa tra la Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Roma, la Regione Lazio e l’Ordine degli Psicologi del Lazio, con la finalità di promuovere iniziative finalizzate all’assistenza, alla protezione e all’ascolto, anche in forma protetta, delle vittime di violenza di genere e di quelle che versano, in condizioni di particolare vulnerabilità, molta strada è stata fatta. E la dimostrazione è stata a marzo 2023 la sottoscrizione dell’accordo quadro “Network in azione contro ogni forma di violenza” con il Policlinico Tor Vergata e l’Università di Tor Vergata.
Oltre ad una serie di percorsi formativi il progetto ha promosso e continua a promuovere iniziative di Comunicazione e questa Piattaforma operativa interistituzionale, che intende favorire la connessione tra i diversi partner della “rete” favorendo una comunicazione immediata tra i diversi interlocutori coinvolti nella protezione delle vittime di violenza ne è la dimostrazione. Altra importante finalità della Piattaforma è quella di aumentare la conoscenza all’esterno di quanto viene fatto nei territori, favorendo una sempre maggiore collaborazione con gli organi di informazione e tutti coloro che vogliono conoscere questa realtà.
Attori del Protocollo Interistituzionle: ”La Rete” Regione Lazio, Procura della Repubblica di Velletri, ASL Roma 6, Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni di Roma, Il Tribunale per i Minorenni di Roma, Il Tribunale Ordinario di Velletri, Forze dell’Ordine, Polizia Locale, Ordine degli Avvocati di Velletri, Comitato pari Opportunità di Velletri, Ordine degli Psicologi del Lazio, Asl Roma 5, Policlinico Tor Vergata, Direzione Scolastica Reginale.
I Comuni firmatari del Protocollo: Albano Laziale, Anzio, Ardea, Artena, Ariccia, Carpineto Romano, Castel Gandolfo, Ciampino, Colleferro, Colonna, Frascati, Gavignano, Gorga, Genzano di Roma, Grottaferrata, Labico, Lanuvio, Lariano, Marino, Monte Compatri, Monte Porzio Catone, Montelanico, Nemi, Nettuno, Pomezia, Rocca di Papa, Rocca Priora, Segni, Pomezia, Valmontone, Velletri.
Ufficio Stampa Asl Roma 6
Rapinata al cimitero
Si reca al cimitero per portare dei fiori al marito defunto e si trova con le mani legate e il volto imbavagliato all’interno di una tomba di famiglia nel cimitero comunale di Anzio, sul litorale romano. Questo terribile evento è accaduto nel pomeriggio del 25 ottobre, intorno alle 15, ad Anna Gabriella P., 77 anni, che è stata rapinata.
Questo incubo si è verificato durante il giorno mentre la signora era al cimitero comunale per portare dei fiori alla tomba del marito. In questo luogo, per cause ancora da stabilire, è stata aggredita da un criminale che le ha sottratto la borsa, il cellulare e le chiavi della sua auto, una Fiat 500 parcheggiata fuori dal cancello d’ingresso, che è stata successivamente rubata.
Prima di fuggire dall’ingresso del cimitero, l’aggressore ha imbavagliato il volto della signora per impedirle di chiedere aiuto e l’ha gettata all’interno della cappella di famiglia più vicina che era aperta. Successivamente, le ha legato le mani per evitare che scappasse.
Un dipendente del comune neroniano ha trovato la donna in uno stato di confusione con il volto coperto da nastro adesivo sulla bocca e sugli occhi. Questo ha portato all’intervento dei servizi medici del 118 e degli agenti del commissariato Anzio-Nettuno, insieme al personale della polizia scientifica. La donna è stata trasportata all’ospedale Riuniti di Anzio e poi interrogata dalla polizia. Non sono stati riscontrati segni evidenti di violenza sul suo corpo, e, nonostante lo shock, le sue condizioni non destano preoccupazioni.
Gli investigatori hanno acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza che potrebbero fornire informazioni utili per identificare l’aggressore. Nella serata, sono stati interrogati in commissariato la figlia dell’anziana e il custode per cercare di comprendere meglio i dettagli di questa vicenda ancora poco chiara. Non è esclusa la possibilità che l’aggressione sia stata un atto di rapina, ma potrebbe anche essere legata a motivi personali o vendette.
Ufficio stampa
La memoria imprescindibile. Le stragi nazi-fasciste
L’ANPI nelle scuole
Nella mattinata del 28 ottobre presso la Sala del Consiglio Comunale della Città di Nettuno si è svolto l’incontro pubblico “La memoria imprescindibile. Le stragi nazi fasciste in Italia 1943 – 1945”. All’incontro sono intervenuti Antonio. Rappucci della Commissione straordinaria del comune di Nettuno; Leda Cochi Presidente della sez. ANPI (Associaz. Naz. Partigiani Italiani) di Anzio e Nettuno; lo storico dell’ANPI Valerio Strinati, Paola Fumi vice presidente dell’ANPI Nettuno e Stefania Picchioni, nipote di Antonio Picchioni, fucilato dai nazi fascisti a Nettuno, insieme a Giovanni Ussicco nell’ottobre del 1943. Hanno partecipato gli studenti di alcune classi del Liceo scientifico “Innocenzo XII” e del Liceo classico “Chris Cappel college”; l’incontro è stato organizzato oltre che dalla sez. ANPI, dall’associaz. “Le Temerici”, con il patrocinio del Comune di Nettuno.
Antonio Picchioni (di Nettuno, ma nato in Germania) aveva 34 anni (e una bella famiglia) quel pomeriggio del 10 ottobre, quando, di ritorno dall’ospedale di Nettuno (che allora era nell’edificio della “Divina provvidenza”), dopo esservi recato per accompagnare un famigliare che si era sentito male, venne catturato da una banda di nazisti e fascisti, e poi fucilato nella stradina che da p.zza Umberto I° (oggi piazza Mazzini) porta al mare - via della Resistenza Nettunese- . Mezz’ora prima era stato fucilato Giovanni Ussicco, nato a S. Biagio di Collalta nel 1897, perché trovato -sembra- in possesso di un fucile. Due vittime delle barbàrie, non classificabili come atti di guerra, seguite all’8 settembre del 43 in un’Italia stremata dopo anni di sanguinosa guerra che l’avevano devastata.
Una vicenda storica locale, che è parte di quelle grandi vicende storiche che devono essere conservate nella memoria attiva individuale e collettiva. Dove conservare non significa mantenere nel ricordo inattivo, isolato e fine a sé stesso, ma nella memoria attiva che deve essere guida nella nostra attuale quotidianità di ciascuno e della collettività civile tutta, soprattutto in questo frangente storico.
Una drammatica fase che vede, da un lato, reiterati rigurgiti di un revisionismo e negazionismo, grottesco nella sua ambiguità e palese falsità; e dell’altro di un affermarsi planetario di tensioni e focolai sempre più preoccupanti di guerre e violenti conflitti, di una insistente corsa al riarmo e dell’affermarsi di nuove e globali pulsioni di morte, devastanti cascami di un preoccupante riordino dell’equilibrio mondiale, che non lascia ben sperare per il futuro dell’umanità, lasciando anche intravedere sullo sfondo lo spettro di un catastrofico scontro di civiltà.
Giuseppe Chitarrini