Il mondo è perennemente in fiamme ed i conflitti, che sembrano locali, fanno parte in realtà di un disegno globale
La terza Guerra Mondiale a pezzi
Qualche anno fa Papa Bergoglio aveva parlato di “terza guerra mondiale a pezzi”, per ricordarci che il mondo è perennemente in fiamme ed i conflitti che sembrano locali fanno in realtà parte di un disegno globale. A febbraio 2022, con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, tutto ciò è apparso più chiaro. Dal 7 ottobre 2023, con l’attacco di Hamas al sud Israele, la “terza guerra mondiale a pezzi” è ormai una certezza. Purtroppo non siamo mai usciti dalla “guerra fredda” (che non è stata per nulla “fredda”), che era un proseguimento della seconda guerra mondiale, la quale a sua volta era un proseguimento della prima.
1. Molti hanno dimenticato che tra il 1950 e il 1953 USA e PRC (Repubblica popolare cinese) si sono scontrati in Corea del nord
2. Molti hanno dimenticato la guerra del Vietnam, che ha impegnato per venti anni (1955-1975) gli USA in Indocina
3. Molti hanno dimenticato le invasioni sovietiche in Ungheria e Cecoslovacchia
4. Molti hanno dimenticato le guerre in Afghanistan, prima da parte dell’URSS e poi da parte degli USA
5. Molti hanno dimenticato le due “guerre del golfo”, USA contro Irak, la prima nel 1991 e la seconda nel 2003. Prima ancora iraniani ed irakeni si erano massacrati per 8 anni (dal 1980 al 1988).
6. Molti hanno dimenticato le feroci guerre seguite al disfacimento della Jugoslavia, che hanno opposto per tutti gli anni ‘90 (e oltre) la Serbia contro Croazia, Bosnia e ultimo il Kosovo. Il Kosovo è ancora oggi a forte rischio, in quanto non riconosciuto dalla Serbia
7. Molti hanno dimenticato le guerre che insanguinano l’Africa da decenni
8. Molti hanno dimenticato che per trent’anni il sud America è stato teatro di guerre civili e feroci dittature anticomuniste
E la lista potrebbe continuare. Come si fa a chiamare “guerra fredda” un conflitto mondiale che ha causato milioni di morti, probabilmente ancora più morti rispetto a quelli della seconda guerra mondiale? Quali sono le nazioni coinvolte nella “terza guerra mondiale a pezzi”? Da una parte le nazioni “liberal-democratiche” (il cosiddetto “Occidente”), con in testa gli Stati uniti d’America, seguite dalle nazioni europee, poi Canada, Australia e Nuova Zelanda, insieme a Corea del sud e Giappone.
Liberal-democratiche significa che in queste nazioni vige la democrazia, i cittadini possono esprimersi, possono votare, possono partecipare alla vita politica e sociale. L’economia è di tipo capitalistico, dove si pratica spesso il liberismo economico e la cultura è cosiddetta “liberale”. Da un’altra parte ci sono le nazioni comuniste o post-comuniste, principalmente la Repubblica popolare cinese (PRC) e la Russia, e/o dittature di altro genere come la repubblica islamica dell’Iran.
Russia e Cina stanno cercando di coalizzare intorno a loro un largo fronte anti-occidentale e pare ci stiano riuscendo, in particolare dopo il successo del summit dei paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) tenutosi recentemente in Sud Africa. L’India è divenuta la nazione più popolosa al mondo (1,5 miliardi di persone) e sta rapidamente scalando le classifiche del PIL mondiale.
In mezzo ci sono tutti gli altri stati. E aumentano le “potenze regionali”, come Turchia, Arabia saudita, Iran, Brasile, che vogliono il loro posto nel mondo. Il terzo decennio del XXI secolo si presenta denso di incognite. Il modello economico che ha consentito una impetuosa crescita per 80 anni non funziona più, per il semplice motivo che i mercati sono stati saturati.
Nel senso che l’Occidente era quello che comprava e la sua classe media alimentava il “boom economico” consumista.
Varie crisi economiche si sono succedute dal crollo del Muro di Berlino (1990-1991 prima guerra del golfo ; 2000 bolla delle dot.com; 2007-2008 mutui subprime-Lehman Brothers; 2020-2022 Covid19 + guerra ucraina ) che hanno ulteriormente ridotto la redditività delle piccole e medie imprese (le grosse hanno continuato e continuano a fare profitti).
La classe media si è fortemente impoverita in tutto l’Occidente, mentre la classe media emergente (in Cina e India in primis) non riesce a compensare . Il consumismo è morto ma non lo hanno detto al telegiornale. Il modello basato sullo sfruttamento sistematico delle risorse naturali e delle risorse umane del sud del mondo (a beneficio del nord del mondo) ha esaurito la sua “spinta propulsiva”. Ma non si riesce (o non si vuole) ricercare un modello alternativo. E il mondo affronta di anno in anno sempre più tensioni geopolitiche, sempre più guerre per l’accaparramento delle sempre più scarse risorse naturali, il tutto aggravato dal riscaldamento globale, che gli alfieri del liberismo economico continuano a negare o a sottodimensionare. Il riscaldamento globale determina l’aumento delle migrazioni, di popolazioni che scappano da miseria, da desertificazioni e siccità e/o alluvioni (come in Pakistan e Bangladesh), da guerre, da feroci dittature. I massacri perpetrati dai fanatici di Hamas nei giorni scorsi (7-8 ottobre 2023, sud Israele) fanno pensare. Dopo l’orrore, subentrano altre considerazioni. Centinaia di giovani sono stati uccisi mentre partecipavano ad un “rave party” nel deserto, a pochi chilometri dalla Striscia di Gaza. Come è stato possibile che lo stato israeliano abbia consentito una manifestazione così imponente a pochi passi da quella che molti definiscono una prigione a cielo aperto? Due milioni e passa di persone compressi in pochi chilometri quadrati e con l’esercito israeliano assente. Questi giovani occidentali dove pensavano di stare? Nel giardino dell’Eden? Molti occidentali NON si rendono conto di dove vivono e di cosa accade nel mondo. Come quelli che vanno in vacanza nel Mar Rosso, a Sharm el-Sheick o Marsa Alam, quando a pochi chilometri c’è la guerra civile in Sudan e nello Yemen e di fronte a loro c’è il Sinai, la Striscia di Gaza e tutto quello che ne consegue. Viviamo in un mondo di pazzi sconsiderati, che poi si stupiscono di quello che succede. La guerra fa parte della natura umana. La guerra esiste da quando le prime tribù di neanderthaliani si massacravano per ottenere la caverna migliore e/o per conquistare la mandria più ricca. Da migliaia di anni gli esseri umani si ammazzano fra di loro, per conquistare un territorio. Qualche imbecille ha pensato che l’Europa fosse diventata, dopo il 1945, un’oasi di pace, mentre tutto intorno il mondo, nel frattempo, era messo a ferro e fuoco. Le guerre, purtroppo, non favoriscono i commerci internazionali e fanno aumentare i prezzi delle materie prime. Ce ne siamo accorti lo scorso anno e ce ne stiamo accorgendo ora. L’aumento dei prezzi delle materie prime (favorito dalla speculazione, c’è sempre qualcuno che si arricchisce sulle disgrazie altrui) favorisce l’inflazione e rallenta ulteriormente l’economia; mette a dura prova i bilanci statali, in particolare delle nazioni, come l’Italia, già fortemente indebitate. L’acqua del lago si abbassa, ed emergono gli scogli, per cui bisogna muoversi con molta attenzione. In Italia l’unico governante che sta con i piedi per terra è il ministro Giorgetti, che recentemente ha avuto il coraggio di ricordarci a quanto ammonta il debito pubblico italiano: pochi giorni fa era di circa 2850 miliardi di Euro, ma esso aumenta di settimana in settimana, avendo da pagare lo Stato italiano circa 90-100 miliardi di Euro l’anno di interessi passivi sul debito. L’acqua del lago si abbassa, la gente sbatte sugli scogli e si fa male, comincia a tirare fuori i coltelli. L’abbassamento del tenore di vita fa esacerbare gli animi. Se avessimo pianificato trent’anni fa un atterraggio “morbido” dell’economia mondiale, riducendo lo sfruttamento neo-coloniale e redistribuendo la ricchezza del nord del mondo verso il sud del mondo, ora avremmo tre miliardi di “consumatori” in più (quelli che ora sopravvivono con due dollari al giorno), l’economia girerebbe molto meglio e ci sarebbero meno tensioni e conflitti. Invece non abbiamo voluto affrontare i problemi, non abbiamo voluto vedere la sofferenza del mondo, sofferenza che spesso viene abilmente sfruttata da tutti i terroristi di ogni inclinazione politica o religiosa, per fare proseliti e per portare ulteriore altra sofferenza nel mondo. Ieri l’Ucraina, oggi Israele, domani Taiwan e l’estremo Oriente. La “Terza guerra mondiale a pezzi” avanza inesorabile. Cosa possiamo fare? Intanto prendiamo coscienza di quanto scritto qui sopra e modifichiamo i nostri stili di vita. Il consumismo è morto, non si può crescere all’infinito in un mondo finito (e sovraffollato). Da 50 anni in tanti ci ricordano che non esiste un pianeta B. Elon Musk vuole portarci tutti su Marte, ma a fare cosa? Un pianeta inabitabile, con una tenue atmosfera di anidride carbonica, temperature che scendono a -140°C, tempeste di sabbia e poca o nulla acqua. Elon Musk vuole andare su Marte e morire lì. Ok, affari suoi, ma lui non potrà risolvere i nostri problemi.
Cerchiamo di salvare la nostra casa, il pianeta Terra. La Terra esisterà ancora per qualche miliardo di anni, fino a quando il Sole non avrà esaurito il suo carburante. La specie umana si estinguerà molto prima, ma cerchiamo di non farla estinguere entro il XXI secolo.
Marco Mandelli