L’incendio al deposito Ecoimballaggi di Padiglione doveva essere evitato
Incendio annunciato
“Nel 2019 il Comune di Anzio ha emesso una ordinanza di bonifica/sgombero relativamente a cumuli di rifiuti presenti presso l’impianto dismesso Ecoimballaggi sito presso la stazione di Padiglione Anzio, adiacente al sito industriale Smurfit Kappa.
Nel 2020 il coordinamento Uniti per l’Ambiente ha sollecitato 2 volte lo sgombero / bonifica.
A tutt’oggi (22 luglio 2023) non è cambiato nulla, i cumuli di materiale sono ancora in loco. Nessuno sgombero, nessuna bonifica. Resta il rischio che questi materiali si possano incendiare, con gravi rischi per gli impianti industriali adiacenti, tra cui l’impianto di produzione di biometano Biowaste CH4 Anzio di via Spadellata 5.
Si invita pertanto la Commissione straordinaria e il dirigente ambiente a far rispettare con urgenza l’ordinanza numero 3 del 2019”.
Questa è solo l’ultima delle lettere pec scritte al Comune di Anzio da un Comitato che aderisce ad Uniti Per l’Ambiente per cercare di evitare che quello che è avvenuto succedesse. Se fossimo in un Paese normale e cioè in cui ognuno si assume le proprie responsabilità, adesso si dovrebbe definire la responsabilità di chi doveva intervenire e non è intervenuto. Questo è anche il Paese in cui è la Magistratura che interviene dove la politica non riesce a farlo. Se l’incendio scoppiato il 14 luglio avesse avuto conseguenze mortali allora sarebbe stato l’inquirente a cercare chi sarebbe dovuto intervenire e non l’ha fatto e le ragioni accampate per giustificare il mancato intervento non sarebbero bastate. Ma siccome nessuna persona fortunatamente è rimasta coinvolta, siccome gli impianti prossimi all’incendio sono stati protetti dall’efficace e pronto intervento dei Vigili del Fuoco, siccome l’impianto biogas, che non si trova lontano non è stato interessato dalle fiamme, allora tutto va bene. La diossina per molti giorni ha impestato l’aria con intensità decine di volte quella tollerata; ma questo non ha importanza perché l’eventuale danno causato non appare.
Il problema va avanti da anni, ne ho personalmente parlato con l’assessore, se ne è parlato in Consiglio Comunale e nella Commissione Speciale anche per gli aspetti che riguardavano i costi di bonifica, visto che la ditta responsabile era fallita e ne era molto difficile un coinvolgimento nel sostenere le spese necessarie per mettere in sicurezza il sito. Ma un’Amministrazione comunale è e deve essere sempre nelle condizioni di intervenire comunque per evitare che la situazione possa costituire pericolo. Che la situazione costituiva pericolo è stato sancito il 14 luglio ma era decisamente prevedibile. Le domande che mi pongo ed a cui non riesco a trovare risposta sono: Perché nessuno è intervenuto? E’ normale non intervenire quando esistono sollecitazioni cosi pressanti dai cittadini? E’ normale che un’ordinanza inapplicata non produca azioni tali da far prevalere la logica della sicurezza? Non avrò risposte esaurienti perché questo è il Paese dell’ultima sponda e cioè in cui si interviene a colpi di avvisi di garanzia e finché una Procura non interviene va tutto bene. Fino a quando non ci scappa il morto ed allora sarà troppo tardi per tutti.
Sergio Franchi
Per la ricorrenza dell’uccisione del giudice Borsellino
L’albero e la memoria
L’albero è un simbolo universale: in ogni religione, cultura, società, costume cerimoniale, etnia gli attribuisce significati, attributi, referenti simbolici, metaforici, allegorici ecc. L’albero cosmico, l’albero che unisce la terra e il cielo, il simbolo della verticalità ascensionale, fertilità, stabilità, forza, l’albero-vita (che ci toglie anche di mezzo l’anidride carbonica), l’albero che può ospitare uno spirito benigno o maligno (l’albero del serpente o l’albero dell’impiccagione) ecce cc ecc. Albero come simbolo totale della vita e che mantiene viva anche la memoria, rivestendola, nel tempo, di significati nuovi, di nuovo fogliame. E’ anche per questo che a Palermo, nel quartiere dove sono cresciuti Falcone e Borsellino è stato scelto un albero come simbolo e ricordo dei due giudici uccisi dalla mafia nel maggio e nel luglio 1992, insieme alla giudice Morvillo e agli uomini della scorta.
Il 19 luglio, ricorrendo l’anniversario dell’uccisione del giudice Borsellino, anche il comune di Nettuno ha voluto l’albero Falcone-Borsellino piantumandolo nel giardino pubblico antistante la caserma della Guardia di Finanza già intitolato ai due giudici. Così anche a Nettuno l’albero si ripropone come simbolo (unione) di con-memorazione, di sviluppo della coscienza civile, di riunificazione nella legalità, di rilevanza collettiva di una realtà locale che così torna a farsi comunità locale, occasione di contrasto di tutti quegli aspetti negativi che purtroppo emergono sempre più contraddittori e maligni in una cittadina che sta attraversando da oltre un ventennio un periodo di crisi e di passaggio, di disfacimento dei legami relazionali e sociali pregressi, di forme economiche ormai esaurite, transizione da una realtà urbana della provincia romana a una realtà post urbana, di ‘sconfinamento’ e frammentazione policentrica di metropolitanizzazione anonima, contraddittoria, complessa e anomica a sud della grande megalopoli. Ormai credo che nel nostro territorio, non si possa più parlare di infiltrazioni mafiose, ma di veri e propri insediamenti nella struttura economica, sociale e culturale della ns area. Per questo la piantumazione dell’albero Falcone-Borsellino a Nettuno non ha solo una rilevanza celebrativa e di ricorrenza, ma anche una forte significazione emotiva simbolica e culturale, perché la mafia, il malaffare, l’illegalità grande o piccola, diffusa o circoscritta e il malcostume lo si sconfigge non solo con la necessaria azione giudiziaria e di polizia, ma anche con la mobilitazione civile e culturale.
Nonostante il caldo insopportabile, nei giardini del Presidio era presente un folto pubblico. Rappresentanti dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani), delle forze dell’ordine e delle FFAA, Vigili del fuoco, CRI, polizia locale, volontariato, insieme ai rappresentanti istituzionali del comune commissariato (dr. Reppucci e altri) e alle associazioni culturali ‘Baraonda’ e ‘Tamerici’ (che hanno organizzato -insieme al comune- la manifestazione), hanno deposto una corona d’alloro alla memoria dei due giudici, della giudice Morvillo e degli uomini delle due scorte, ma anche degli altri caduti nella lotta alla malavita e alla mafia(Chinnici, Mattarella, Dalla Chiesa, Livatino, Giuliano Rizzotto, La Torre, Impastato e altri, tanti altri, quasi tutti ricordati durante la cerimonia con il passaggio commemorativo che potremo definire ‘del filo rosso’: i nomi stampigliati su un cartoncino e tenuti in fila con un cordoncino rosso). Mentre il piccolo arbusto -generato dalla gemmazione dell’albero Falcone/Borsellino di Palermo- veniva trapiantato è stato suonato il silenzio; successivamente, mentre l’altoparlante diffondeva le parole di un estratto dai discorsi dei due giudici, l’arbusto è stato accuratamente innaffiato da un gruppo di ragazzi e bambini e benedetto da un rappresentante dell’autorità religiosa….Insomma una cerimonia importante e significativa per Nettuno, ad alta densità morale ed emotiva. Intanto il piccolo arbusto ha già iniziato a crescere nel suolo della ns sfortunata cittadina.
Giuseppe Chitarrini
Rigenerazione urbana
Un progetto di rigenerazione urbana delle aree nell’ambito della stazione ferroviaria. Il Comune di Nettuno, FS Sistemi Urbani, Rete Ferroviaria Italiana e FS Park hanno infatti sottoscritto un Protocollo di Intesa per la demolizione del cavalcaferrovia pedonale che collega Via Ennio Visca e Via Marche, la realizzazione di una pista ciclo-pedonale di collegamento tra le due parti di città, e una viabilità carrabile di collegamento tra i parcheggi.
L’intesa è stata siglata da Antonio Reppucci, Commissario Straordinario del Comune di Nettuno, Nicola Madonna, Responsabile Area Centro di FS Sistemi Urbani, Andrea Destro, Amministratore Delegato di FS Park, e Andrea Telera, Direttore della Direzione Operativa Infrastrutture Territoriale Roma di RFI.
L’obiettivo è quello di avviare un progetto di rigenerazione urbana nel contesto territoriale della stazione, previa:
a) demolizione del cavalcavia pedonale, che collega Via Ennio Visca e Via Marche;
b) realizzazione di una pista ciclo-pedonale di collegamento tra le due parti di città;
c) strutturazione di viabilità carrabile di collegamento tra i parcheggi.
Inoltre, è prevista l’elaborazione di un progetto per la realizzazione di un sistema di sosta, con tre aree di parcheggio tra Via Ennio Visca e Via Marche, e la regolamentazione dell’utilizzo delle aree di proprietà di FS Sistemi Urbani e di Rete Ferroviaria Italiana, da parte del Comune.
Il Tavolo Tecnico istituito con la sottoscrizione dell’accordo dovrà verificare e concordare congiuntamente le soluzioni progettuali e le modalità di realizzazione del progetto di rigenerazione.