I Love Molise ci segnala un luogo bellissimo ma ancora poco conosciuto
Il Santuario di Castelpetroso
Nunzio Ciccone presidente onorario dell’Associazione ILOVE MOLISE, che a Pomezia ha molti simpatizzanti grazie alla numerosa presenza sul nostro territorio di molisani, ci ha voluto sottolineare che poco lontano da noi vi è il Molise con luoghi bellissimi e ancora poco conosciuti. Uno di questi è il santuario della Madonna di Castelpetroso a circa 207 km da Pomezia e quindi facilmente raggiungibile in poco più di due ore attraverso l’A1 uscita San Vittore, e proseguendo per Isernia e da qui dopo qualche chilometro svettano le guglie della chiesa di Castelpetroso santuario del Molise.
Ma ecco il racconto di Nunzio Cicconi
“Sulla roccia, che nel secolo appariva spoglia di vegetazione domina oggi , maestoso, il Santuario della Madonna di Castelpetroso, che è divenuto meta continua di pellegrinaggi da parte di molti fedeli di ogni paese. Una tradizione viva nel popolo vuole che in questa roccia, che perciò è chiamata Santa Roccia, rupe della apparizione, sia apparsa la vergine a due contadine di Castelpetroso.
Era il ventidue marzo 1888, una delle giornate di marzo con sprazzi di sole ventilate e pioggia a dirotto.
Era sera, la pioggia era cessata Fabiana Cicchino e Serafina Valentino, due contadine di Castelpetroso , si attardavano per le campagne alla ricerca di due pecorelle che erano smarrite durante la giornata
Con il trascorrere del tempo e, non trovando le pecorelle, non rimaneva loro di tornare afflitti verso casa, quando ad un tratto, il loro sguardo fu colpito da un bagliore attraverso la Roccia.
Le contadine pensavano che dovesse trattarsi di qualche lampo e non diedero peso a quel bagliore.
Continuarono nel loro cammino ma il bagliore non cessava, il quel distante dimenticarono le pecorelle e, prese dalla curiosità, si avvicinarono alla Roccia.
Più andavano avanti, più il bagliore diventava vivido. Camminavano cautamente perché avevano paura che si trattasse di briganti, ma, quando furono nei pressi del luogo da cui appariva il bagliore, rimasero sbalordite. Una visione apparve davanti ai loro occhi la Vergine Maria che teneva tra le braccia Gesù sanguinante.
Le due contadine imboccarono subito la via più breve del ritorno e giunsero al paese a dare la notizia della apparizione della Vergine Maria che teneva Gesù sanguinante sulle braccia.
Tutti i cittadini di Castelpetroso si interessarono al racconto delle due contadinelle e per più giorni in paese si parlò dell’apparizione della Vergine Maria.
Il ventisei settembre Mons. Francesco Macarone Palmieri, vescovo di Boiano, si recò sul luogo sacro per indagare sulle presunte apparizioni ed ebbe la grazia di vedere la Madonna Addolorata così come era apparsi alle due contadinelle.
Dopo polemiche e contrasti, si decise di erigere un grande santuario nel punto stesso in cui le contadinelle affermavano di aver visto la Madonna.
Il ventotto settembre 1890 quando venne posta la prima pietra del Santuario di Maria SS. Addolorata di Castelpetroso e Mons. Francesco Macarone Palmieri, nel corso di una solenne celebrazione, diede ufficialmente il via dei lavori.
La consacrazione avvenne il 21 settembre del 1975.
Da ogni parte, sopra tutto dagli emigranti d’America affluirono offerte per la costruzione grandiosa della basilica di Castelpetroso.
Nella via Matris l’intera vita della Vergine è articolata in sette stazioni corrispondenti a sette episodi in cui la pietà del popolo cristiano ha individuato i sette principali dolori della madre del Signore.
Si consiglia di visitare il Santuario e camminare nella via Matris fermandosi con devozione davanti a ciascuna stazione”.
T.S.
Lingua inglese nella scuola primaria dell’IC Orazio
A School of Young Learners
Il 9 giugno, presso la scuola primaria Margherita Hack, plesso appartenente all’I.C. Orazio di Pomezia, si sono svolti per il quinto anno gli esami per le certificazioni Cambridge Starters e Movers, come momento conclusivo del progetto di potenziamento linguistico “A School of Young Learners”.
Tale progetto ha preso avvio nell’anno scolastico 2018/2019, in seguito ad una attenta riflessione sugli allarmanti dati statistici degli ultimi test Invalsi, sostenuti dagli studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado, come riportato in un articolo del Sole 24 Ore del 10/09/2018.
Dagli esiti delle prove nazionali erano emerse le seguenti considerazioni: gli studenti italiani incontrano maggiore difficoltà nella comprensione della lingua parlata rispetto alla comprensione della lingua scritta e, in secondo luogo, è nel passaggio da elementari a medie che si evidenziano le criticità nelle prestazioni linguistiche dei ragazzi.
Nelle scuole italiane, infatti, si tende generalmente a dare priorità allo studio del lessico e della grammatica di una lingua, attribuendo minore importanza alla competenza comunicativa che, in realtà, è la base del Framework Europeo.
La competenza comunicativa è un termine linguistico collegato non solo all’abilità di applicare le regole grammaticali di una lingua per formare enunciati corretti, ma anche di sapere quando usare correttamente questi enunciati. In altre parole, la competenza linguistica in un contesto sociale non abbraccia solo la conoscenza degli aspetti tecnici della lingua, ma anche di quelli sociali e interpersonali.
Conoscere una lingua straniera, in un contesto interculturale e internazionale dovrebbe tradursi in apertura mentale, creatività e capacità di problem solving, ma anche nella capacità di “mediazione”, necessaria per esprimere le proprie idee e comunicare efficacemente.
La competenza comunicativa interculturale è legata, quindi, anche alla conoscenza delle diversità nelle abitudini, nei sistemi di valori e di credenze, nonché di tutta una serie di aspetti paralinguistici che identificano le caratteristiche di uno o più individui come membri di una comunità nazionale.
Purtroppo, la lezione in classe basata esclusivamente su metodologie didattiche tradizionali non bastava, bisognava andare oltre. Era importante far maturare fin dalla tenera età un interesse genuino per l’apprendimento della lingua inglese.
Partendo da queste importanti considerazioni, h0 pensato di dare vita ad un progetto che potesse allargare gli orizzonti dei miei studenti, offrendo loro l’opportunità di poter intraprendere, gratuitamente e in orario curricolare, un percorso finalizzato all’acquisizione di competenze linguistiche comprovate attraverso le certificazioni europee rilasciate dalla University of Cambridge.
Si tratta di un percorso di preparazione che dura tutto l’anno scolastico e permette ai bambini di allineare il loro livello a quello dei loro coetanei di tutto il mondo, poiché il percorso di preparazione agli esami Cambridge è conforme agli standard definiti nel Quadro Comune Europeo delle Lingue.
Rispetto alla classica lezione di inglese frontale, l’utilizzo del metodo e dei materiali Cambridge consente un approccio alla lingua inglese attraverso un modello laboratoriale ludico e interattivo. L’utilizzo di tematiche molto vicine al mondo degli alunni e alla loro esperienza facilita l’apprendimento, promuovendo esperienze concrete e motivanti in continua interazione con i compagni e l’insegnante.
Con questa metodologia gli alunni hanno la possibilità di imparare facendo e di operare la riflessione linguistica in situazioni concrete simulate in classe. L’insegnante rimanda continuamente il suo operato alla Teoria delle Intelligenze Multiple di Gardner, al principio del Total Physical Response di Asher, al principio dell’Ordine Naturale di Stephen Krashen.
Le attività si svolgono attraverso lezioni frontali, lezioni interattive, laboratori, lavori di gruppo, di coppia e individuali. Tecniche guidate di ascolto facilitano la comprensione e la comunicazione con l’insegnante e con i compagni.
In questo percorso, Cambridge English Language Assessment offre il suo costante supporto a tutti i docenti coinvolti, attraverso la fornitura di materiali informativi e di simulazione, corsi di formazione professionale e Workshop gratuiti. In questo modo, tutti gli alunni, anche quelli con particolari esigenze formative, hanno la possibilità di ampliare e consolidare le conoscenze lessicali e le funzioni linguistiche della lingua inglese.
Il percorso didattico mira all’apprendimento delle quattro abilità linguistiche di listening, speaking, reading e writing, mentre gli esami permettono di verificare la competenza linguistica completa di ciascun allievo attraverso prove che testano le diverse abilità linguistico-comunicative. Gli esami, inoltre, non prevedono la bocciatura ma soltanto una valutazione.
Tutti gli alunni, pertanto, passano il test e possono celebrare il loro percorso di apprendimento in un’ottica di gratificazione e riconoscimento del proprio impegno.
Le competenze acquisite durante il percorso costituiscono crediti formativi capitalizzabili e cumulabili che permettono a ogni allievo di costruirsi un portfolio linguistico personale lungo tutto l’arco della scolarità.
La maggior parte degli alunni decide di proseguire il percorso delle certificazioni anche nella scuola secondaria di primo grado e riporta una valutazione più alta nella lingua inglese rispetto ad altri alunni che non hanno scelto lo stesso tipo di percorso.
“A School of Young Learners” è un progetto che connota in modo chiaro l’identità culturale della scuola Margherita Hack.
Una scuola che, attraverso la strutturazione del proprio curricolo, la propria logistica organizzativa, l’impostazione metodologico-didattica, l’utilizzo, la promozione e la valorizzazione delle risorse umane, intende perseguire le finalità comuni a tutte le istituzioni scolastiche in quanto tali ma, al contempo, vuole caratterizzarsi e distinguersi attraverso la proposta di percorsi di eccellenza e la promozione della cultura della certificazione.
Ins. Arianna Monterosso