Il ruolo che deve svolgere l’stituzione oltre che insegnare
La scuola deve educare
Confessiamo d’essere soddisfatti degli echi – non tutti positivi, s’intende – suscitati dal nostro articolo sull’autorevolezza della scuola, apparso su Il Pontino nuovo dell’1/31 agosto di quest’anno. «Condivido integralmente il suo contenuto fondato su verità evidenti e incontestabili», ci scrive, per esempio, Antonio Crecchia, da Termoli; «Bisogna stare attenti, però, nella ricerca di una nuova autorevolezza della scuola a non farsi imbrigliare, senza magari accorgercene, soltanto in un’operazione di nostalgismo», puntualizza Salvatore D’Ambrosio, da Caserta, in un suo lungo articolo; e da Scandicci (Firenze), il Preside dell’Accademia de’ Nobili, Dottor Marcello Falletti di Villafalletto: «Lei ha perfettamente ragione. Invece di mettere in evidenza i problemi esistenti, nessuno ha avuto il coraggio di affrontarli alla base. Dal Sessantotto in poi tutto sembrava lecito (…), ma nessuno ha il coraggio di parlarne. Meno ancora di affrontare le cause, rimuoverle e tornare ad una scuola che sia effettivamente tale: educativa, formativa, e che desse tutto ciò che i nostri giovani necessitano e meritano».
Per niente d’accordo il prof. Tito Cauchi – Lavinio lido di Enea (RM) -, che confonde, però, giornalista con cronista (il giornalista può essere anche cronista, ma non è la stessa cosa!): «Credo che compito del giornalista sia raccontare (…) i fatti (…) e non prendere posizione»; tuttavia, aggiunge: «Non c’è dubbio che c’è molta rilassatezza nei costumi, a tutti i livelli della società».
La scuola è luogo dove sì insegna e dove si impara, ma anche dove si educa, e se prima non si educa e non si indirizza, difficilmente insegnamento e apprendimento saranno efficaci. Educare non significa accondiscendere sempre, dire di sì a tutto e a tutti, a genitori e allievi; se occorre bisogna dire dei no ed essere determinati e in grado di mantenerli. Il bambino e il giovane sono per natura facili alla ricettività e se l’educazione è sana e onesta, la gran parte di loro nella vita si manterrà sana e onesta.
Occorre inculcare loro il rispetto degli altri incominciando dal rispetto di loro stessi; educarli evangelicamente a non fare agli altri ciò che dagli altri non si è disposti a ricevere. Perciò, no deciso e senza attenuanti al bullismo; sì incondizionato al rispetto della donna, dello straniero, del diverso per natura o malattia.
Necessario è inculcare nelle menti fertili del bambino e del giovane la distinzione netta tra condotta salutare e non, giacché un portamento sano può evitare malattie e devianze nocive a se stessi e alla collettività. Perciò, per esempio, netta condanna alle droghe, nessuna distinzione tra leggere e pesanti, perché il distinguere nasconde ipocrisia; ogni droga nel tempo conduce inevitabilmente all’assuefazione e all’esserne schiavi.
Necessario è educare al divertimento sano e limitato, mai estremo, perché anche le cose più utili e belle, se non dosate, a lungo andare portano alla dissoluzione, al non rispetto della vita propria e a quella degli altri.
Necessario è educare al denaro, utile, non divinità alla quale sacrificare se stessi, gli affetti più cari, la vita degli altri. Perciò, non si deve essere eccessivamente temerari nel conseguirlo, come non si deve essere spericolati nello svolgimento del lavoro, nella guida, nella ricerca della notorietà, del successo, della visibilità. Le menti più eccelse che l’umanità abbia mai avuto - nella scienza, nella letteratura, nell’arte, nella musica - spesso son vissute in solitudine, raccolte, prudenti, rispettose dell’intero mondo.
Necessario è educare al buon utilizzo dei tanti e straordinari mezzi, della tecnologia comunicativa a nostra disposizione; del web, specialmente, distinguendo in esso il genuino dal farlocco, dalle valanghe di falsità, cioè, che può scaricarci addosso senza controllo. Solo la distinzione netta tra vera scienza e ciarlataneria ci può dare conoscenza solida e duratura.
La scuola – ripetiamo - è sapere, ma primo e vero sapere è l’educazione. Il resto – l’insegnamento e l’apprendimento dell’italiano, della letteratura, della matematica, della storia, della geografia, della lingua straniera, della musica, dell’arte - vien di conseguenza e pure facilitato, agevolato.
La scuola deve liberarsi dalle molte paure, se vuol tornare autorevole, ed educare a ciò di cui molte famiglie son carenti; non deve essere succube di genitori che difendono i figli oltre il ragionevole, spesso per partito preso, senza conoscere per filo e per segno lo svolgimento delle cose; la scuola deve liberarsi dalla magistratura, la quale deve giudicare sull’osservanza delle leggi, ma non è preposta all’insegnamento; perciò, se un collegio docente stabilisce, per esempio, che un allievo debba ripetere l’anno, non deve intromettersi il TAR – com’è avvenuto più volte e di recente - a decretarne la promozione!
«Per ciò che riguarda la famiglia e la scuola (…) la crisi ha una datazione più recente – scrive Ferdinando Adornato, quasi con le nostre stesse parole -. Fu alla fine degli anni Sessanta che si affermò il tempo dei “distruttori”. In nome di una legittima battaglia contro “l’autoritarismo” si finì per abbattere ogni principio d’autorità: dei genitori come degli insegnanti. Famiglia e scuola vennero lette come cellule “repressive” dei liberi comportamenti giovanili».
La scuola deve affrancarsi dall’infantilismo deleterio e avvilente del Sessantotto. Deve pretendere e riprendersi la dignità.
Domenico Defelice
Incontro di 50 studenti dell’IC Via della Tecnica con l’Università Foro Italico
Stage sportivo alla Farnesina
Proseguono gli incontri inerenti al Protocollo d’intesa firmato dall’Università Foro Italico Roma 4 e dall’IC Via della Tecnica. Lo scorso 5 ottobre, 50 studenti di seconda e terza media sono stati protagonisti di uno stage sportivo gratuito che si è svolto all’insegna dell’entusiasmo presso lo Stadio della Farnesina - lo Stadio dei Marmi è attualmente in fase di restyling, poiché ospiterà gli Europei di Atletica nel 2024.
Dopo una presentazione preliminare di poco più di mezz’ora presso le aule universitarie secondo un setting pedagogico tradizionale, i ragazzi e le ragazze hanno fatto esperienza di attività pratiche coinvolgenti cimentandosi nei 60 metri piani, nel salto in lungo e nel salto in alto. Il coaching, curato da otto ragazzi del GS Atletica dell’Università, ha avuto ottimi feedback e persino il merito di individuare alcuni veri talenti.
“L’iniziativa ha un suo importante valore didattico ed educativo - ha infatti sottolineato il dirigente scolastico Stefano Colucci - in un’ottica di orientamento allo studio e alla pratica delle discipline sportive e alla complessa rete di competenze che riguardano questo ambito».
Marta Mariani
A rischio la Sughereta di Pomezia
Conosciamo ormai da anni le risorse che offre la Città di Pomezia che si trova a pochi chilometri dal mare e a pochi chilometri da Roma. Principalmente, è una Città industriale che possiede un potenziale da sfruttare, una terra vasta sulla quale da anni sorgono nuovi edifici e nuovi comprensori all’avanguardia come vogliono i tempi moderni.
Pomezia è anche un luogo ove in molti casi è stata favorita perfino la speculazione edilizia con conseguente sfruttamento massivo del territorio a discapito dell’ambiente. Fortunatamente, nel cuore della nostra Pomezia vive un parco naturalistico che è un fiore all’occhiello del territorio Regionale: la Sughereta che è gestita dall’Ente Parco Castelli Romani.
Molti cittadini si sono impegnati per poter preservare questo polmone verde da ogni sorta di abuso.
A seguito delle numerose battaglie, durate quasi venticinque anni, la Regione Lazio arriva finalmente ad istituire la Sughereta come Riserva Naturale Regionale con l’art. 30 L.R. 10 agosto 2016, n. 12. Questa è stata una vittoria per tutta la collettività, per l’ambiente, per la preservazione della fauna del bosco e per le sughere che ormai sono quasi in estinzione.
Negli ultimi giorni, però, siamo molto preoccupati di quanto abbiamo scoperto. A quanto pare, proprio a ridosso di alcuni punti confinanti con la Riserva della Sughereta, compare uno scavo tra Via Pietro Nenni e Via Menabrea. Le numerose foto scattate dimostrano come questa zona sia stata adeguatamente ripulita di molti alberi per dare spazio, con tutta probabilità, ad uno dei tanti mostri di cemento che favoriranno la deturpazione dell’ambiente proprio in questo punto.
Da quanto sappiamo, tale scavo sarà adibito alla costruzione di appartamenti. L’ennesimo stupro ambientale a favore della cementificazione in uno dei punti più preziosi della Città incoraggerebbe ulteriormente la speculazione e dunque l’incremento redditizio nelle tasche degli ideatori.
Questo preoccupante fatto ci sconvolge sotto ogni punto di vista. L’impatto ambientale sarebbe devastante. Dalle foto si evince lo sradicamento di alberi sani molti dei quali ancora da estirpare probabilmente per fare posto ad edifici molto alti. Questo danneggerebbe, non solo il paesaggio naturale, ma anche lo stesso bosco di sughere in quanto, come è noto, necessita di un adeguato flusso di aria umida per la propria sopravvivenza. Gli edifici, infatti, potrebbero rappresentare una barriera al flusso di aria marina così preziosa per questo ecosistema fortemente delicato.
Associazione Nazionale
Vialibera APS
Vicepresidente
Monica Pucci