Castro replica alle strumentazioni del partito di Salvini
Tana alla Lega
Un intervento intenso, dai toni molto duri e determinati, quello che Giacomo Castro, consigliere comunale in quota Valore Civico, ha pronunciato nella seduta del Consiglio comunale dello scorso 3 ottobre - in un’assise segnata da momenti di forte tensione politica - e con il quale il consigliere ha annunciato il proprio voto di sfiducia al sindaco di Pomezia, Veronica Felici. Sfiducia che, tuttavia, è stata respinta con 11 voti favorevoli (i 10 firmatari della mozione più il voto di Castro) e 14 contrari.
“Il luogo della politica non è un ufficio notarile - ha esordito Castro, sottolineando la necessità di una politica trasparente, che rispetti il confronto democratico nell’unico luogo deputato a risolvere le crisi di un’amministrazione, il Consiglio comunale, davanti ai cittadini - il Consiglio comunale ha fatto chiarezza - dichiara Giacomo Castro a Il Pontino Nuovo - il voto di sfiducia ha infatti confermato tutte le perplessità che ho denunciato fin dall’inizio di questa vicenda. Alla coerenza della lista Valore Civico, infatti, che mi ha portato a votare pubblicamente la sfiducia al Sindaco Felici, ha fatto da contraltare l’incoerenza di quei consiglieri della Lega (Giuseppe De Luca e Jessica Valle), che prima hanno firmato la loro intenzioni di dimettersi davanti al notaio, per poi cambiare idea e confermare la propria fiducia al Sindaco”. Tuona Castro: “Portandoli in Consiglio li abbiamo fatti uscire allo scoperto. Avevano veramente l’intenzione di dimettersi oppure la firma dal notaio era strumentale ad altro?”
Netta la critica rivolta anche al PD e al M5S.
“La vicenda delle firme davanti al notaio ricorda molto quanto avvenuto nel 2015 ai danni dell’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, defenestrato in una notte, anche allora da una stanza notarile per volontà del suo stesso Partito Democratico - aggiunge Castro - un’azione che stavolta, oltre al PD, è stata portata avanti con l’adesione del Movimento 5 Stelle, il quale è riuscito, una volta di più, a smentire sé stesso. Come dimenticare, infatti, quanto avvenuto due anni or sono, allorquando il M5S aveva aspramente criticato coloro i quali avevano fatto cadere, proprio davanti ad un notaio, l’ex sindaco Zuccalà?”
“A Pomezia c’è bisogno di discontinuità. Di una politica profondamente diversa, autorevole e competente, che voglia concretamente impegnarsi per il bene pubblico e si tenga distante da queste meschine guerre tra bande - continua Castro - In questa vicenda, la mia priorità è stata quella di tutelare l’interesse di 64.000 concittadini. Infatti, pur essendo un suo avversario politico, non mi sono fatto eleggere per consegnare il Sindaco e le istituzioni del mio Comune agli interessi poco chiari di qualcuno, né per obbedire alla logica del ‘tanto peggio, tanto meglio’ propria di quelle forze politiche, telecomandate dalle loro segreterie, che ripetono di continuo il mantra delle elezioni anticipate, bramando anzitutto la gestione del potere”.
Nel suo intervento, Castro ha evidenziato, ancora una volta, un aspetto fondamentale: “Valore Civico non ha alcun interesse a entrare in maggioranza”. Confermando la natura libera della lista civica che rappresenta e sottolineando come il suo unico riferimento siano il territorio e i cittadini. Come provato, peraltro, da tanti anni di attivismo dalle fila dell’associazionismo locale.
“I cittadini, l’unico faro e l’unico obiettivo mio, di Valore Civico e dei suoi attivisti!” ha ribadito Castro, a chiusura del suo intervento.
Il team di
Valore Civico
L’obiettivo di Antonio Di Lisa di Sinistra Italiana è quello di mandare a casa questa destra
La Felici un vero disastro
La sindaca di Pomezia Felici, di Fratelli d’Italia, resta ancora al suo posto dopo aver superato lo scoglio della mozione di sfiducia nei suoi confronti. Nella stessa seduta del Consiglio Comunale del 3 ottobre veniva effettuato l’ennesimo rimpasto di giunta (siamo già al quinto in soli 18 mesi di amministrazione) col cambio del vicesindaco e di alcuni assessori. Era questa la richiesta dei consiglieri della Lega, che aveva minacciato di provocare la caduta della Sindaca e della Giunta e lo scioglimento del Consiglio Comunale, apponendo la firma davanti al notaio insieme alle opposizioni, nel caso non avesse riconosciuto il peso di questo gruppo ai fini della solita spartizione del potere.
Uno spettacolo indecente, considerati i gravissimi problemi che affliggono quotidianamente la città: la mobilità locale al collasso (in Via dei Castelli Romani essa era già compromessa, ma ora è definitivamente bloccata chissà per quanto tempo ancora a causa del trasferimento della scuola Marone); la raccolta dei rifiuti pessima, con la sporcizia che dilaga a livelli preoccupanti; l’indebitamento del Comune fuori controllo (e preoccupa moltissimo la proposta di affidamento esterno della gestione della riscossione dei tributi, facendo aleggiare lo spettro di una nuova Aser, fingendo di dimenticare il disastro verificatosi negli anni passati). Per non parlare delle altre gravi decisioni approvate dalla maggioranza in merito alla rimozione dei Monumenti naturali (compresi i vincoli che ne sarebbero scaturiti), dell’annullamento in autotutela della delibera relativa al PUA ecc.
Una serie di decisioni che vanno tutte nella direzione della eliminazione di ogni possibile limite nel settore dell’urbanistica e dell’edilizia privata, alimentando ulteriormente una speculazione che tanti guasti ha provocato nella nostra città, sia nel campo urbanistico che della gestione dell’arenile.
Colpisce il fatto che, a seconda dell’argomento affrontato questa amministrazione usi due pesi e due misure: quando ha autorizzato di istituire nuove aree di sosta a pagamento in zone residenziali come in Via Virgilio, Via Rattazzi, P.le Kennedy ecc., alle critiche mosse contro una decisione che graverà pesantemente sulle tasche dei cittadini, l’amministrazione ha risposto che si tratta di una decisione adottata della precedente amministrazione.
Tuttavia, quando si è trattato di revocare decisioni prese a tutela del territorio, evidentemente indigeste a qualche costruttore vorace, la giunta Felici e la sua maggioranza non si sono fatte simili scrupoli.
Siamo certi che i cittadini avranno buona memoria.
Una considerazione sull’aspetto politico della mozione di sfiducia: la Sindaca e la maggioranza, pur avendo superato la mozione di sfiducia e riannodato il rapporto con la Lega, hanno perso due Consiglieri Comunali di Fratelli d’Italia, come Conte e Arzente, che sono passati dalla maggioranza all’opposizione.
Una decisione, quella dei Consiglieri Conte e Arzente, chiara e coerente, esplicitata in modo schietto durante il Consiglio Comunale facendo luce anche sulle modalità poco trasparenti che albergano all’interno del gruppo del Sindaco.
Una conferma della scarsa serietà e del pochissimo rispetto delle Istituzioni da parte dell’attuale maggioranza.
Se questa è la maggioranza, l’opposizione ha un compito molto difficile, vale a dire compattare innanzitutto se stessa, saper incalzare la maggioranza e preparare un’alternativa a questa destra priva di qualsiasi cultura democratica e istituzionale.
Al riguardo, lascia sconcertati l’intervento del consigliere Castro, che per 15 minuti, anziché parlare della mozione di sfiducia alla Sindaca, ha disquisito della sua polemica con il gruppo del PD e del M5S, e del perché si è rifiutato di firmare. Ognuno è libero di pensarla come crede, ma ci sono circostanze che si definiscono da sole: una maggioranza risponde delle proprie decisioni, che approva nel proprio esecutivo e nell’assemblea consiliare, e poi ci sono i comportamenti nell’ambito delle proprie funzioni. Si può non essere d’accordo con la strategia utilizzata dall’opposizione per portare alle dimissioni il Sindaco, ma il Consiglio Comunale non è il luogo per continuare una campagna elettorale. Il cittadino da quell’aula si attende una risposta alle numerose criticità della città e le chiede a chiunque lo rappresenti. La strategia di sottoscrivere le proprie dimissioni dal notaio non era quella istituzionalmente più opportuna, ma allora si poteva concordare un percorso alternativo. Forse è proprio questa la responsabilità maggiore dei gruppi di minoranza: non aver saputo costruire in 18 mesi una convergenza politica per contrastare la cattiva gestione amministrativa della destra.
Una responsabilità alla quale non è estraneo nemmeno il consigliere Castro.
Se si vuol creare un’alternativa politica a questa disastrosa amministrazione, occorre accantonare i particolarismi e le smanie di protagonismo e confrontarsi con franchezza per delineare un percorso comune e condiviso.
Sinistra Italiana nonostante le difficoltà dovute al non avere rappresentanti in consiglio comunale, continuerà ad agire da opposizione fuori dal consiglio, vigilando sulle scelte dell’amministrazione, portando in Parlamento, ove possibile, le decisioni sbagliate e sostenendo decisamente l’opposizione consiliare in tutte le battaglie che condividiamo, avendo come primo e imprescindibile obiettivo quello di mandare a casa il prima possibile questa amministrazione.
Antonio Di Lisa
Coordinatore del Circolo
di Sinistra Italiana Pomezia