Le fughe dalla RAI sono solo il segno di opportunità e convenienza
Editto bulgaro
Lo chiamarono editto bulgaro e fu la frase piu strumentalizzata di un ventennio per sintetizzare l’arroganza del potere politico sulla libertà di stampa. Io ne ricordo i dettagli e se ci vedo certamente un po’ di arroganza da parte di Berlusconi che la pronunciò, mentre era in visita di stato in Bulgaria, ricordo anche, in particolare, la trasmissione di Daniele Luttazzi, che col giornalismo aveva ben poco a che vedere e che certamente non era accettabile; per il semplice fatto che era proposta a coloro che pagavano un abbonamento per sentire notizie ed opinioni e non lo sfogo di uno pseudo comico che non faceva satira ma comizi. Ho risentito parlare alcuni giorni orsono di editto bulgaro perché alcune icone della RAI hanno deciso di lasciare la TV pubblica e qualche buontempone ha voluto vederci un atto di arroganza del governo fascista per mettere il bavaglio alla libera espressione.
Evito di fare paragoni fra il peso giornalistico e lo spessore etico di Biagi e Santoro contrapposto a quello di Fazio, Annunziata e Litizzetto ma preferisco pormi delle domande semplici come : perché i transfughi del servizio pubblico hanno voluto abbandonare mamma-Rai? Che facevano in Rai? Sono stati epurati con un tacito editto Garbatella? La RAI è un’azienda pubblica, la fabbrica di infiormazione e cultura piu importante del Paese ed essendo pubblica non può che essere controllata dall’organismo più “pubblico” che esiste e cioè il Parlamento e quando si dice parlamento si intende governo e partiti politici. Ad ogni cambio di governo è seguito un cambio di management perché è evidente che il sistema dello spoils system vige anche in un’azienda di Stato che produce divulgazione e consenso che sono linfa vitale di ogni struttura organizzata che vive di competizione.
Lo ha fatto anche il nuovo governo di centro-destra che ha rinnovato i vertici dell’azienda senza intervenire nelle strutture interne in termini di programmi e palinsesti.
Fabio Fazio è in Rai da una vita e da un ventennio si è ritagliato uno spazio di intrattenimento che culmina ogni sera con una signora che siede sul tavolo e si diverte a sberleffare una sola parte politica quella che fino a ieri era all’opposizione e che oggi è al governo. Ha sempre goduto di partecipazioni importanti solo perché i personaggi invitati vi partecipavano molto spesso come tappa del tour di pubblicizzazione di un libro o di un film. Poi il tavolone con personaggi popolari che gli spettatori gradiscono di ritrovare ed un successo di un certo peso è stato garantito per anni. Nessuno ha criticato l’umorismo imbambolato di Fazio e la continua sottile critica alla parte politica che ora si trova al governo quindi perché ha ritenuto di lasciare la gallina dalle uova d’oro? Semplice, perché quando si fa cassetta pubblicitaria gli editori ti cercano.
Nessuno ha voluto mai far conoscere quale fosse il compenso annuo che la RAI ha versato al dipendente Fazio. Oggi i dati sono stati pubblicati: Fabio Fazio ha guadagnato nello scorso anno 2.240.000 Euro; si si proprio tutti quei soldi. Dieci volte quanto quadagna il Capo dello Stato. Penso che sia semplicemente vergognoso che un personaggio conduttore di una trasmissione popolare, di discutibile valore culturale o anche semplicemente divulgativo, emessa dalla televisione pubblica debba guadagnare somme multipli degli stipendi dei grandi manager, dei leader politici, degli attori di cinema e teatro, insomma inaccettabili in un contesto di servizio pubblico.
Se lo stipendio di Fazio è di dieci volte quello del Capo dello Stato quello della Litizzetto che, che a mo’ di pappagallino, racconta ogni sera banalità infarcite di qualche doppio senso ed inutili volgarità, riceve dalla TV di Stato uno stipendio di 800.000 Euro l’anno oltre sette volte lo stipendio con cui viene compensato il lavoro del Direttore della Scala o dodici volte lo stipendio di un primario ospedaliero. Aggiungere commenti sarebbe solo superfluo e non si può che tirare un sospiro di sollievo se eventi del genere, che meriterebbero un approfondimento amministrativo, abbiano avuto termine per libera scelta degli interessati o, forse, per timore che il nuovo vento politico non avrebbe potuto tollerare situazioni scandalose che una dirigenza sodale aveva per tanto tempo tollerato.
La Annunziata aveva creato un suo suo piccolo angolo di divulgazione del suo pensiero politico camuffato da innocua intervista. Una “mezz’ora in piu” che durava ore con uno share medio dell’8%, inferiore sempre alle trasmissioni concorrenti. Che grande perdita quella della prosopopeica presentatrice dal forte accendo dialettale. Ma chi l’ha cacciata? Tutti gli osservatori che fanno lo stesso mestiere e che non si possono annoverare fra i supporter del governo, come Mentana, hanno commentato che i transfughi non sono vittime del regime anche perché hanno liberamente scelto di andarsene e non hanno fatto un salto nel buio ma si sono tutti dotati preventivamente di adeguati atterraggi morbidi in tv che hanno bisogno della loro notorietà per fare budget pubblicitario.
Altro che editto bulgaro, solo un modo rapido e proficuo di riciclarsi presso emittenti che vivono di pubblicità e che non hanno obblighi etici o morali. Nessuno ha cacciato Fazio e gli altri ma nelle loro scelte ha prevalso il senso dell’opportunità e della convenienza ma ho fortissimi dubbi che altrove potranno fare gli stessi ascolti e godere dello stesso seguito.
Sergio Franchi
L’ex consigliere regionale del M5S era stata nominata Coordinatrice regionale
La Corrado abbandona
Ho comunicato al Presidente Conte le mie irrevocabili dimissioni da coordinatore regionale del M5S.
Più di 12 anni fa scelsi di mettermi a disposizione di una comunità, sconosciuta ai più, che io stessa ho contribuito a far crescere.
Ho dato sempre il massimo in termini di impegno fisico, economico, politico, a qualsiasi livello, nonostante una malattia cronica e degenerativa che mi accompagna dall’età di 11 anni che non mi ha reso, e tutt’ora non mi rende, la quotidianità facile. Nei miei ruoli istituzionali ho lavorato notte e giorno, prodotto atti e ottenuto risultati alcuni dei quali, con immensa soddisfazione, rimarranno per sempre alla collettività.
Non avrei saputo fare diversamente per il senso del dovere e i valori che la mia famiglia mi ha trasmesso; per quel senso di altruismo che mi ha portato a dedicare energie e passione verso il bene pubblico, trascurando troppo spesso me stessa e la mia via; per la responsabilità che ho sempre sentito sulle mie spalle che qualsiasi azione da me compiuta avrebbe avuto come riflesso sulla forza politica che rappresentavo.
Sono stati anni di consapevolezza.
La consapevolezza che la politica è studio, sacrificio, capacità di dialogo, passione ed entusiasmo e che i politici non sono tutti uguali.
La consapevolezza che per fare una politica sana e utile a risolvere le criticità devi conoscerli i problemi, immedesimarti nelle situazioni, confrontarti con umiltà senza presunzione e preconcetti.
La consapevolezza che quando devi fare scelte politiche o scrivere norme che impattano su una comunità queste non possono essere dettate o influenzate dal marketing politico o dal rancore personalistico ma dalla coscienza e dalla volontà di fare la cosa più giusta non per se stessi ma per la collettività.
La consapevolezza che gli errori devono essere ammessi per non ripeterli, per crescere senza infingimenti.
La consapevolezza del valore del tempo e delle persone. Ad ogni persona incontrata lungo questo cammino va il mio ringraziamento per le lezioni apprese, nel bene e nel male.
La consapevolezza del coraggio di scegliere e decidere assumendosi le proprie responsabilità.
Consapevole del valore del tempo, scelgo di voltare pagina e di lasciare andare ciò che non posso contribuire a migliorare. Non voglio vivere una vita inquinata da negatività, da ipocrisie e dagli effetti delle frustrazioni altrui; non voglio assistere impotente all’affermazione della mediocrità, dell’incapacità e di quelle ingiustizie che dagli scranni istituzionali ho combattuto. Non ho mai vissuto da attendista nè fatto scelte per convenienza personale e ho sempre dato tutta me stessa incondizionatamente quando un progetto mi entusiasmava. Entusiasmo che, nell’ultimo anno, diverse vicissitudini politiche hanno contribuito a spegnere. Non sono abituata a distruggere nè a lavorare ai fianchi con sotterfugi e non ho nè la voglia nè l’energia di iniziare a farlo ora. Preferisco fare un passo indietro perché voglio continuare a vivere la mia vita con l’entusiasmo e le soddisfazioni derivanti dal lavoro e dalla passione che nutro per diversi ambiti. Politica compresa.
“L’importante non è quello che trovi alla fine di una corsa. L’importante è quello che provi mentre corri”.
Valentina Corrado
Mense scolastiche Anzio
I lavoratori addetti ai servizi mensa presso l’appalto di ristorazione scolastica del Comune di Anzio, hanno protestato giovedì 8 giugno sotto la sede del Comune di Anzio, in Piazza Cesare Battisti. La protesta, promossa dal Sindacato CLAS, ha visto la partecipazione di decine di lavoratori preoccupati per il loro futuro occupazionale, dopo la comunicazione da parte della società Dussmann Service della cessazione del servizio di refezione scolastica del Comune di Anzio in data 31 maggio 2023, senza possibilità di proroga.
“Siamo soddisfatti dell’esito della manifestazione che ha visto la presenza di tanti lavoratori che hanno voluto far sentire la propria voce – afferma il segretario generale nazionale di Sindacato CLAS, Davide Favero - C’è rammarico, però, perché ancora una volta l’amministrazione commissariale di Anzio ha mancato l’occasione per affrontare la vicenda e fornire una prospettiva occupazionale positiva alle maestranze impegnate in questo settore. Ci auguriamo che la vicenda possa avere una svolta positiva il prossimo 16 giugno, quando ci sarà la riunione presso la prefettura di Roma, con l’auspicio che sia quella la sede adeguata in cui risolvere definitivamente la vicenda a rischio decine di posti di lavoro. E’ evidente che la cessazione del servizio, in assenza di aggiudicazione di nuova gara d’appalto e in mancanza del passaggio del personale senza soluzione di continuità giuridica, dalla ditta uscente alla subentrante, mette fortemente in discussione la tenuta occupazionale e reddituale dei circa 100 lavoratori attualmente impiegati per il servizio di refezione scolastica”.
Sindacato Clas - Nazionale
Confederazione dei Lavoratori Associati in Sindacato