Il quesito sulle strade di Lavinio resta senza risposta, malgrado nel corso degli anni c’è chi si sia battuto per dimostrare la fine di questo Ente
Il Comune tace sul Consorzio di Lavinio
E’ un problema trito e ritrito; comitati hanno fatto battaglie perdute, alcuni componenti stanno ancora pagando le spese legali per aver cercato di “dissentire” dall’appartenenza al Consorzio di Lavinio. Il sottoscritto ha cercato, negli anni, di dare un proprio contributo critico e costruttivo come relatore della commissione per la modifica dello Statuto consortile, come delegato e come cronista del territorio, principalmente dalle pagine di questo periodico; ricevendone in cambio, come ringraziamento, un paio di querele per diffamazione a mezzo stampa. Altri hanno cercato di fare chiarezza analizzando gli aspetti tecnici e legali e non hanno avuto sorte migliore.
Allora si pone una domanda: “se un istituto, fondato con uno scopo ben specifico, raggiunge lo scopo per cui fu creato, quale ragione sussiste perché resti in funzione? Secondo l’art 2 dello Statuto consortile: Il Consorzio ha lo scopo di mantenere, esercire, ricostruire ed eseguire le opere stradali, quelle per l’approvvigionamento idrico, per la regolazione del deflusso delle acque, per l’approvvigionamento dell’energia elettrica, ed in generale ha lo scopo di eseguire tutte le opere e svolgere tutte le attività collettive e connesse con quelle sopra specificate ed interessanti le zone comprese nel suo perimetro” .
“La durata del Consorzio è indeterminata. Esso tuttavia potrà essere sciolto quando, constatato che gli scopi sopra specificati possono essere assolti da altri enti, ciò venga deliberato dall’Assemblea Generale”. Da decenni le linee elettriche, quelle idriche e quelle relative alle acque reflue sono di responsabilità di enti ben definiti; quali sono allora le responsabilità consortili? La manutenzione ed il rifacimento delle strade e delle opere ad esse relative. Questo naturalmente nell’assunto che le strade siano rimaste di tipo interpoderale, come esse erano classificate nella fase di urbanizzazione e che non siano quindi passate di proprietà comunale e cioè ricadenti sotto la responsabilità del Comune. La domanda retorica resta: se il Comune autorizza qualsiasi opera all’interno del comprensorio consortile, se gli abitanti pagano gli oneri di urbanizzazione all’ente pubblico per le opere o le modifiche eseguite nell’interno dello stesso perimetro (legge ex Bucalossi), se il Comune provvede alla pulizia delle strade e delle opere relative, se il Comune provvede al ritiro dei rifiuti, se il Comune esige una tassa per l’occupazione del suolo pubblico, per l’affissione di un’insegna, se può imporre ammenda per la sosta proibita e se il cittadino paga questi servizi al Comune ed ad altri enti, quale è la ragione di avere e finanziare un Consorzio? E’ la domanda che alcuni cittadini si pongono e si continuano a porre e non tutti perché desiderano la chiusura del Consorzio ma solo perché il consorzio, come concepito, ha raggiunto i suoi obiettivi. La modifica dello statuto, su cui il sottoscritto lavorò a lungo, sarebbe servita a sostituire proprio gli obiettivi raggiunti con altri obiettivi, piu attuali ed aggiuntivi rispetto a quelli che i cittadini già finanziano con i tributi che pagano, come la sicurezza, lo sviluppo turistico, l’attività socio-culturale ecc. Questo problema se l’è posto, sotto la spinta dell’opinione pubblica, anche la Commissaria Straordinaria che, con delibera n 57 del 15 maggio 2024, ha ordinato di “procedere con carattere di priorità nelle attività ricognitorie delle strade ricadenti nell’aria di competenza del Consorzio di Lavinio, al fine di accertare il permanere delle condizioni della classificazione di strade vicinali e consortili nel presupposto legittimante la compartecipazione al Consorzio di Lavinio in applicazione dell’art. 3 del Decreto Luogotenenziale 01/09/1918 n 1446” il Decreto che parla di priorità, indica anche gli uffici che sono incaricati di procedere nell’espletamento dell’incarico. Un’altra domanda nasce spontanea: quanto tempo è necessario affinchè gli uffici determinino se le strade di Lavinio Mare siano “vicinali e cioè se esse siano private di proprietà dei proprietari dei fondi che su di esse si affacciano e se esse esistano per permettere ad ogni proprietario di raggiungere il proprio fondo” . E’ trascorso oltre un anno ma nessun documento è stato reso pubblico. I cittadini di Anzio hanno voluto cambiare guida politica. L’immagine pessima della politica degli ultimi anni, anche se io sono ancora in attesa di vedere in prigione i politici coinvolti nel malaffare, ha contribuito a generare una nuova Giunta ed un Consiglio Comunale quasi completamente rinnovato e tanti si aspettano che vecchi tabu vengano abbattuti, e che qualche decisione rimandata per anni venga presa col coraggio di un’Amministrazione che non ha scheletri nell’armadio. Finora si nota una tendenza ad ignorare le istanze che vengono da alcuni interlocutori ma questo è un problema di scelta politica che si deve risolvere in termini di consenso. Sciogliere il nodo del Consorzio di Lavinio, che interessa circa il 20% dei cittadini è, invece, una questione di equità amministrativa. Questo è un problema di buona amministrazione e non si può continuare ad eluderlo senza darne ragioni plausibili. Il Sindaco di Anzio dia seguito all’ordinanza dell’Amministrazione Speciale, quell’Amministrazione che, pur se non eletta a rappresentare i cittadini, si è posto un problema la cui soluzione non è piu procrastinabile.
Sergio Franchi