Lo studio dei fenomeni urbani nelle grandi metropoli
Gentrification e Overtourism
Il termine gentrification venne coniato nei primi anni sessanta del novecento, dalla sociologa anglo-tedesca Ruth Glass, studiosa dei fenomeni urbani nella London School of Economics (dove aveva studiato prima di andare alla Columbia University per specializzarsi), analizzando le trasformazioni di alcuni quartieri semi centrali di Londra, abitati dalla working class e che, allora, si andavano progressivamente e rapidamente svuotando per lasciare il posto a classi agiate che, ristrutturando e ‘riqualificando’ quei malridotti edifici, vi andavano ad abitare e a vivere. Il termine gentrification deriva da ‘gentry’: benestante, agiato, indicando cioè la piccola nobiltà o il possidente di campagna in Inghilterra, i quali, a seguito dei processi di urbanizzazione della rivoluzione industriale, dettero il via a un lento processo di trasferimento dalle zone rurali a quelle cittadine e metropolitane, andando a occupare, appunto, aree e quartieri operai, spingendo questi ultimi nelle estreme periferie e nei ‘filamenti urbani’ delle grandi arterie fuori città. Al posto degli appartamenti proletari e sottoproletari, al posto della bottega del piccolo artigiano, del negozietto di prossimità ecc. vennero fuori beni immobiliari di lusso, loft, atelier, gallerie di arte e di moda, uffici finanziari e assicurativi, locali del loisir di lusso, boutique con brend più alla moda ecc. Oggi si tratta di un fenomeno universale che coinvolge i quartieri delle grandi metropoli, ma anche delle medie città, cittadine e borghi. E’ universale e omologante, ma in ogni parte si manifesti lo fa con caratteristiche proprie, diversificate a seconda quelle che sono le caratteristiche storico e socio politiche culturali proprie di ciascuna realtà territoriale. Secondo l’urbanista G. Amendola: gentrification sta a significare il ricambio della popolazione in un’area, mediante l’immissione di ceti superiori a seguito di interventi di recupero immobiliare ed urbano (G Amendola, “La città post moderna” Laterza 1997, p. 42).
Un fenomeno al quale assistiamo in forma estrema, paradossale, eclatanti come il caso Milano, ma come dicevo è una dinamica urbanistica in corso in molte altre città, metropoli, piccoli e medi centri (soprattutto nei centri storici). E’ una risultante localizzata della globalizzazione-omologazione e del dominio della finanza. Appartamenti residenziali di pregio e locali lussuosi di vario genere, ma anche ‘alberghi diffusi’, ‘bed and breackfast, ‘case vacanze’, ‘locali spritz’, ‘affitti brevi’ ecc., infrastrutture di quello che viene definito overtourism che è parente strettissimo della gentrification, l’uno è la causa concomitante dell’altra, entrambi si supportano e si intrecciano. Over tourism è quando l’impatto del turismo in determinati luoghi e in determinati periodi, supera la soglia di capacità sociale, ecologica, culturale, economica originariamente vigente in quell’area, influenzando eccessivamente e negativamente la qualità della vita degli stessi abitanti originari, sospinti sempre più verso l’esterno e i suoi ‘non luoghi’.
Il territorio, così come nella gentrification, perde la sua identità, le sue peculiarità, insomma quelle stesse caratteristiche che l’hanno resa attrattiva. Per questo gentrification e overtourism sono complementari e mostri che divorano sé stessi; dovrebbe essere compito di amministrazioni lungimiranti, che non guardano al tornaconto facile e immediato, monitorare e governare con prudenza questi fenomeni. Per quello che vale il mio parere, mi sento di poter dire che gli amministratori e politicy makers locali dovrebbero fare molta attenzione nel ‘manovrare’ processi complessi che sono economici, politici, socio culturali, urbanistici e antropologici come, appunto, la gentryficazione e, in particolare, l’overtourism. Premesso che nelle società polifunzionali, fluide, articolate non possono contare in un’unica risorsa, puntare su una unica vocazione significa sprecare anche quella stessa unica vocazione. Occorre saper miscelare diverse possibilità: la realtà turistica, ma anche agricola, artigianale, industriale; città d’arte, ma anche l’eccellenza gastronomica, il turismo di massa ma anche quello d’élite…Insomma occorre saper individuare una molteplicità di ipotesi e diversificare, creare occasioni affidarsi o dare rilevanza -in una realtà complessa- a un solo percorso di sostentamento economico locale è illusorio. L’overtourism può far credere di costituire la chiave di volta dell’economia del territorio, l’eccesso turistico porta invece, nel medio lungo periodo, alla depauperazione di quelle stesse risorse. Entro un po’ di tempo le caratteristiche culturali, paesaggistiche, artistiche ecc si perdono: i prezzi di case cose immobili crescono, la popolazione originaria è costretta all’esodo, l’ambito territoriale perde le sue caratteristiche, specificità e la sua attrattività.
Giuseppe Chitarrini
Allo stabilimento Pro Loco di Nettuno con la food blogger Brunella Costantini
Spaghettatamare 2025
Stessa location: lo stabilimento Pro Loco di Nettuno che ha visto lo staff di Brunella super impegnato.
Si è svolta il 19 agosto scorso la IV edizione della ‘Spaghettatamare’, serata organizzata da Brunella Costantini ed il suo staff per raccogliere fondi da destinare al Comitato per la Lotta Contro il Cancro di Anzio-Nettuno ed all’Associazione ‘Nati 2 volte’. Si è trattato di un vero successo di adesioni perché i Nettunesi hanno risposto numerosi all’appello, degustando un piatto di alici e pecorino, bevendo un bicchiere di vino Cacchione e rinfrescandosi con fette di cocomero. La buona musica non è mancata, né il Karaoke col DJ Rik Kosto, né la poesia in nettunese con Giacomo Antognarelli (La Rattafia) e Rita Cerasani (‘Na serata diverza). Il clou si è avuto con la gara degli spaghetti all’arrabbiata vinta da Ettore Morellini, mentre si è classificata seconda Graziella Nobile. A tutti i partecipanti sono andate bottiglie di vino offerte dalla Cantina Bacco, i famosi tozzetti della food Blogger, e la rinomata Ratafia, specialità nettunesi che Brunella realizza con amore e passione per Nettuno. Gli altri sponsor hanno donato le alici ed il cocomero. Al termine della serata Brunella ha ringraziato il suo numeroso staff che ha reso possibile l’evento: Roberta Cesario, Orfeo Norcia, Novella, Anna Claudia Lucci, Stefania Cibati, Diana Di Lorenzo, Eva Patrono, Daniela Domignoni, Giovanni Schiavo. Con un arrivederci al prossimo annosi è conclusa la serata ricca di allegria insieme a tante simpatiche persone.
Rita Cerasani
Due serate indimenticabili
La corte del Forte Sangallo ha visto il sold out in due serate all’insegna della Musica con la M maiuscola.
Si sono svolte il 9 e 10 agosto due serate indimenticabili al Forte Sangallo di Nettuno, organizzate dall’Associazione Culturale (ormai maggiorenne) “Arcadialogo”.
Il titolo: ‘E non finisce mica il cielo’…’Se stiamo insieme’ chiaramente riferito a Mia Martini e Riccardo Cocciante, due interpreti musicali che hanno fatto la storia della canzone italiana. Il numeroso pubblico, attentissimo, ha gustato le performance dei due giovani talentuosi cantanti Veronica Di Legge e Francesco Gentili che hanno proposto: ‘Questione di feeling’, ‘Piccolo Uomo’, ‘Sincerità’, ‘Almeno tu nell’universo’, ‘Se stiamo insieme’, ‘Donna’, ‘Bella senz’anima’, ‘La nevicata del ‘56’, ‘Quando finisce un amore’, ‘Buco nel cuore’, ‘E non finisce mica il cielo’ed a due voci ‘A mano a mano’.
Durante la serata in cui si è ripercorsa la storia di Mia Martini, tanto brava, ma altrettanto sfortunata, alle canzoni si sono alternati i monologhi della nota scrittrice e regista Giorgia Amantini su: cinismo, ipocrisia, amore, società, individualismo, la quale è stata coadiuvata da Alessandro Amantini, Laura Riggi, Federica Castraberte. Tutti bravissimi. I due giovani cantanti sono stati accompagnati dal pianoforte suonato magnificamente da Elisabetta Morelli. Audio e disegno luci Mario Quinzi. Ce ne vorrebbero tante di serate come queste, durante l’arco dell’anno, nella città di Nettuno, in cui si respira un’aria di grande cultura musicale, ci si emoziona, si ricordano momenti indimenticabili della nostra esistenza.
Rita Cerasani