Il cortometraggio con due nostri giovani speranze
Damnatio Memoriae
Due nomi emergenti dal panorama cinematografico di Nuova Florida e Torvaianica, Alessio Ceccarelli e Riccardo Bruni, stanno attirando l’attenzione con il loro cortometraggio “Damnatio Memoriae”.
Alessio, classe 2001, ha già assaporato il mondo della recitazione con la sua partecipazione alla prima stagione di Suburræterna su Netflix. Riccardo, nato nel 1999, ha un percorso ricco di esperienze teatrali e cinematografiche, con all’attivo numerosi spettacoli e un film.
L’esperienza di Alessio sul set è stata decisamente affascinante. Descrive “Damnatio Memoriae” come un’opportunità unica, specialmente all’interno del festival ‘24 frame al secondo’, un evento dedicato ai giovani cineasti.
“Ci teniamo a ringraziare il regista Francesco Milieri e sua sorella Camilla, che è parte del cast. Camilla ha tutte le carte in regola per diventare una protagonista in questo settore”.
Per Alessio, la vera ricchezza di quest’esperienza è la voglia di migliorarsi continuamente, e la presenza di Paola Cortellesi, madrina della serata finale, resta un ricordo indelebile.
Riccardo, protagonista del corto, vive un momento di grande soddisfazione nel vedere il proprio lavoro riconosciuto tra i primi venti su oltre 400 cortometraggi. La sua emozione è palpabile quando parla del palcoscenico della sala Sinopoli dell’Auditorium, dove ha ricevuto la candidatura come miglior attore.
“È stata una grande emozione salire su quel palco. La storia che raccontiamo è universale e credo possa toccare tutti. Invito tutti a vedere il cortometraggio su YouTube, ne vale davvero la pena”.
Entrambi i giovani attori non si sottraggono al tema della difficoltà di fare della recitazione una professione.
Alessio è consapevole delle sfide: “È difficile, soprattutto per noi della mia generazione. Siamo bombardati da stimoli e opportunità. La visibilità che offrono i social ha il suo rovescio della medaglia; ci sono ragazzi che raggiungono obiettivi senza avere la stessa dedizione”. Tuttavia, la chiave del successo per lui è la passione: “Per chi come me fa questo mestiere per necessità piuttosto che per fama, tutto diventa più semplice. Non sempre è necessario un grande film per sentirsi attori; io mi sento sempre protagonista della mia vita”.
Per Riccardo, la recitazione è “tutta la mia vita”. Fin da piccolo, ha recitato davanti alla sua famiglia e ha investito anni in scuole di recitazione e accademie. “Ho fatto cinque cortometraggi, un film e tanti spettacoli teatrali. È un lavoro complicato, ma siamo giovani e c’è ancora tanta strada da fare. Morgan Freeman ha ottenuto il suo primo ruolo da protagonista a 52 anni. Il segreto è non mollare mai e circondarsi di persone simili a te”, afferma con determinazione.
“Damnatio Memoriae” non è solo un cortometraggio; rappresenta un faro di speranza per molti giovani attori e cineasti. La loro storia è un esempio luminoso di come la passione e il duro lavoro possano aprire porte anche nei momenti più difficili. Con il supporto della comunità e la loro determinazione, Alessio e Riccardo non solo sognano, ma stanno già costruendo il loro futuro nel mondo del cinema.
Evento che ha riunito giovani talenti, famiglie e membri della comunità
Progetto “Musica è”
Il 29 maggio, Piazza Indipendenza di Pomezia ha accolto una delle manifestazioni più attese dell’anno, incentrata sul progetto “Musica è”. Questo evento ha riunito giovani talenti, famiglie e membri della comunità in una celebrazione vibrante della musica, trasformando la piazza in un palcoscenico di colori e suoni. Il sindaco di Pomezia, Veronica Felici, ha aperto l’evento con un discorso che ha sottolineato l’importanza della musica come strumento di coesione sociale e come parte integrante del tessuto culturale della città.
“Musica come un veicolo di coesione sociale ed elemento vivo del tessuto cittadino,” ha affermato Felici, elogiando i ragazzi di “Musica è” per il loro impegno e la loro passione. Il progetto, che offre la possibilità di imparare uno strumento musicale direttamente a scuola, non solo rende la musica accessibile a tutti, ma la integra profondamente nel percorso educativo degli studenti, fornendo loro competenze e opportunità che vanno oltre la semplice pratica musicale.
Ma “Musica è” non si limita alle aule scolastiche. I giovani musicisti si mettono al servizio della comunità partecipando attivamente a eventi pubblici, come il Coro Polifonico Natalizio e “The Marching Band”. Questi gruppi non solo portano la musica per le strade di Pomezia, ma creano anche un senso di appartenenza e identità, elementi essenziali per la vita comunitaria. La musica diventa così un linguaggio universale che avvicina le persone e incoraggia la partecipazione collettiva. Anna D’Albis, coordinatrice dell’evento e insegnante presso il plesso Margherita Hack, ha condiviso la gioia e l’emozione dei piccoli musicisti mentre sfilavano con la Marching Band. “Hanno colorato le strade fino al Palazzo Comunale, dove il sindaco ha spalancato le porte per accoglierli con entusiasmo”, ha raccontato D’Albis. Questo momento non è stato solo un’esibizione musicale, ma anche una festa di accoglienza e condivisione, riflettendo il forte legame tra la città e le nuove generazioni.
L’evento ha visto gli alunni dell’Istituto Margherita Hack protagonisti di una straordinaria performance, sfilando con energia e passione per le vie di Pomezia. Le note della Marching Band, accompagnate da applausi e sorrisi, hanno creato un’atmosfera di felicità e orgoglio. Ogni passo e ogni nota hanno rappresentato un momento di unità, dimostrando che la musica ha il potere di unire le persone, di abbattere le barriere e di creare ricordi indimenticabili.
Questo incontro ha avuto un significato profondo per la comunità di Pomezia, evidenziando l’importanza di investire nei giovani e nelle loro capacità espressive. La celebrazione della musica ha richiamato l’attenzione su come le attività culturali possano arricchire la vita di una città, contribuendo a creare un ambiente stimolante e creativo.
La giornata si è conclusa con un forte senso di gratitudine e realizzazione. Pomezia ha dimostrato, ancora una volta, di credere nei suoi bambini e nel potere trasformativo della musica, rendendo questa giornata non solo un evento, ma un capitolo importante nella storia della comunità. “Oggi Pomezia l’ha fatto con il cuore! Pur riconoscendo che i veri protagonisti sono sempre i nostri alunni, è doveroso sottolineare il ruolo fondamentale della direzione artistica del Maestro Roberto Bonfè Roberto – autentica eccellenza del territorio – che con passione, competenza e dedizione ha guidato i giovani musicisti in questa straordinaria avventura. Un ringraziamento speciale anche all’instancabile referente del progetto, l’insegnante Monica Porrino , il cui lavoro quotidiano ha permesso la realizzazione di ogni fase dell’iniziativa - ha concluso D’Albis, sottolineando che la musica è, e sarà sempre, un’arte che non conosce confini.
Festa del sacrificio
“Festa del Sacrificio” in arabo Eid al-Adha è la seconda delle due principali festività dell’Islam, insieme a Eid al-Fitr. Anche a Pomezia la comunità musulmana ha festeggiato la data del 5 giugno, giorno del calendario che fissa questa ricorrenza dopo il Ramadam. Eid al-Adha, a seconda del paese e della lingua, è anche chiamato Eid Maggiore o Grande. Come per l’Eid al-Fitr, la preghiera dell’Eid viene eseguita la mattina dell’Eid al-Adha, dopo di che viene eseguito il sacrificio rituale di un animale da allevamento. Nella narrazione coranica, si vede Abramo sacrificare suo figlio Ismaele in un sogno. Mentre si accinge ad obbedire all’ordine divino, il Patriarca viene fermato dall’angelo Gabriele, inviato da Dio. Vedendo che Abramo stava per sacrificare l’unico figlio per amore per suo, Dio lo autorizza a sostituire il ragazzo con una «generosa immolazione» (sura 37, versetto 107), che gli studiosi musulmani classici identificano con un ariete.
L’episodio è molto simile a quello raccontato nella Bibbia, anche se nel libro della Genesi (al capitolo 22) il figlio che sta per essere sacrificato è il secondogenito Isacco (progenitore degli israeliti – ndr), e non Ismaele. Gli ammaestramenti principali di questo brano sacro sono l’incrollabile fiducia di Abramo in Dio e la proibizione di ogni sacrificio umano ai fini di culto.
Questa festa, chiamata anche Eid al-Kebir o «grande festa», non deve essere confusa con Eid al-Fitr, la festività che celebra la fine del mese di Ramadan, caduta quest’anno il 13 maggio. Sono queste le uniche due feste canoniche nell’islam. Poiché ad Abramo fu permesso di sacrificare un montone al posto di suo figlio, Eid al-Adha è tradizionalmente celebrata con il sacrificio simbolico di una pecora, capra, vitello o cammello. Gli animali non devono superare una certa età e vanno macellati in maniera rituale, dopo la grande preghiera, in macelli approvati dalle autorità pubbliche. Il sacrificio non è un obbligo, ma una raccomandazione per i musulmani che lo vogliono e possono permetterselo.
La tradizione vuole che questa festa sia all’insegna della condivisione e della generosità. La carne risultante dai sacrifici è divisa in tre parti: un terzo per la famiglia, un terzo per i vicini e un terzo per i bisognosi.
Nella società tribale dei tempi del Profeta Muhammad, la carne era una merce rara. Essenzialmente la dieta degli arabi del deserto nel VII secolo era costituita da latte di cammello. Sacrificare un animale e offrirne la carne ai più poveri era quindi un atto di carità. Oggi molti preferiscono donare una somma di denaro in beneficenza.
Eid è una festa gioiosa e di famiglia. Si prolunga per tre giorni, durante i quali i musulmani fanno visita a parenti e amici, si scambiano regali e saluti. Vanno anche nei cimiteri per rendere omaggio agli antenati.
S.Me.