Lettera aperta per il sindaco di Anzio De Angelis
Caro Sindaco
Caro Sindaco,
scusami per il tono colloquiale con cui ti scrivo ma ritengo sia coerente con lo spirito che anima il mio pensiero, improntato nei tuoi confronti, da sempre, su sentimenti di disponibilità e di collaborazione; quei sentimenti che dovrebbero motivare tutti i cittadini nel confronto di coloro che sono stati eletti dal popolo a rappresentarli. Con questo spirito ho, insieme ai tanti amici con i quali condivido il mio impegno ed il mio tempo in difesa del nostro ambiente, cercato di mettere in atto un confronto ed una proposta di collaborazione con la tua Giunta nello spirito per cui l’utenza dovrebbe sempre collaborare con chi amministra, per una buona gestione dei servizi. L’ho fatto fino a proporre un protocollo di collaborazione, prima concordato e poi fallito non per colpa nostra. Abbiamo insieme condiviso l’idea di mettere fine, nella difesa del nostro territorio, ad alcuni comportamenti disinvolti della Giunta precedente e di chi ha deciso di dare il placet, a nome di tutti i cittadini di Anzio, alla realizzazione di un grande impianto per la produzione di biogas. Conosco la tua convinzione per cui non si possono risolvere i problemi dei rifiuti senza l’aiuto della tecnologia ed il tuo ripetuto riferimento al termovalorizzatore di Copenaghen sui cui “hanno realizzato una pista da sci”. Conosco bene, per ragioni familiari, quella zona e l’impianto di Amager Bakke (che non è affatto al Centro della città ma a circa 30 minuti di auto nelle vicinanze del mare) e so per certo che esso è il risultato di un lungo confronto con gli abitanti, una condivisone di responsabilità ed una ridistribuzione dei vantaggi e so bene che esso è realizzato nel piu coerente rispetto delle norme di sicurezza a tutela dei cittadini della zona. E poi, quell’impianto è funzionale all’economia ed alla gestione dei rifiuti della zona in cui è stato realizzato. Pur nella convinzione che l’impiego del trattamento tecnologico sia, secondo la scala prodotta dalla Comunità Europea, al penultimo posto solo prima della conferimento in discarica, la centrale di Anzio è uno schiaffo alla logica, alla trasparenza ed alla legalità. Essa non serve al nostro territorio in cui non si è nemmeno capaci di ridurre la produzione della frazione organica, con le tanto annunciate e mai distribuite compostiere di unità immobiliare e di nucleo. Questa centrale non è il risultato di un confronto ma essa è figlia dell’arroganza, poichè è stata approvata senza che i cittadini, che abitano di fronte ad essa e che hanno perso la gran parte del proprio valore immobiliare, ne siano stati almeno informati. Essa è stata realizzata senza che nessun beneficio sia stato distribuito tra coloro che pagano il prezzo per il pericolo che essa costituisce e per i danni che essa ha provocato. Ed, infine, essa è stata realizzata contro le norme di sicurezza esistenti al momento della sua approvazione; quelle norme che sono state ulteriormente rese piu severe dal nuovo piano Regionale dei Rifiuti. Quindi resta la logica dei fatti e di una realtà in cui sta per essere attivata una centrale che ai cittadini di Anzio, di cui tu sei il Sindaco, porta solo potenziale pericolo, danni e degrado. E nessunissimo vantaggio. Resta il tuo impegno, più volte ribadito, a tutela della gente che abita in quella zona. Un impegno che non si può certamente esplicare oggi con azioni coercitive, non sopportate da motivazioni che rientrino nei tuoi doveri di sindaco, ma esso non può prescindere dalla messa in atto di ogni azione di controllo e di tutela. Controlli e verifiche che il dossier redatto dal membro tecnico della Commissione Libralato elenca con dovizia di particolari e di cui non si conosce l’esito. Resta anche il tuo impegno ad una discontinuità che significa anche rifiuto a condividere gli errori che altri hanno commesso e di cui dovranno rispondere perchè, stai certo, la gente della zona non accetterà mai un sopruso di questo genere. La chiusura della Commissione, che era nata per tutelare la gente dagli effetti di una centrale fortemente impattante è stata inopinatamente voluta, mentre nessuna relazione conclusiva è stata ancora discussa ed approvata e i problemi legati alla realizzazione della centrale della Spadellata non sono stati affatto risolti. Sarà la Magistratura che dovrà verificare i comportamenti e le azioni che hanno portato all’approvazione di una centrale contro le norme di sicurezza. Io mi aspetto solo che tu dia vita a quanto pubblicamente ti sei impegnato a fare e cioè: la più rigorosa verifica delle procedure e delle norme, facendone conoscere l’esito agli abitanti e la richiesta, a chi ha emesso l’autorizzazione e cioè la Regione Lazio, affinchè riapra l’analisi del progetto al fine di verificare le ragioni per cui quella autorizzazione fu concessa e se esistano pericoli per gli abitanti dalla mancata applicazione delle normativa in vigore in materia di sicurezza. Conoscendo la tua coerenza sono e siamo certi che aprirai un dibattito nel merito, quel dibattito che ci è stato impedito di fare in Consiglio Comunale e che porrai in atto quanto ti compete in difesa della gente che ti ha eletto Sindaco. Un cordiale saluto
Sergio Franchi
Rassegna Utopica
Nell’ambito della rassegna “Utopica”, sabato 1 ore 21 e domenica 2 febbraio ore 18, presso il Centro “Il Girasole” di Nettuno, via Machiavelli, 4 (sotto al grattacielo) andrà in scena “PERLEI” con Cristel Checca e Alessandro Balestrieri, per la regia di Cristel Checca. Una sposa in attesa aspetta. A irrompere in questa stasi sono le storie di Maria Grazia Botticelli, sua nonna. Un viaggio attraverso la memoria dei ricordi.
Il Consorzio di Lavinio ha manifestato la volontà di confrontarsi per aprirsi al futuro
Segnali di fumo dal Consorzio
Chi scrive si occupa di Consorzio dal oltre 15 anni e cioè da quando ha scelto di vivere a Lavinio. Se ne è occupato con l’atteggiamento di chi ritiene la collaborazione tra le istituzioni del territorio e gli abitanti sia non solo utile ma indispensabile per il buon funzionamento di servizi comuni. Ma perchè ciò avvenga non basta la disponibilità dei soliti cittadini di buona volontà che, in quantità sempre più ridotta, si rimboccano le maniche per condividere le responsabilità; ma ci vogliono anche persone abbastanza illuminate fra coloro a cui la comunità ha delegato l’onere e l’onore di decidere e di dirigere. Non ho speso mai una sola parola , e di parole ne ho scritte e dette tante, per la chiusura tout court dell’ente Consorzio di Lavinio ma ho sempre perorato la causa della conversione di questa organizzazione, che ha raggiunto gli scopi per cui fu voluta e per cui ha lavorato per decenni. L’art 2 dello Statuto recita “Il Consorzio ha lo scopo di mantenere, esercire, ricostruire ed eseguire le opere stradali, quelle per l’approvvigionamento idrico, per la regolazione del deflusso delle acque, per l’approvvigionamento dell’energia elettrica, ed in generale ha lo scopo di eseguire tutte le opere e svolgere tutte le attività collettive e connesse con quelle sopra specificate ed interessanti le zone comprese nel suo perimetro”. Dopo più di mezzo secolo le esigenze di una comunità come quella di Lavinio sono completamente mutate ed i servizi di un “Consorzio Stradale” vengono oggi prestati dagli enti che gestiscono il territorio e che vengono finanziati dagli stessi cittadini che sono chiamati a finanziare le attività del consorzio. Perchè i cittadini di Lavinio devono pagare la manutenzione delle strade consortili, che poi è l’unica funzione che il Consorzio ancora cerca di esercitare, quando essi contribuiscono già alla fiscalità di livello locale e nazionale che è preposta a finanziare lo stesso servizio? Lo stesso articolo 2 dello Statuto, prevede che “La durata del Consorzio è indeterminata. Esso tuttavia potrà essere sciolto quando, constatato che gli scopi sopra specificati possono essere assolti da altri enti, ciò venga deliberato dall’Assemblea Generale”. Quindi nel merito e nella logica il Consorzio di Lavinio non dovrebbe più esistere da circa 30 anni, perchè non ci vuole molto capire che l’ENEL, ACQUALATINA ed il COMUNE DI ANZIO possono assolvere alle funzioni e che lo fanno ormai da decenni. Chi ha voluto e vuole che il Consorzio continui a sopravvivere a se stesso si fa forte del fatto che una folla di circa 5500 consorziati non potrà mai essere portata a votare in un’assemblea generale visto che il numero di quelli che vi partecipa non supera normalmente le poche decine di persone. Per le stesse ragioni uno statuto che parla di voto alle donne ed agli analfabeti continua a restare in vigore ed ad immobilizzare il Consorzio.
Il lavoro fatto per tentare di allargare la base di partecipazione e di aprire una fase nuova è miseramente fallito tanto che coloro, come il sottoscritto, che vi aveva partecipato come Delegato e Relatore della Commissione di revisione dello Statuto, sono stati costretti a mollare. Un modo di gestire il Consorzio di tipo verticistico ha portato negli ultimi anni ad un sostanziale isolamento dalla realtà di Lavinio con azioni per “scoraggiare” ogni tipo di dissenso che hanno portato alla costituzione di gruppi antagonisti e ad un contenzioso legale che ha compromesso fortemente l’immagine del Consorzio. Al sottoscritto, per esempio, è stata inviata una richiesta legale di risarcimento danni per diffamazione per aver scritto che il “consorzio è inutile” anche se era evidente che l’inutilità era riferita alla mancanza di funzioni definite dallo Statuto. Se, un giorno, il Consorzio di Lavinio decide di aprire al confronto ed alla collaborazione con la gente al di fuori dai giochi della politica e con l’intento di dare inizio ad una fase di cambiamento radicale, i cittadini come il sottoscritto non possono che recepire il messaggio come un elemento positivo. Se la Dirigenza del Consorzio prende atto di una impopolarità generalizzata ed intende aprire alle istanze della gente di Lavinio ed alla prospettiva di una pur difficile conversione funzionale, che è elemento indispensabile per trasformare l’ente in un prestatore di servizi integrativi, come la sicurezza, lo sviluppo socio-culturale e turistico, le persone in buona fede come chi scrive ne rende partecipi i gruppi ambientali che coordina e non può che rendersi disponibile al confronto ed al tentativo di collaborazione. Questa eventualità di pone dopo che all’articolo scritto dal sottoscritto sul Litorale è giunta una lunga ed articolata risposta da parte del Prof Persia, Consigliere e Responsabile delle Relazioni Esterne del Consorzio di Lavinio, da cui stralcio un passo significativo “Concordo infine? con l’auspicio che il Consorzio “si apra al futuro”, al contatto con la realtà che esiste oltre i Delegati, come afferma e come Lei conclude. Speriamo che mi sia consentito di farlo. Dottor Franchi, io già nel 2016 tentai di contattarla per sottoporle alcuni materiali sul Consorzio, inutilmente.Se oggi ha la cortesia di indicarmi un indirizzo al quale farle pervenire un plico con le mie idee e proposte sul Consorzio, Le sarò grato”.
Più che condividere materiali ritengo più utile condividere idee e concetti fondamentali per cui proporremo un incontro al Prof Persia ed al Presidente del Consorzio a cui parteciperò con una piccola delegazione di Uniti Per l’Ambiente. E se sono rose fioriranno.
Sergio Franchi