L’impegno delle associazioni si accentua con il tempo
Biogas: fuori gli atti
Chi pensa che l’inizio dell’attività della Centrale Biogas della Spadellata possa contribuire al prevalere del pensiero di assuefazione da parte della popolazione sbaglia: perchè la gente della Sacida e di Lavinio vede solo che un potenziale pericolo diventa concreto nella vita quotidiana. Sul piano legale invece, se c’è stato un reato nella gestione della “pratica” e se qualche irregolarità è stata dolosamente commessa, l’entrata in funzione della centrale trasforma il reato da ipotetico a consumato. Le associazioni che si coordinano in Uniti Per l’Ambiente serrano i ranghi non curanti degli attacchi e della reazione di chi ha interesse a che l’impianto entri in funzione con tutta la sua carica di disagio e di pericolo. Non è chiaro quale beneficio un mostro del genere possa portare agli abitanti della zona mentre sono chiari i pericoli potenziali che esso crea in un contesto fortemente antropizzato; come è evidente l’arroganza delle amministrazioni che ne permettono la realizzazione contro le norme di sicurezza previste. Gli attacchi ed il boicottaggio contro i cittadini che non vogliono la centrale si susseguono senza sosta ed hanno raggiunto una fase molto significativa quando tutti i rappresentanti dei partiti di Anzio, con la sola esclusione di Luca Brignone, hanno deciso che la commissione, che aveva dato voce ai cittadini ed a valorosi tecnici, avesse terminato il proprio lavoro di contrasto alla realizzazione delle centrale.
Fatto del tutto inconcepibile se non come atto di connivenza. Attacchi si sono susseguiti sulla stampa locale dove c’è stato anche chi , invece di criticare una politica scellerata, ha preferito prendersela con i volontari di UPA che hanno dedicato e dedicano lavoro e risorse nel contrasto della centrale e che hanno contribuito in modo determinate nel blocco di un’altra centrale e di un mega deposito di rifiuti. E se lo fa avrà le sue buone ragioni. C’è stato anche chi ha attaccato duramente, sui gruppo FB “Anzio Bandiera Nera” e “Sei di Lavinio se”, Uniti Per l’Ambiente e coloro che ne guidano l’attività con offese e veri e propri atti diffamatori. Una denuncia per diffamazione è stata protocollata in data 13 gennaio presso il Comando della Stazione Carabinieri di Lavinio contro chi ha cercato, per ragioni abiette, di infangare l’integrità morale di gente per bene che sta cercando di difendere il proprio territorio. Stessa denuncia è stata inoltrata nei confronti degli Amministratori dei due siti FB. Una richiesta di risarcimento è stata già avviata nei confronti di chi ha diffamato e di chi ha permesso la diffamazione e cioè i responsabili dei due gruppi FB. I proventi di tale risarcimento verranno dedicati a progetti in difesa dell’ambiente di Anzio. Chi, in buona fede, segue l’attività di Uniti Per l’Ambiente sa bene che l’attivazione della Centrale da vita ad una fase in cui ognuno dovrà essere chiamato a rispondere delle proprie azioni. Una denuncia alla Procura della repubblica di Velletri è stata presentata affinchè si verifichi, anche alla luce di altre irregolarità amministrative di cui si sta già occupando, se l’iter che ha portato all’autorizzazione di une centrale contro le norme di sicurezza individua reato e se la centrale possa essere esercita, nel luogo in cui è stata autorizzata, senza pericolo per gli abitanti. Verifiche vengono poste in atto per accertarsi che ogni attore abbia fatto il proprio dovere sul piano amministrativo. In data 20 gennaio una richiesta di accesso agli atti è stata protocollata presso la Regione Lazio ed analoga azione è stata fatta per l’accesso al fascicolo presso il Comune di Anzio al fine di verificare se tutte le prescrizioni previste dal tecnico Libralato ed acquisite dal luglio 2018 dalla Commissione Speciale ambiente, siano state attuate e quali ne sia l’esito. Un’interrogazione dello stesso tono è stata presentata dal Dr Cacciatore, Presidente della Commissione Ambiente della Regione Lazio, al Consiglio Regionale. Una delegazione di Uniti Per l’Ambiente parteciperà ad un incontro, che è stato fissato per il 3 febbraio con la Ing Tosini, Dirigente responsabile dell’Ufficio della Regione, che ha rilasciato l’Autorizzazione all’impianto Biogas in via di attivazione e lo ha negato ad altre due strutture simili e che si trovavano nelle stesse condizioni dal punto di vista della sicurezza. Quando le associazioni ed i cittadini hanno convenuto di creare un coordinamento per fare sinergia hanno sempre escluso l’uso dei mezzi “della piazza” sperando nel prevalere del diritto e dei diritti. Su questa strada si cercherà di trovare la soluzione per un progetto realizzato nel posto sbagliato.
Sergio Franchi
Petizione-esposto per l’apertura alle spiagge della Divina Provvidenza e Marinaretti
Discese pedonali spiagge libere
Al Sindaco del Comune di Nettuno ing. Alessandro Coppola
Alla Procura della Repubblica c/o Tribunale di Velletri e p.c.
Al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
Segreteria del Ministro
Comando generale delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera
Dipartimento per i trasporti, la navigazione, gli affari generali
Al Ministero dell’Economia e delle Finanze - Segreteria del Ministro
Al Comandante della Capitaneria di Porto - Guardia Costiera di Anzio
Al Comandante dei Vigili Urbani di Nettuno
Al Comando dei Carabinieri di Nettuno
All’Ufficio Demanio Marittimo del Comune di Nettuno
Oggetto: Richiesta di apertura su via Gramsci di discese pedonali sulle spiagge libere della Divina Provvidenza e dei Marinaretti.
I sottoscritti “351” firmatari della seguente petizione/esposto (cfr. all. 1a - firme raccolte dal 2° semestre 2019), cittadini e/o villeggianti di Nettuno, molti residenti del Quartiere S. Barbara, segnalano che dall’incrocio di via Gramsci con la Riviera Egidi fino alla scalinata del Belvedere, direzione Anzio => Nettuno, tratto di strada lungo ben 1,2 km., esistono diverse costruzioni (condomini e/o ville private) che usufruiscono privatamente di scale che conducono alle spiagge libere dei Marinaretti e della Divina Provvidenza (dopo il Lido Belvedere). Tali scale di accesso al mare sul fronte strada sono tutte chiuse da cancelli, e in alcuni casi nemmeno visibili dalla strada stessa; sono invece ben visibili, ancorché chiuse da cancelli, se si percorre a piedi il tratto di spiaggia libera scendendo dalla scalinata del Belvedere fino ai Marinaretti.
Per memoria storica di anziani cittadini nettunesi alcune di queste scale, come quella dell’ex palazzo Federici al civ. 123 di via Gramsci, ha addirittura una servitù di passaggio in favore del Comune di Nettuno. Quella invece che era di proprietà della Casa di Riposo Villa Miramare, al civ. 79 di via Gramsci, è stata correttamente mantenuta aperta ed accessibile ai cittadini di Nettuno fino a quando, alcuni anni fa, è stata ceduta ad un altro proprietario, il quale la ha definitivamente chiusa. A nulla sono valse le “501” firme raccolte per la sua riapertura nel 2018 e consegnate in data 12/07 e 18/07/2018 all’allora Commissario Straordinario (cfr. all. 1b e 1c). Tali “501” firmatari del 2018, venuti a conoscenza della nuova iniziativa in corso, uniscono le loro firme a quelle degli attuali “351” firmatari del 2019. Dunque gli “852” firmatari ricordano che: • sia che si tratti di passaggi al mare privati, sia che siano oggetto di concessione in capo ai privati, vi è comunque un obbligo giuridico di consentire il passaggio alla spiaggia, non potendo essere chiusi e non essendoci altri sbocchi alla spiaggia nell’arco di un tratto di strada abbastanza lungo (cfr. giurisprudenza - allegato 2). • Per l’art. 33 del Codice della Navigazione, quando per necessità dei pubblici usi del mare occorra comprendere nel demanio marittimo zone di proprietà privata di limitata estensione e di lieve valore ad esso adiacenti, …. Omissis …, la dichiarazione di pubblico interesse per l’espropriazione è fatta con decreto del Ministro dei Trasporti e della Navigazione, di concerto con il Ministro delle Finanze, e il decreto costituisce titolo per l’immediata occupazione del bene da espropriare. • Per l’art. 1161 del Codice della Navigazione è reato penale l’impedimento all’uso pubblico del demanio. • La CORTE DI CASSAZIONE - Sezione III penale, con Sentenza 16 febbraio 2001, n. 15268, depositata il 12 aprile 2001 ha sostanzialmente confermato che “Nessuna proprietà privata e per nessun motivo può impedire l’accesso al mare alla collettività se la proprietà stessa è l’unica via per raggiungere una determinata spiaggia”.
Pertanto gli “852” firmatari chiedono al Sindaco, alla Procura della Repubblica e a tutte le altre Istituzioni in indirizzo di verificare con la massima attenzione, sia dal lato strada che dal lato spiaggia, se esistano concessioni per tali accessi alle spiagge libere demaniali e se le loro chiusure siano legali, al fine di individuarne almeno 2 che consentano il libero accesso dal suddetto tratto di strada di km. 1,2 alle spiagge libere dei Marinaretti e della Divina Provvidenza (dopo il Lido Belvedere), uniche spiagge del litorale che peraltro precedenti Amministrazioni Comunali avevano qualificato come “spiagge PET” anche nei mesi estivi; e dunque si chiede anche che sia confermata tale qualifica.
Infatti dai principi giurisprudenziali e normativi in allegato 2, si ricava l’obbligo giuridico in capo ai proprietari e/o concessionari dei passaggi al mare ora chiusi di dare libero accesso alla spiaggia pubblica, nonché l’obbligo giuridico del Sindaco e di tutte le autorità preposte di vigilare sulla corretta fruibilità dei beni demaniali.
Come seguito della suddetta verifica, gli “852” firmatari chiedono ancora: • di provvedere, anche in virtù dei poteri sindacali contingibili ed urgenti, alla riapertura di almeno 2 scale nel tratto di via Gramsci che va dall’incrocio con la Riviera Egidi alla scalinata del Belvedere per consentire il libero accesso alle spiagge pubbliche di Nettuno dei Marinaretti e della Divina Provvidenza (dopo il Lido Belvedere), non altrimenti accessibili, riservandosi - ove occorra - di agire nelle competenti sedi giurisdizionali per la tutela dei diritti dei singoli uti cives. • Di essere informati ai sensi della legge 241/90 e successive modificazioni – facendo riferimento all’avv.to Adolfo Bruno di cui alla prima pagina della raccolta firme in all. 1a (tel. 069880497 – cell. 3409561780 – PEC: adolfo.bruno@oav.legalmail.it) - in merito ai provvedimenti che eventualmente scaturiranno dalle iniziative degli Organi in indirizzo e in ogni caso quali provvedimenti intendano adottare in caso di riscontro delle violazioni indicate per impedirne il reiterarsi. • Che venga applicato l’art. 47 del Codice della Navigazione nel caso di gravi e reiterate violazioni delle norme e delle leggi dello Stato in materia di Concessioni Demaniali Marittime.
30 anni dalla caduta del muro
La mostra itinerante organizzata dall’istituto culturale italo-tedesco arriva nell’unica scuola media di Nettuno dove il tedesco è materia di studio come seconda lingua comunitaria. La riflessione sulla caduta del muro di Berlino come simbolo di un mondo non più diviso, uscente dalla guerra fredda e dal dualismo Usa-Urss, ha coinvolto i ragazzi che hanno prodotto lavori di varia natura da affiancare alle fotografie che compongono la mostra. Il professor Giorgio Pagliuca è lieto di portare la mostra, da lui curata ed organizzata, nella città gemellata da più di quarant’anni con Tranreut, e che solo da due anni, a Nettuno IV, ha visto il ritorno del tedesco tra i banchi di scuola dei ragazzi dell’indirizzo musicale.
La settimana in cui la mostra stazionerà a Nettuno IV prevede un’apertura alla cittadinanza mercoledì 29 gennaio dalle 16,00 alle 17, 30 in un incontro-presentazione in cui lo stesso Pagliuca relazionerà circa un evento così importante della storia contemporanea, contornato da altri interventi che verranno presentati dai ragazzi stessi con lavori di gruppo storici, drammatizzazioni che insisteranno sul muro come metafora di divisione e brani musicali ispirati alla caduta del berlinen mauer. La mostra sarà inaugurata il 27 gennaio e andrà avanti fino al 31. Il dirigente scolastico Antonella CIarbelli ha espresso viva soddisfazione per questo evento di forte portata culturale che sta coinvolgendo i ragazzi in modo significativo e che guarda al passato per costruire un futuro privo di muri e di separazioni.
Elvio Calderoni