sebbene la vaccinazione possa essere considerata sicura in qualsiasi periodo della gravidanza, sono ancora poche le evidenze. Le donne che desiderino vaccinarsi nel primo trimestre devono valutare rischi e benefici insieme al proprio medico.
Il target prioritario per la vaccinazione in gravidanza sono le donne a maggior rischio di contrarre l’infezione da SARS-CoV-2 (es. professioniste sanitarie, caregiver) e/o a maggior rischio di sviluppare una malattia grave da COVID-19 (donne con fattori di rischio come età> 30 anni, BMI>30, comorbidità come diabete e ipertensione, cittadinanza di Paesi ad alta pressione migratoria).
Si sottolinea che, se una donna vaccinata scopre di essere in gravidanza dopo aver già ricevuto il vaccino, non c’è evidenza in favore dell’interruzione della gravidanza.
Inoltre, se una donna scopre di essere in gravidanza tra la prima e la seconda dose del vaccino può considerare di ritardare la seconda dose fino al secondo trimestre.
È raccomandata la vaccinazione dei conviventi per limitare ulteriormente il rischio di contagio delle donne in gravidanza e durante l’allattamento.
Se sei in gravidanza o in allattamento e decidi di vaccinarti parlane con il tuo medico. Il personale sanitario è tenuto a illustrare nella maniera più chiara possibile il rapporto tra rischi e benefici, così da permettere a ogni donna di prendere la decisione più appropriata per il proprio caso.
Consulta:
· Circolare del 24 settembre 2021
- Una donna che sta allattando può ricevere il vaccino per il SARS-CoV-2?
Sì. Le donne che allattano possono vaccinarsi, senza alcuna necessità di interrompere l’allattamento. La donna che allatta deve essere informata che la vaccinazione non espone il lattante a rischi e gli permette di assumere, tramite il latte, anticorpi contro SARS-CoV-2.
Il neonato allattato da madre vaccinata segue il suo calendario vaccinale senza alcuna modifica.
Consulta:
· Circolare del 24 settembre 2021
- Le donne in gravidanza con COVID-19 possono trasmettere il virus al feto o neonato?
La trasmissione verticale, da mamma a bambino, del virus SARS-CoV-2 è possibile. Nonostante le evidenze siano ancora scarse, ad oggi viene comunque considerato un evento raro.
- Le donne in gravidanza con COVID-19 devono necessariamente effettuare un parto cesareo?
Le donne in gravidanza positive al nuovo coronavirus non devono necessariamente effettuare un parto cesareo. In relazione alle attuali conoscenze, infatti, non c’è indicazione elettiva al taglio cesareo nelle donne positive al nuovo coronavirus e rimangono valide le indicazioni attuali al taglio cesareo.
- Quali sono le misure comportamentali di prevenzione per le donne in gravidanza e in allattamento positive al SARS-CoV-2?
Le misure di prevenzione raccomandate per tutte le donne in gravidanza e che allattano, indipendentemente dalla scelta se vaccinarsi o meno, non sono diverse da quelle per la popolazione generale: un’accurata igiene delle mani, l’uso della mascherina negli ambienti chiusi e in prossimità di altre persone non conviventi/non vaccinate, un’adeguata ventilazione degli ambienti, ma si raccomanda soprattutto di rispettare scrupolosamente le misure di distanziamento fisico.
Per le donne COVID-19 positive si raccomanda in particolare di:
· considerare l’utilizzo della mascherina quando si allatta o si entra in contatto ravvicinato con il bambino
· evitare di tossire o starnutire in prossimità del bambino
· lavare accuratamente le mani prima di toccare il bambino e/o di spremere il latte (manualmente o meccanicamente)
· utilizzare un mastosuttore (tiralatte) ad uso individuale in caso di spremitura meccanica del latte in ospedale
· adottare un’accurata disinfezione delle superfici e degli oggetti una volta rientrata a casa
· applicare le misure di isolamento e igiene previste per la popolazione positiva al COVID-19 una volta rientrata a casa, prevedendo una gestione congiunta di madre e bambino; i neonati e i bambini non devono indossare mascherine o altre forme di copertura per il viso a causa del rischio di soffocamento.
Fonte:
Direzione Generale della
Prevenzione sanitaria in
collaborazione con
Istituto Superiore di Sanità
Data ultima verifica:
3 novembre 2021
CORRIDOI TURISTICI COVID-FREE
- Che cosa sono i “Corridoi turistici Covid-free”
Sono considerati “Corridoi turistici Covid-free” tutti gli itinerari in partenza e in arrivo sul territorio nazionale, finalizzati a consentire la realizzazione di viaggi turistici controllati, compresa la permanenza presso strutture ricettive selezionate, secondo specifiche misure di sicurezza sanitaria idonee a garantire il rispetto dei protocolli contenuti nel documento “Indicazioni volte alla prevenzione e protezione dal rischio di contagio da COVID-19 nei corridoi turistici Covid-free”, allegato all’Ordinanza 28 settembre 2021.
In via sperimentale, i corridoi turistici Covid-free sono operativi verso Aruba, Maldive, Mauritius, Seychelles, Repubblica Dominicana ed Egitto, limitatamente alle zone turistiche di Sharm el-Sheikh e Marsa Alam.
Leggi l’ordinanza 28 settembre 2021.
Consulta la pagina Viaggiatori
- La possibilità di viaggiare per turismo verso le destinazioni per le quali è operativa la sperimentazione dei corridoi turistici è aperta anche ai soggetti esclusi per età dalla campagna vaccinale (es. cittadini italiani minori di anni 12)?
Sì, i minori di anni 12, soggetti esclusi per età dalla campagna vaccinale, sono autorizzati allo spostamento, nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 2, comma 2, dell’ordinanza del Ministro della salute 28 settembre 2021.
Secondo le regole generali in vigore, sono esentati dall’obbligo di effettuare i test antigenici o molecolari previsti i minori da 0 a 6 anni non compiuti e i minori di anni 18 (non compiuti) sono esentati dall’isolamento fiduciario al rientro se viaggiano con un genitore a sua volta esentato dall’isolamento.
- La possibilità di viaggiare per turismo verso le destinazioni elencate nell’ordinanza del 28 settembre vale solo in caso di vendita di un pacchetto turistico (combinazione di due servizi es. volo + soggiorno) organizzato e gestito dal tour operator?
Oppure è possibile per un viaggiatore beneficiare della possibilità di viaggiare per turismo verso uno dei Paesi elencati anche se egli acquista dall’operatore turistico solo il soggiorno presso la struttura selezionata e acquisti invece autonomamente il volo aereo o viceversa (acquisto dall’operatore del solo volo e acquisto diretto e autonomo del soggiorno presso la struttura ricettiva locale)?
Essendo i corridoi turistici covid free degli itinerari che comportano la realizzazione di viaggi organizzati e gestiti da operatori turistici (agenzie e tour operator), la selezione del fornitore secondo i protocolli indicati nell’allegato deve essere effettuata dall’operatore turistico e non dal turista.
Nel caso di acquisto di un servizio turistico autonomamente non è possibile garantire quanto si prefigge l’Ordinanza, ossia le condizioni di massima sicurezza nel corso degli spostamenti e durante la permanenza all’estero, quindi i servizi devono essere tutti acquistati tramite operatori turistici.
Al riguardo, al fine di agevolare i controlli da parte dei soggetti preposti, l’organizzatore (Tour Operator/Agenzia di viaggi organizzatrice) rilascerà al cliente che ha acquistato un pacchetto turistico avente ad oggetto una destinazione inclusa nella sperimentazione, il c.d. “travel pass corridoi turistici”, documento contenente le informazioni relative agli spostamenti, alla permanenza presso le strutture e alla polizza COVID.
- I viaggiatori che si spostano nell’ambito della sperimentazione dei corridoi turistici sono obbligati alla compilazione del formulario on line di localizzazione (dPLF) prima del rientro in Italia?
La compilazione del dPLF è sempre necessaria prima del rientro in Italia.
- La possibilità di viaggiare verso uno dei Paesi in elenco E elencati nell’Ordinanza permane anche in caso di viaggio organizzato con partenza e rientro in Italia che comprenda una permanenza di qualche giorno in un Paese in elenco C o D (verso cui è possibile andare per turismo), nel rispetto di quanto previsto dall’Ordinanza e dai protocolli allegati? Esempio viaggio di 10 giorni organizzato da un tour operator di cui 4 a Parigi o a Dubai e 6 alle Maldive.
Sì, è possibile purché vengano rispettate le condizioni di sicurezza durante la permanenza e gli spostamenti tra lo Stato estero e il Paese inserito nell’elenco di cui all’ordinanza sui corridoi turistici.
- Il test mediante tampone previsto prima del rientro in Italia deve essere effettuato nelle 48h prima del rientro o nelle 48h prima dell’imbarco?
Nelle 48 ore antecedenti l’imbarco.
- In quali casi deve essere effettuato il test durante il soggiorno?
Stante la difficoltà di quantificare le effettive giornate di permanenza presso lo Stato estero e considerando che il corrispettivo dei servizi di alloggio avviene “a notte”, l’espressione “periodo di 7 giorni” contenuta nel testo dell’ordinanza è da intendersi quale “permanenza pari o superiore ai 7 pernottamenti” presso le mete di cui all’art. 1 comma 2 dell’ordinanza 28 settembre 2021.
- La prescrizione secondo cui i dipendenti delle strutture ricettive all’estero utilizzate per i viaggi tramite i “Corridoi Turistici covid-free” siano tutti vaccinati/guariti, può essere soddisfatta, per i Paesi che non impongo l’obbligo vaccinale ai loro cittadini o lavoratori, con l’utilizzo di personale regolarmente testato mediante tampone?
Lo scopo è quello di assicurarsi che la struttura costituisca una bolla protetta, in cui il personale dipendente che viene in contatto con i viaggiatori non sia fonte di rischio di contagio.
Il medesimo obiettivo di tutela è raggiunto anche con una vaccinazione del 80% del personale della struttura.
- L’allegato all’Ordinanza prevede che vi sia “l’obbligo di adozione di specifiche polizze Covid che prevedano l’eventuale rimpatrio sanitario protetto e l’assistenza sanitaria in loco”. Che tipo di assistenza viene garantito a una persona che dovesse risultare positiva al test effettuato durante la vacanza?
La gestione dei casi positivi e dei loro eventuali contatti dipende in prima battuta dalle regole stabilite dallo Stato estero in cui si trova il viaggiatore. Come riportato anche sul sito del Ministero degli Esteri “nel caso in cui sia necessario sottoporsi a test molecolare o antigenico, si rammenta che i