Anche Papa Francesco condivide questa riforma
Orario di lavoro ridotto
Nel numero dell’1/15 ottobre scorso, a pagina 21 de Il Pontino nuovo, occupandoci della necessità che oggi, senza più indugi, si ridiscuta e si normi il lavoro da remoto - che, in Italia come in tutto il mondo, ha avuto una accelerazione impensata a causa della pandemia -, abbiamo affermato essere giunto il momento di ridurre anche l’orario di lavoro settimanale e giornaliero.
“A monte di tutto ciò – scrivevamo -, c’è un problema che non può più venire ignorato: la necessità dell’abbassamento generale dell’orario di lavoro settimanale e giornaliero; l’orario generale di lavoro dovrà essere subito ripensato e diminuito per tutti; è assurdo che si continui a lavorare otto ore al giorno e quaranta a settimana; è necessario lavorare di meno per lavorare tutti, abbattendo, così, la piaga della disoccupazione”.
Non è la prima volta che scriviamo ciò; l’abbassamento dell’orario di lavoro è stato un nostro cavallo di battaglia e risale agli anni della nostra giovinezza, allorché abbiamo svolto, nei Centri di Formazione Professionale, anche attività di rappresentanza sindacale, militando nella UIL. Inascoltati, allora; ma, oggi, i tempi sono maturi. Perfino il Papa, il 16 ottobre, è sceso in campo.
Riportiamo dal quotidiano Il Messaggero del 17 ottobre 2021, pag. 9: “Anche Papa Bergoglio ieri ha parlato dei poveri. E ha lanciato una proposta ai governi: introdurre «un salario minimo e la riduzione della giornata lavorativa affinché ogni persona di questo mondo possa accedere ai beni più elementari della vita e la ricchezza di una parte sia condivisa con equità”.
D’accordo, dunque, anche il Papa. Rimane, ora, solo da vincere l’ottusità dei sindacati, di tutti i sindacati, dei datori di lavoro e dei lavoratori: gli uni, aggrappati a un orario antiquato, che risale a prima del Fascismo, per paura che scemino i guadagni, quando, invece, è il contrario, perché un lavoratore meno stressato produce e rende di più; gli altri, quelli dei lavoratori, perché corporativi, settari e anche poco democratici, che non hanno mai neppure permesso si attuasse il dettato della Costituzione, la quale recita, all’articolo 39, che il riconoscimento delle organizzazioni da parte dello Stato si ottenga allorché queste vengano “registrate” presso uffici locali o centrali, registrazione mai attuata. I sindacati dei lavoratori hanno da sempre intascato annualmente miliardi, senza mai darne conto a nessuno; a volte sono i primi a trasgredire le leggi, assumendo in nero o sottopagando, gestendo – o hanno gestito – Patronati e Centri di F. P., comportandosi, cioè, come delle aziende ed esulando, così dai soli compiti istituzionali per i quali son nati, che dovrebbero essere quelli di difendere i lavoratori, non già di essere pure datori di lavoro. CGIL, CISL, UIL oggi, in pratica, si son ridotti, per lo più, in sindacati dei pensionati, perdendo grinta e mordente, incapaci di proporre novità e sostenere vere battaglie. Piena è la nostra soddisfazione dopo quel nostro articolo, anche perché l’Amministrazione pubblica, per esempio, è orientata a stabilire che il lavoro da casa segua lo stesso identico orario di quello in presenza negli uffici. Scrive Andrea Bassi de Il Messaggero (20 ottobre 2021, pag. 19): “…stessi vincoli di orario e stesse prestazioni che in ufficio (…). Chi lavorerà “a domicilio” avrà buoni pasti e gli straordinari”. Questo e altro è emerso dall’incontro, il 19 ottobre, tra i sindacati dei lavoratori pubblici e l’ARAN, l’Agenzia governativa a ciò preposta. Sembra la copiatura di quanto da noi indicato e scritto a metà settembre, assai prima, cioè, che l’articolo venisse pubblicato.
Domenico Defelice
La Pro Loco gli ha consegnato “Il Coraggio di Fare” per l’intensa attività di geologo
Premio a Renzo De Felice
La Pro Loco Città di Pomezia ha consegnato il trofeo “Il Coraggio di Fare” al geologo dottor Renzo De Felice. Il trofeo è stato consegnato al dottor De Felice nella bellissima location del Casale della Solforata dove lui abita.
De Felice ci ha raccontato che è arrivato a Pomezia nel 1966 come geologo nella miniera di Zolfo che si stava realizzando in località Solforata.
Nella miniera De Felice ha lavorato fino al 1979 quando questa venne chiusa.
Rimasto senza lavoro si dedicò alla libera professione che ebbe grande sviluppo nel 1982 grazie alla legge Galli che disponeva che chiunque dovesse fare interventi nel sottosuolo di qualsiasi natura doveva presentare una relazione tecnica redatta da un geologo.
“Durante il periodo di lavoro nella miniera – racconta De Felice - avevo conosciuto una società, la Pomezia Scavi, che aveva come proprietari Claudio Caponetti e Angelo Angeli. Caponetti che era sindaco di Pomezia, conoscendomi professionalmente, mi chiamò per redigere la carta geologica di Pomezia Centro, poi quelle dei nuclei spontanei e successivamente dei comparti industriali. Nel frattempo iniziai a svolgere la medesima attività professionale in molti comuni dei Castelli Romani incaricato dalle amministrazioni locali.
Ho esercitato la libera professione con un mio studio a Pomezia fino al 1999-2000 quando decisi di andare in pensione. Avevo da due anni un giovane collaboratore il dottor Enzo Massaro a cui passai lo studio con relativo archivio. Nel ricevere questo premio ringrazio voi e tutte le persone che mi hanno permesso di svolgere la mia professione in particolare Claudio Caponetti recentemente scomparso e Gino Angeli figlio di Angelo”.
Claudio Mazza
Degrado evitabile
Ci è stato segnalato che in largo Brodolini nei pressi dell’omonimo Istituto Superiore i contenitori per la raccolta degli indumenti usati spesso sono stracolmi con materiale buttato anche sul marciapiede. Perché non aumentare il numero dei contenitori oppure intensificare i giorni di prelievo così da evitare questo degrado? T.R.