- Per gli operatori sanitari è obbligatorio il vaccino anti Covid-19?
Sì. Al fine di tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell’erogazione delle prestazioni di cura e assistenza, gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario, che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, nelle farmacie, nelle parafarmacie e negli studi professionali, sono obbligati a sottoporsi a vaccinazione gratuita per la prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2.
La vaccinazione costituisce requisito essenziale per l’esercizio della professione e per lo svolgimento delle prestazioni lavorative dei soggetti obbligati. Solo in caso di accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale, la vaccinazione non è obbligatoria e può essere omessa o differita.
L’obbligo vaccinale è esteso fino al 31 dicembre 2021 a tutti i soggetti, anche esterni, che svolgono, a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, nelle farmacie, nelle parafarmacie e negli studi professionali.
Consulta:
Decreto legge 1 aprile 2021, n. 44 Decreto legge 10 settembre 2021, n. 122
- Quali sono state le categorie prioritarie nelle fasi iniziali e come prosegue la Campagna di vaccinazione anti COVID-19?
• Operatori sanitari e sociosanitari
• Residenti e personale dei presidi residenziali per anziani
• Persone di età avanzata.
Con l’aggiornamento delle raccomandazioni sulle popolazioni target per la campagna di vaccinazione, è stata prevista la massima priorità per la macro-categoria dell’elevata fragilità (Categoria 1), in cui sono comprese:
- la categoria degli estremamente vulnerabili, persone affette da specifiche condizioni che, per danno d’organo preesistente o che a causa di una compromissione della risposta immunitaria a SARS-CoV-2, presentano un rischio particolarmente elevato di sviluppare forme gravi o letali di Covid-19
- la categoria dei portatori di disabilità grave, ai sensi della legge 104/1992 art. 3 comma 3, loro familiari conviventi e caregiver che forniscono assistenza continuativa.
A seguire sono stati presi in considerazione i criteri anagrafici e la presenza di patologie:
• Categoria 2: Persone di età compresa tra 70 e 79 anni
• Categoria 3: Persone di età compresa tra i 60 e i 69 anni
• Categoria 4: Persone con comorbidità di età <60 anni, senza quella connotazione di gravità riportata per la elevata fragilità
• Categoria 5: Resto della popolazione di età <60 anni fino ai 16 anni.
La campagna prosegue con la programmazione della terza dose.
Consulta:
la faq dedicata.
- Bambini e ragazzi possono essere vaccinati?
Tra i vaccini al momento autorizzati in Italia, Comirnaty (BionNtech/Pfizer) e Spikevax (Moderna) possono essere somministrati al di sotto dei 18 anni di età (a partire dai 12 anni di età).
L’EMA, così come le altre agenzie internazionali, sulla base di ulteriori studi, possono autorizzare la vaccinazione sulla popolazione pediatrica per altri vaccini.
Per approfondire:
Piano vaccini anti Covid-19
- Le persone immunodepresse possono essere vaccinate?
Secondo il Piano vaccini anti Covid-19 le persone con immunodeficienza o in trattamento con farmaci immunomodulanti devono essere vaccinate nelle prime fasi, in quanto maggiormente suscettibili di ammalarsi di Covid-19.
Nei soggetti identificati come estremamente vulnerabili, in ragione di condizioni di immunodeficienza, primitiva o secondaria a trattamenti farmacologici o per patologia concomitante, che aumenti considerevolmente il rischio di sviluppare forme fatali di COVID-19, si conferma l’indicazione a un uso preferenziale dei vaccini a RNA messaggero (Moderna e Pfitzer).
Nei soggetti trapiantati e immunocompromessi è indicata prioritaria anche la somministrazione della dose addizionale (vedi faq dedicata).
- Le persone che hanno già avuto COVID-19 possono essere vaccinate?
Sì, la vaccinazione è raccomandata anche per le persone che hanno già avuto l’infezione da SARS-CoV-2, sia in maniera sintomatica che asintomatica.
Quando effettuare la vaccinazione
Per le persone con pregressa infezione da SARS-CoV-2 è raccomandato effettuare la vaccinazione entro 6 mesi dalla documentata infezione.
Quante dosi somministrare
Nei soggetti con pregressa infezione da SARS-CoV-2, qualora la vaccinazione venga effettuata entro i 12 mesi dalla guarigione, è possibile somministrare una singola dose di vaccino, anche in caso di un vaccino con ciclo a due dosi. Ciò non rappresenta una indicazione a procrastinare la vaccinazione oltre i 6 mesi dalla avvenuta infezione da SARS-CoV-2.
L’eventuale somministrazione di una seconda dose entro i 12 mesi dalla guarigione non è comunque controindicata.
Superato l’intervallo di 12 mesi dalla guarigione, si procederà con un ciclo vaccinale completo.
- Chi ha contratto il COVID-19 dopo la somministrazione della prima dose di un vaccino con schedula vaccinale a due dosi, deve fare anche la seconda dose?
La Circolare 9 settembre 2021 chiarisce che:
• In caso di infezione Covid-19 confermata (definita dalla data del primo test molecolare positivo) entro il quattordicesimo giorno dalla somministrazione della prima dose di vaccino, è indicato il completamento della schedula vaccinale con una seconda dose da effettuare entro sei mesi (180 giorni) dalla documentata infezione (data del primo test molecolare positivo); trascorso questo arco di tempo, la schedula vaccinale potrà essere comunque completata, il prima possibile, con la sola seconda dose
• In caso di infezione Covid-19 confermata oltre il quattordicesimo giorno dalla somministrazione della prima dose di vaccino, la schedula vaccinale è da intendersi completata in quanto l’infezione stessa è da considerarsi equivalente alla somministrazione della seconda dose. Resta inteso che l’eventuale somministrazione di una seconda dose non è comunque controindicata; ciò vale anche per i soggetti guariti, in precedenza non vaccinati, che hanno ricevuto una sola dose di vaccino dopo l’infezione da SARS-CoV-2.
- Quanto tempo deve passare perché io sia protetto dalla vaccinazione contro il COVID-19?
Gli studi clinici su Comirnaty (Pfizer-BioNtech) e Moderna hanno dimostrato un’efficacia molto elevata dei vaccini, rispettivamente, dopo una settimana e dopo due settimane dalla seconda dose.
Per quanto riguarda Vaxzevria (AstraZeneca) gli studi clinici hanno dimostrato la massima efficacia dopo 15 giorni dalla seconda dose.
Studi successivi hanno evidenziato che già dopo la prima dose i vaccini offrono un’efficace protezione rispetto allo sviluppo di patologia COVID-19 grave in un’elevata percentuale di casi, anche se questa non è immediata dopo l’inoculazione del vaccino, ma si sviluppa progressivamente dopo almeno 7-14 giorni dall’iniezione. La seconda dose del vaccino ha il compito di rinforzare la protezione e renderla più prolungata.
Per quanto riguarda l’intervallo tra prima e seconda dose dei vaccini a mRNA (Comirnaty e Moderna), con la circolare 9 aprile 2021 e la circolare 5 maggio 2021 sono stati trasmessi, rispettivamente, i pareri della Commissione Tecnico Scientifica di AIFA e del Comitato Tecnico Scientifico, che permettono di prolungare la somministrazione della seconda dose nella 6a settimana (entro 42 giorni) dalla prima, rispetto ai tempi indicati inizialmente (almeno 21 giorni dalla prima per Comirnaty e 28 giorni per Moderna).
Per il vaccino Vaxzevria, la seconda somministrazione è prevista nel corso della 12a settimana dalla prima dose.
Per persone di età inferiore ai 60 anni di età, che hanno ricevuto la prima dose del vaccino Vaxzevria, è raccomandato di completare il ciclo vaccinale con una seconda dose di vaccino a mRNA (Comirnaty o Moderna), da somministrare ad una distanza di 8-12 settimane dalla prima.
Per quanto riguarda l’efficacia del vaccino monodose Janssen (Johnson & Johnson), nelle forme gravi arriva fino al 77% dopo 14 giorni dalla somministrazione e all’85% dopo 28 giorni dalla somministrazione. I dati attualmente disponibili hanno mostrato che nei soggetti over 65 non si è notata alcuna flessione nell’efficacia.
- Quante dosi servono per essere immunizzati?
Per quanto riguarda i vaccini Comirnaty, Moderna, Vaxzevria, sono previste due dosi, a distanza di alcune settimane l’una dall’altra, in base al tipo di vaccino.
Per le persone che hanno già avuto l’infezione, decorsa in maniera sintomatica o asintomatica, è possibile considerare la somministrazione di una sola dose, preferibilmente entro i 6 mesi dall’infezione e comunque non oltre i 12 mesi dalla guarigione.
L’indicazione non è applicabile ai soggetti con immunodeficienza, primitiva o secondaria a trattamenti farmacologici, nei quali si raccomanda di effettuare comunque due dosi per i vaccini a oggi disponibili, non essendo prevedibile la protezione immunologica conferita dall’infezione da SARS-CoV-2 e la durata della stessa.
Per il vaccino Janssen è prevista la somministrazione di una sola dose.
- Devo fare sia la vaccinazione anti Covid-19 sia quella anti-influenzale. Possono essere somministrate in un’unica seduta?
Sì. Tenuto conto delle attuali indicazioni espresse dalle principali autorità di Sanità Pubblica internazionali e relativi Comitati Consultivi e dei dati preliminari relativi alla co-somministrazione di vaccini anti-SARS-CoV-2/COVID-19 con vaccini antinfluenzali, è possibile programmare la somministrazione dei due vaccini, anti-influenzale e anti-SARS-Cov-2, nella medesima seduta vaccinale.
- Devo effettuare la vaccinazione con un vaccino previsto dal Piano nazionale vaccinale. Posso farlo in contemporanea con la vaccinazione anti Covid-19?
Sì, la somministrazione concomitante di un vaccino anti-SARS-CoV-2/COVID-19 utilizzato in Italia e un altro vaccino del Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale è possibile, con l’eccezione dei vaccini vivi attenuati, per i quali può essere considerata valida una distanza minima precauzionale di 14 giorni prima o dopo la somministrazione del vaccino anti SARS-CoV-2.
- Per quali categorie di persone è prioritaria la somministrazione di una dose aggiuntiva o di una dose “booster” (richiamo) di vaccino anti SARS-CoV-2?
La somministrazione di dosi di richiamo “booster” è raccomandata, progressivamente, per le seguenti categorie:
• persone di 80 anni e più
• personale e ospiti dei presidi residenziali per anziani
• esercenti le professioni sanitarie e operatori di interesse sanitario
• persone con elevata fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti di età uguale o maggiore di 18 anni
• persone di 60 anni e più.
Leggi:
Circolare 27 settembre 2021