I Comitati dei cittadini di Ardea hanno voluto ripercorrere gli ultimi trentanni di vicende legate al grande Maestro
Caso Manzù: una storia locale e nazionale
“L’ultimo desiderio di Giacomo Manzù fu quello di essere sepolto
ad Ardea nel giardino del suo museo e bisogna rispettare queste cose!” Inge Schabel Manzu’.
Il caso Manzu’ è una storia locale e nazionale che ha portato alla luce, grazie ai cittadini, lo stato di fatto di una realtà ministeriale, amministrativa e giudiziaria sulla quale è necessaria una riflessione collettiva. Nel caso Manzu’ ci sono tutti: ministri, deputati, funzionari, avvocati, giudici, sindaci, consiglieri comunali, giornalisti.
Raccontare la storia del caso Manzu’ è un atto dovuto per sapere la verita’ e per il diritto alla giustizia onorando la memoria di un grande artista che ha onorato Ardea e l’Italia.
E’ un atto dovuto anche per onorare i cittadini che con dignità e coraggio, in questo stato dell’Italia, continuano a fare il loro dovere, come avrebbe voluto Giacomo Manzù, nell’interesse generale e per il bene comune.
PREMESSA
FONDAMENTALE
Il 17 gennaio 1991 muore Giacomo Manzù, un grande artista di fama internazionale definito anche “il Michelangelo del XX secolo”.
Inge Schabel Manzù, la vedova dell’artista, annunciò subito a tutto il mondo che “l’ultimo desiderio” di Giacomo Manzù era stato quello di “essere sepolto” ad Ardea nel giardino del museo che aveva donato allo Stato italiano nel 1979 con destinazione specifica alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna.
Il solenne funerale dell’artista si svolse a Roma nella basilica di San Giovanni in Laterano alla presenza del presidente della Repubblica Francesco Cossiga. In attesa di tutte le autorizzazioni previste dalla legge per la sepoltura di Giacomo Manzù ad Ardea, fuori dal comune cimitero, la salma dell’artista fu depositata nel cimitero romano del Verano. Quindici mesi dopo, il 22 maggio 1992, l’ultima volontà di Giacomo Manzù fu fatta rispettare dallo Stato, su richiesta degli eredi, come una legge sacra ed inviolabile.
Questa è la testimonianza di Inge Schabel Manzù: “Manzu’ aveva sempre desiderato di tornare alla terra, alla sua terra di Ardea, fra il vento, il sole e le sculture della sua Raccolta.
Finalmente in una bella giornata del maggio 1992, Giacomo approdò per la seconda volta ad Ardea. Più che un secondo funerale fu una specie di rito sacro: il trionfo tributato all’eroe che ritorna.
Lasciammo Roma, attraverso la via Cristoforo Colombo, scortati dai motociclisti della Polizia Municipale. Per un’ultima volta Giacomo ripercorse la via Pontina e poi la Laurentina. Silenziosamente si unì al corteo la Polizia Municipale di Ardea che volle rendere onore ed avere l’onore di accompagnare il maestro alla sua ultima dimora.
All’interno del bel giardino del museo lo attendevano commossi tutti i collaboratori che con LUI avevano condiviso tante fatiche. Si sentì un applauso così tenue che sembrò venire dal cuore. Persino il lucente carro nero sembrò commosso nel suo lento aprirsi e porgere la bara all’ultimo nostro abbraccio prima che gli uomini della fonderia la deponessero nella terra. Nonostante i molti impegni di governo arrivò anche il presidente del consiglio dei ministri. Non voleva mancare al suo ultimo appuntamento con Giacomo: si era tanto adoperato perché Manzu’ potesse riposare per SEMPRE nel suo museo.
Tutti ascoltammo le parole sapienti e commosse di monsignor Loris Capovilla: la sua consuetudine con Papa Giovanni e con Giacomo l’aveva ispirato. Certamente anche Giacomo ascoltava e forse avrà sorriso vedendo il gran velo azzurro che come una nuvola si sollevava per scoprire la sua ultima dimora al suono di antichi brani sacri eseguiti dai Rutuli Cantores di Ardea: riposa in pace, Giacomo Manzu’.
Hai sollevato “spirali di luce per condurre dalla nostra parte, cioè nella nostra conoscenza, una zona dell’universo che era per noi ancora oscura” (Salvatore Quasimodo). Una luce che caparbiamente vuole tenere accesa la speranza di ogni uomo in lotta per la verita’.”
Giacomo Manzù fu sepolto in una tomba con l’inaugurazione di un monumento alla sua memoria e lo scoprimento di una lapide per ricordare a tutti la sua scelta di riposare per sempre in pace nel luogo dove voleva “essere sepolto”.
In silenzio
e di nascosto
Il caso Manzu’ comincia, in silenzio e di nascosto, il 28 dicembre 2018: lo stesso anno della morte di Inge Schabel Manzù che fino all’ultimo ha continuato a chiedere pubblicamente il rispetto della volontà di Giacomo Manzù di essere sepolto ad Ardea nel giardino del suo museo.
Il 15 aprile 2019, due funzionarie