Riceviamo e pubblichiamo la lettera dei legali di Raponi
Sentenza sui Consorzi
Egregio Direttore,
a norma della Legge 416/ 1981, con la presente si chiede la pubblicazione della seguente rettifica:
quali difensori del Sig. Alberto Raponi, intendiamo chiarire alcuni aspetti della vicenda in oggetto, emersa “agli onori della cronaca” (è proprio il caso di dire) a seguito della pubblicazione sul quotidiano Il Pontino Nuovo- Cronaca di ardea, del 23.1.2021, di un articolo, a firma di Sabatino Mele, recante il titolo “Prima sentenza sui Consorzi”.
Il contenuto dell’articolo, già a partire dal titolo, è assolutamente fuorviante, atteso che lascia intendere ad un lettore poco avvezzo alle vicende giudiziarie penali - ed alle dinamiche procedurali che le caratterizzano, che il Sig. Alberto Raponi sia stato irrimediabilmente condannato con sentenza, quindi all’esito di un regolare processo, per il delitto di truffa ai danni del Consorzio.
Nulla di tutto ciò risponde a verità. Nessuna sentenza è mai stata emessa, per la semplice ragione che la sentenza è l’atto conclusivo di un processo che, nel caso di specie, non si è mai svolto, perché si deve ancora celebrare.
Infatti, al Sig. Alberto Raponi è stato notificato un decreto penale di condanna, che lo stesso, nei termini di legge, ha ritualmente opposto, chiedendo così di poter essere giudicato in ordine all’addebito mosso dal pubblico ministero.
Il processo dibattimentale si svolgerà dinanzi al Tribunale di Velletri, la sola ed unica sede nella quale si potrà verificare la fondatezza o meno dell’ipotesi accusatoria, nel pieno contraddittorio delle parti e nel rispetto delle garanzie difensive che il nostro codice di rito riserva all’imputato.
Sul punto, ci preme sottolineare che la celebrazione del futuro processo è diretta ed esclusiva conseguenza della volontà del Sig. Raponi di opporsi ad un atto - qual è il decreto penale di condanna- emesso inaudita altera parte, senza cioè che l’accusato possa svolgere quelle difese che, in via ordinaria, gli vengono riservate alla conclusione delle indagini preliminari.
Senza entrare troppo nei tecnicismi procedurali, è tuttavia necessario specificare che il presupposto per l’emissione di un decreto penale di condanna è proprio quello di poter convertire la pena detentiva (reclusione o arresto) in una pena pecuniaria (multa o ammenda), attraverso un procedimento sommario che la stessa Corte Suprema di Cassazione a Sezioni Unite ha definito “…senza dibattimento, volto alla deflazione del dibattimento, al quale si giunge a seguito delle indagini preliminari e pertanto con materiale probatorio raccolto pressoché esclusivamente da una delle parti, il pubblico ministero; procedimento in cui l’imputato non ha avuto modo di interloquire alla pari e di dimostrare, avvalendosi delle proprie prove e contestando le prove altrui, che la mancanza, l’insufficienza o la contraddittorietà della prova potevano essere superate a suo favore” (Cass. Sez. Unite 9.6.1995 n. 18, Cardoni).
Ci sia consentito evidenziare che, nel caso di specie, ben avrebbe potuto il Raponi “accettare” di essere sanzionato con una “semplice” multa, che non avrebbe peraltro mai pagato perché sospesa; viceversa lo stesso, convinto delle proprie ragioni e della sua assoluta estraneità ad ogni addebito, ha fermamente deciso di sottoporsi all’alea connaturata ad ogni processo, chiedendo il giudizio immediato, al fine di far valere le proprie ragioni e di respingere con forza un addebito che ritiene infondato e profondamente ingiusto.
Infatti, la strada del processo - che quale suo primo atto vedrà la revoca del decreto penale di condanna, ai sensi dell’art. 464 comma 3 c.p.p. - costituisce l’unico percorso attraverso il quale poter dimostrare l’assoluta estraneità ed irreprensibilità del Consigliere Raponi, al netto di ogni congettura, speculazione o attacco strumentale di sorta.
Valga la presente ad ogni effetto di legge.
Distinti saluti.
Avv. Irene Sofia
Avv. Alessandro Borrelli
La Asl Rm6 dopo Pomezia ha aperto il Punto Unico di Accesso in via dei Tassi
Inaugurato il PUA di Ardea
Ancora un obiettivo a segno grazie alla sinergia tra istituzioni, in questo caso Asl, Comuni e Regione. Ancora una volta in cima alla lista delle priorità vengono messe le fragilità.
Già attivo da tempo presso la sede di via dei Castelli Romani a Pomezia, il PUA (Punto Unico di Accesso) del Distretto 4 raddoppia e lo fa aprendo una nuovo “spoke” in via dei Tassi ad Ardea (nella sede dei Distretto 4), Comune che ospita oltre 50mila abitanti e dove diverse sono le situazioni difficili.
Prioritariamente rivolto alle persone con disagio derivato da problemi di salute e da difficoltà sociali scopo del PUA è facilitare l’accesso unificato alle prestazioni sanitarie, sociosanitarie e sociali non comprese nell’emergenza. Il PUA si caratterizza quindi come «il luogo di presa in carico di gestione multidisciplinare dei bisogni dei cittadini, garantendo, fin dal momento del primo contatto, l’accesso unitario ai servizi sociali e socio sanitari». ?
Presenti all’inaugurazione il Direttore Sanitario Aziendale della Asl Roma 6, il dott. Roberto Corsi, il Direttore del Distretto 4, il dott. Angelo Francescato, la Dirigente della UOC Integrazione Socio-Sanitaria, la dott.ssa Paola Capoleva, la responsabile degli assistenti sociali del Distretto 4, la dott.ssa Roberta Bertucci, i sindaci Ardea e Pomezia, Mario Savarese e Adriano Zuccalà, rappresentanti della Giunta, del Consiglio e dei Servizi Sociali dei due Comuni e la rappresentante dell’Ufficio di Piano del Distretto di Pomezia, la dott.ssa Katia Matteo che ha ringraziato l’Area Famiglia, Minori e Persone Fragili della Regione Lazio senza di cui non sarebbe stato possibile arrivare a tagliare questo traguardo.
Soddisfatta la Direzione Aziendale della Asl Roma 6 che, col dott. Roberto Corsi, ha sottolineato “l’importanza dell’attivazione di un altro PUA su questo territorio così popoloso e articolato. Avere un PUA che ha una connotazione così sociale e che nasce anche con risorse che vengono dai Piani di Zona, dall’amministrazione comunale e in locali messi a disposizione dalla ASL ha un grandissimo valore”. Il Direttore Sanitario della Asl Roma 6 ha evidenziato inoltre l’importanza di accogliere i bisogni dei cittadini, soprattutto in un momento come quello che stiamo vivendo. “Dobbiamo continuare a fare un grande sforzo sul COVID – ha aggiunto- ma non dobbiamo mollare tutto ciò che apparentemente non ha a che fare con questo virus”.
“I due sportelli, quello di Pomezia e questo di Ardea - ha commentato il Direttore del Distretto 4, il dott. Angelo Francescato - prevedono l’erogazione di prestazioni socio-sanitarie intese come un intervento organico, multidimensionale, atto a prevenire, eliminare o ridurre il bisogno sociale e/o le sue conseguenze. Il PUA si caratterizza per un approccio relazionale di ascolto attivo in grado di garantire risposte efficaci e personalizzate alle diverse richieste”.
Il nuovo PUA potrà contare su personale reclutato dai Comuni con apposito avviso utilizzando i fondi dei Piani di Zona destinati ai Distretti.
Un risultato “fortemente significativo” per la dott.ssa Paola Capoleva. “In questo momento denso di problematiche relative al COVID è molto importante che le amministrazioni comunali e la Asl si siano ritrovati nell’apertura di un Punto Unico di Accesso che è un luogo essenziale dell’integrazione socio sanitaria ma soprattutto di accoglienza dei bisogni della popolazione che vive tante fragilità non solo sanitarie ma anche sociali e che qui trova un momento di ascolto e di sostegno a tante problematiche”.
Entusiasti i due Sindaci di Ardea e Pomezia che hanno entrambi posto l’accento sulla “bontà del lavoro che si sta portando avanti nella Asl Roma 6, molto attiva ed efficiente”.
Quindi:
La popolazione del Distretto 4 avrà d’ora in avanti due sedi attive del PUA
PUA / segretariato sociale Pomezia (via Castelli Romani 2P):
aperto dal Lunedì al Venerdì ore 8,30 – 12,30; martedì e giovedì ore 14,00 – 16,00 (tel. 069327.6153 – 5210)
PUA / segretariato sociale Ardea (via dei Tassi 12):
aperto dal Lunedì al Venerdì ore 8,30 – 12,30 (tel. 06.9327.6163)