Necessario sulla nuova strada Pomezia-Torvaianica
Richiesto autovelox
Continuano gli incidenti sulla strada “nuova” che collega Pomezia a Torvaianica Alta. Dopo i due ultimi incidenti mortali ve ne sono stati altri, per fortuna senza conseguenza per le persone, dovuti al non rispetto dei limiti di velocità che sono sull’intero tratto 60 Km all’ora e che scendono in qualche punto a 40 Km all’ora.
Il comandante della polizia municipale Angelo Pizzoli oltre a predisporre controlli più serrati sull’intero tratto anche con l’utilizzo di telelaser, ha fatto richiesta al Prefetto per l’autorizzazione a posizionare un autovelox fisso in uno dei punti nevralgici di questa strada che qualche incosciente considera una pista da corsa. Nel frattempo i residenti oltre all’autovelox e ad una presenza costante di una pattuglia di vigili con una postazione mobile di telelaser chiedono anche la realizzazione dei dossi in vari punti della strada, soprattutto in prossimità di innesti di strade secondarie e sui rettilinei prima di alcune curve pericolose.
E’ inoltre anche urgente completare i marciapiedi su un lungo tratto di strada che ne è ancora sprovvisto anche perché sono molti quelli che la percorrono a piedi Il posizionamento di un autovelox è già un passo avanti, ma servono anche gli altri suddetti interventi perché è una strada molto trafficata e frequentata da pedoni. E’ una emergenza seria della città che va affrontata con urgenza.
T.S.
Latium Vetus denuncia lo sperpero di 73.000 per dei disegni sui muri
Soldi per i murales e degrado archeologico
Il ‘Sol Indiges’ è un sito archeologico del territorio di Pomezia. Un’antichissima area templare dove il mito colloca lo sbarco dell’eroe Enea cantato nell’Eneide di Virgilio. Vent’anni fa il sito venne portato alla luce dall’Università “La Sapienza”, ma l’indagine archeologica si arrestò nel 2011 a causa dei tagli della spending review. Pensate al potenziale turistico di un’area archeologica tanto prestigiosa!
Sapete in quali condizioni versa oggi il sito del ‘Sol Indiges’? Degrado e abbandono rendono il sito del tutto inaccessibile, gli antichissimi tufi del tempio, fratturati e polverizzati dopo dieci anni di esposizione alle intemperie, sono ormai invisibili all’interno di una buca ricoperta da piante infestanti in cui è perfino pericoloso avventurarsi. Non vi è alcun cartello (quello arrugginito è caduto molti anni fa).
Il Comune di Pomezia non si è mai fatto carico del problema. L’area archeologica non è mai stata espropriata. Tutela e valorizzazione del sito, elementi propedeutici per la promozione turistica, non sono mai state garantite, e questo nonostante le ripetute denunce e gli articoli pubblicati anche da noi di Associazione Latium Vetus.
Del resto, lo stesso triste destino è toccato anche agli altri siti del territorio di Pomezia, come la villa romana di via Siviglia a Torvajanica, il complesso medievale della duecentesca Torre Maggiore di Santa Palomba e le strade del Borgo medievale di Pratica di Mare, chiuse ed inaccessibili da anni.
La memoria storica di Pomezia sta sparendo, sotto il peso della scandalosa incuria decennale dell’amministrazione comunale.
Lo scandalo nello scandalo. Il Comune di Pomezia decide (finalmente!) di destinare oltre 73.000 euro per lo sviluppo e la valorizzazione del turismo ovvero per attività culturali e interventi nel settore culturale, e finanzia... la realizzazione di una serie di murales, sulle pareti della Biblioteca comunale di Largo Catone, della scuola ‘Orazio’ e della scuola ‘Marone’. Una semplice domanda. Secondo voi il turismo a Pomezia avrebbe tratto maggiore giovamento dalla realizzazione di questi murales oppure prendendosi finalmente cura del patrimonio culturale della città abbandonato da anni?
Noi siamo convinti sarebbe bastato ascoltare le vere esigenze del territorio. Mentre ad Ardea, street artists locali eseguono un murales con meno di mille euro, il Comune di Pomezia elargisce oltre 24.000 euro alla Fondazione Pastificio Cerere, entità privata di Roma mai vista prima a Pomezia, per la direzione artistica e il coordinamento del progetto e per attività di segreteria e di video making, 30.000 euro allo street artist Agostino Iacurci, originario di Foggia, ed ancora 18.000 euro a Ivan Tresoldi di Milano, la cui arte non ha alcuna connessione con il nostro territorio.
C’è anche la beffa? Il progetto di Agostino Iacurci a cura di Marcello Smarrelli di Fondazione Pastificio Cerere è dedicato...al ‘Sol Indiges’, “arte pubblica a Pomezia tra mito e futuro”. Sarebbe stato più corretto parlare di “arte pubblica tra abbandono e degrado”, visto che il patrimonio culturale, depositario del mito, rimarrà nel degrado anche a causa di queste spese. Pochezza e sciatteria. Il Comune di Pomezia piuttosto che affrontare e risolvere gli annosi problemi del patrimonio culturale, in modo da metterlo a sistema, si affida a fondazioni mai viste a Pomezia che, in tutta onestà, reputiamo abbiano poco o nulla da offrire per valorizzare il turismo in ottica futura ed incrementare il valore artistico del nostro territorio.
C’è un limite all’essere presi in giro. Il patrimonio culturale ed il turismo di Pomezia soffrono di gravi problemi e necessitano di soluzioni da ricercare con competenza ed anche onestà intellettuale, meno con operazioni spot di business artistico.
Associazione Latium Vetus
Cari amici, cari fratelli, cari parenti, cari tutti
Cari amici, cari fratelli, cari parenti, cari tutti.
'Nda vita ho fatto 'n sacco de cazzate. La prima è ave' litigato co' mi moglie. Pe' 'na vita intera.
Ma 50 anni insieme, so' pur sempre 50 anni insieme. E guai a chi maa toccava!
E' sempre stata bella, bella fòri e bella dentro e ortre a nun toccammela, nun me la doveva manco guarda' nisùno!
Da mi fija, la più grande, me so' fatto 'n po' odia'.
Ma l'odio è un sentimento, e lei ce lo sa bene quanto l'ho amata.
L'amo e l'amero' pe' sempre. Perché lei è uguale a me: 'na capocciona!
Alla più piccola, je chiedo scusa se ho sempre pensato che doveva cresce, ma nun volevo esse offensivo, volevo solo che nun crescesse mai.
Ma me ne so' accorto 'n tempo de quanto invece stava a diventa' 'na donna, come mi moje e l'artra mi fija. Le tre donne mie.
Co' li fratelli ho fatto er cojone, e scusateme si me capitava de spari'.
Dio solo sa quanto so' grato a li fratelli mia, pe' l'aiuto dato, perché e' da qui che se sente quanto è puro l'amore tra li fratelli.
Co' gli amici, ci ho discusso, ci ho riso, ci ho fatto 'n sacco de cazzate, pure con loro. E sapessi quanto è stato bello sta' pure co' voi, amici mia, che m'avete aiutato a trascore er tempo da pensionato.
E tra gli amici ce includo tutti: dagli amici der baretto agli amici der condominio de Via Varrone 33.
Sì è vero ho 'n fatto un sacco de cazzate co' tutti. NOOO! Aspettate, quali con tutti??
Co' li nipoti nisùna cazzata, e forse perché diventando nonni finarmente se cresce e grazie a li nipoti so' diventato più responsabile. . . còre de nonno!
Vabbe' dai, so' stato 'na frana, però da quello che vedo, che sento, cazzo so' stato capace de lascia' ' n segno!
Che dire cari amici, fratelli e parenti? Io ve ringrazio a tutti.
E chiedo scusa a tutti.
Prometteteme de sta' sempre sereni, de pensamme 'gni tanto si ve capita, tra 'na briscoletta e 'n tresette.
Certi 'n giorno de rincontrasse tutti, intanto ve saluto, che me ne vado finarmente a riposa' da quelle inutili incazzature. Ma in fonno ero così: 'n vero rompi palle ma sempre col còre grande pe' tutti voi.
Grande come 'a maggica.
Ciao a tutti e forza Roma!
Varterino