Riconoscimento del famoso giornale economico inglese Financial Times
Torva paradiso del surf
Sembra impossibile, ma il paradiso del surf è “ad appena un salto da Roma”.
Si pensava si trovasse a Venice Beach in California e invece è a Torvaianica. La consacrazione del litorale di Torvaianica e delle sue onde giunge dalle pagine del prestigioso giornale finanziario londinese il Financial Times, esperto di bel vivere, che consacra i nostro litorale come il luogo più adatto a coltivare la passione per la tavola e le onde
Il Financial Times scrive: “Di solito un viaggiatore internazionale che si spinge fino a Roma non si mette nella valigia una tavola da surf insieme agli occhiali da sole, il cappello di paglia e la macchina fotografica. Questa parte d’Italia, con tutta la sua arte più il cibo e i suoi panorami da levarti il fiato, non è una logica destinazione per il surf. Eppure appena fuori città c’è una lunga spiaggia esposta alle onde lunghe che vengono da tutte le direzioni e che, nei giorni giusti, regala “un sacco di divertimento per i surfisti. Una ventina di punti lungo una striscia di terra di una quindicina di chilometri, che va da Torvaianica a sud fino ad Ostia, sobborgo di Roma, a nord. Qui, se le onde sono modeste a confrontarle con quelle, diciamo, del Sud-est Asiatico o dell’America Latina, la cosa non ha impedito ad una comunità di surfisti entusiasti di farne il loro ritrovo”.
Anche il sindaco Adriano Zuccala ha commentato l’articolo del Financial Times:
“È di questi giorni la notizia che il Financial Times ha eletto il tratto di costa tra Ostia e Torvaianica un vero e proprio paradiso del surf.
La notizia ci rende orgogliosi, perché il nostro litorale, oltre a regalarci tramonti stupendi, è anche meta di sport acquatici. Sicuramente la nostra Torvaianica è famosa per il vento, più che per la grandezza delle onde. Proprio per questo, negli ultimi anni, la nostra costa si è affermata in campo internazionale per la presenza di numerosi appassionati di sport da vela come il kitesurf e windsurf. Presso le scuole Kite nostrane, si allenano atleti di fama mondiale e questo ci ha spinto a identificare ben 4 aree per sport acquatici, di cui 2 dedicate al kitesurf”.
Indubbiamente l’articolo del Financial Times è una piacevole sorpresa e fa capire che vi sono sul nostro litorale molte potenzialità turistiche ancora poco sfruttate. Avendo noi un polo alberghiero, dopo il lancio del prestigioso giornale inglese, perché non pensare a qualche grande evento internazionale dedicato a sport acquatici?
A.S.
Mare splendido tutto l’anno
Una veduta cartolina del nostro litorale. Due cavalli a trotto nell’acqua i cui guidatori siedono sul “sulky”.
La foto è stata postata su una pagina facebook il 4 marzo e ci ricorda che anche a Torvaianica il mare è godibile tutto l’anno
T.S.
Cristiana Luzi ci spiega le iniziative sul territorio
La mission di Plastic Free
Cristiana Luzi è la referente di Plastic Free a Pomezia. Abbiamo voluto rivolgerle qualche domanda, per sapere di più sulla mission dell’organizzazione, sui prossimi orizzonti di networking e sugli eventi già messi in calendario.
- Cristiana, Plastic Free è molto attiva sul territorio ultimamente e si può dire che ha riscosso un grande successo negli ultimi appuntamenti. Come interpreti questo dato?
“In effetti negli ultimi mesi, complice forse la possibilità di uscire dopo il lungo lockdown c’è stata una cospicua affluenza a tutti gli eventi proposti. Basti pensare che a quello del 27 febbraio scorso, tenutosi a Torvaianica, abbiamo registrato 170 partecipanti effettivi. Un risultato davvero sorprendente quanto inaspettato!”.
- La popolazione è quindi sensibile al tema dell’inquinamento? Il cambio di rotta sembra possibile!
“Secondo me, dopo anni di campagne, dopo le strazianti immagini di tartarughe soffocate e balene spiaggiate, dopo le manifestazioni organizzate da Greta e gli incessanti appelli a cambiare stile di vita, qualcosa si sta muovendo. Lentamente purtroppo, ancora troppo lentamente, ma almeno iniziamo a vedere una reazione. Le persone iniziano a capire che per cambiare le cose non devono aspettare interventi solo dall’alto, ma devono muoversi, impegnarsi. È inutile lamentarsi e basta, bisogna darsi da fare, serve il contributo, anche piccolo, di tutti. C’è ancora moltissimo da fare ma vedo segnali positivi”.
- Raccogliere la plastica significa avere a cuore il paesaggio, la salute dell’ecosistema, ma anche avere uno sguardo nuovo: non limitato all’economia lineare. Plastic Free ha dei progetti a questo proposito?
“Sì, la nostra associazione si sta impegnando su vari fronti: innanzitutto rimuovere la plastica, anche con eventi walking e diving; poi cercare di incidere sugli stili di vita, attraverso le campagne informative nelle scuole e presso gli associati e i simpatizzanti. Ma poiché le azioni dei cittadini da sole non bastano, Plastic Free sta chiedendo ai Comuni di impegnarsi siglando protocolli di intesa per la messa al bando della plastica in tutte le amministrazioni locali. Allo stesso modo ci rivolgiamo anche alle aziende, perché cambino il loro modo di fare packaging, oppure ai piccoli commercianti o esercenti, perché adottino soluzioni alternative alla plastica. Pensiamo a tutte le cannucce che finiscono nei drink per esempio: possiamo trovare un modo per sostituirle? La salvezza del nostro ecosistema, quindi la salvaguardia della nostra salute e della nostra stessa esistenza su questo pianeta deve essere un’azione combinata di tutti gli attori sulla scena. Da soli si può fare tanto ma non si può risolvere il problema”.
- Quali i prossimi appuntamenti?
“Qui a Pomezia vogliamo organizzare un evento al mese almeno fino alla pausa estiva. Il prossimo sarà il 20 marzo, meteo permettendo, organizzato da Monia Martinelli, anche lei referente. Poi aprile e maggio, in date ancora da definire, ma sempre verso il 20 del mese, per dare una cadenza regolare.
Si sta costituendo anche un gruppo ad Ardea, in collaborazione con le associazioni e le realtà già esistenti. Speriamo di poter fare presto rete con i Castelli Romani! Sarebbe davvero utile riuscire a monitorare i canali che scendono a mare dopo un lungo cammino nelle campagne. È un cammino nel corso del quale si incontra una tale quantità di rifiuti! Il nostro è un territorio che affaccia sulla costa, non possiamo limitarci a pulire le spiagge quando i rifiuti arrivano anche dall’entroterra”.
Marta Mariani