Intervista a tutto campo al capogruppo del M5S in Consiglio comunale di Pomezia Massimiliano Villani dopo l’accordo regionale con il PD
“Il Movimento 5 Stelle non è di nessuno”
Il dottor Massimiliano Villani eletto per la prima volta in consiglio comunale alle elezioni del 2018 è attualmente il capogruppo del Movimento Cinque Stelle di Pomezia.
- Dottor Villani ho letto che lei è di origine napoletana e che è funzionario del Comune di Roma. Come mai ha scelto di abitare a Pomezia e perché poi ha deciso di candidarsi consigliere comunale e con il M5S?
“Sono nato a Napoli, ma da subito mi sono trasferito a Roma con i miei genitori. La Capitale è stata la mia casa fino al 2005, quando arrivai, insieme a quella che poi sarebbe diventata mia moglie, a Pomezia, dapprima a Santa Palomba, poi spostandomi con la nascita di nostra figlia al Querceto e infine a Campo Jemini. Pomezia e Torvaianica sono da sempre nel mio cuore, fin da bambino, quando mio padre, che ormai non c’è più da quasi sei anni, decise di comprare un piccolo appartamento proprio sul nostro bel lungomare: da quel momento Torvaianica e Pomezia divennero la mia seconda casa. Il lavoro al comune di Roma, iniziato la bellezza di 20 anni fa, mi ha sicuramente fatto appassionare alla cura della cosa pubblica e la mia candidatura nel 2018 nasce proprio da questo percorso lavorativo e dalla voglia di impegnarmi concretamente per i cittadini con una forza giovane e intrisa di valori positivi, dopo gli anni bui vissuti dalla nostra Città”.
- Il Movimento Cinque Stelle vive un momento complicato frutto di scelte difficili. Lei condivide l’appoggio al governo Draghi insieme a personaggi che da sempre il Movimento ha fortemente osteggiato?
“Il momento è complicato per la politica in generale, non solo per il Movimento 5 Stelle. Ma sono assolutamente convinto che le crisi non vadano mai sprecate, perché da queste possono nascere nuove opportunità per crescere e migliorare. Vede, in un mondo ideale, avrei sicuramente visto negativamente l’appoggio ad un governo composto anche da personaggi contro i quali la nostra forza ha sempre lottato. Ma abbiamo il dovere di ancorarci alla realtà e in un solo anno tutto è cambiato con la crisi sanitaria, economica e sociale causata dalla pandemia ed è cambiata anche la politica. Come forza che fino ad oggi ha governato il Paese e che ha la giusta pretesa di essere ancora protagonista della vita politica nazionale, avevamo il diritto-dovere di fare un deciso scatto di maturità, lasciando da parte l’impulsività e la voglia di mandare a quel paese tutto e tutti, in nome della responsabilità e dell’interesse dei cittadini. C’è stato poi un voto sulla piattaforma Rousseau che, voglio ricordarlo, ha visto prevalere il SI per entrare a far parte dell’esecutivo Draghi: una scelta difficile e dolorosa che ho condiviso e che comunque avrei accettato a prescindere, perché a mio parere il Movimento 5 Stelle non è di nessuno, se non delle idee che vengono portate avanti democraticamente a maggioranza. Il fatto di operare all’interno del Governo renderà sicuramente più incisiva la nostra azione, come si sta dimostrando anche in queste prime settimane, in termini di controllo, di indirizzi politici e direi di contaminazione positiva. Abbiamo raggiunto importanti traguardi governando prima con la Lega e poi con il Pd, fermarsi adesso sarebbe stato secondo me da immaturi e avrebbe messo a rischio i tanti risultati ottenuti”.
- A livello nazionale vi sono molte uscite dal M5S, a Pomezia com’è la situazione nel vostro gruppo consiliare e più in generale nel Movimento locale? Ne avete parlato?
“Non è ovviamente possibile essere insensibili alle vicende nazionali, è del tutto normale aver discusso di queste cose all’interno del nostro gruppo consiliare e mi auguro che continueremo ad alimentare un dibattito sano e costruttivo anche con i nostri attivi. Tuttavia siamo concentrati su questa seconda parte di mandato e sulle attività che porteremo avanti, uniti per il bene della Città: c’è una crisi senza precedenti ancora in atto e abbiamo il dovere di destinare le nostre energie ai problemi del quotidiano dei cittadini, lasciando da parte le fisiologiche diversità di vedute”.
- Lei è arrivato all’improvviso sulla scena del M5S locale e più in generale della politica della nostra città conquistandosi un ruolo di primo piano. Non si sente un po’ il Giuseppe Conte di Pomezia?
“Sorrido e impallidisco di fronte ad un paragone che non è possibile fare. Giuseppe Conte è per me e per tanti un punto di riferimento per quella che è stata la sua dedizione e la sua capacità di far fronte alla crisi più grave dal secondo Dopoguerra, un uomo a cui tutti dovremmo dire grazie per la qualità del lavoro portato avanti e che mi sembra abbia trovato continuità anche in queste prime battute del governo Draghi. Di sicuro abbiamo in comune una qualità: il saper confrontarsi con tutti, soprattutto in un periodo come quello che stiamo vivendo, nel quale è assolutamente necessario abbassare i livelli di contrasto e di divisione in favore del dialogo costruttivo. Mi sono sempre impegnato nella vita civile della nostra Città, collaborando già a partire dal 2008 alla costituzione del comitato di quartiere Querceto-Colli di Enea e ho lavorato anche nella scorsa consiliatura a fianco dell’Amministrazione, occupandomi principalmente dello sviluppo sul territorio del progetto di sicurezza partecipata Controllo di Vicinato, partito in forma sperimentale proprio nel mio quartiere alla fine del 2014”.
- A livello nazionale e nella Regione Lazio siete alleati, non pensa che anche a livello locale dovreste incominciare a dialogare anche con il Pd locale? Mi ha detto un esponente del Pd, per intenderci uno della cosiddetta corrente tailandese, che lei ed altri sarebbero propensi a dialogare ma ora non possono perché si creerebbero problemi nel vostro gruppo consiliare e non solo.
“Tengo a sottolineare, come ho fatto recentemente anche con una sua collega, che quella al dialogo, al confronto e all’ascolto è una mia predisposizione naturale e credo fermamente che la crescita e il miglioramento personale, di gruppo e di comunità si sviluppino attorno al coinvolgimento e all’inclusione delle idee. A livello nazionale e regionale vedo una politica che sta tentando di ricostruirsi e di trovare nuovi equilibri per rispondere meglio alle imminenti fondamentali sfide di ricostruzione economica e sociale. A livello locale vedo una situazione per certi versi simile anche se allo stato attuale delle cose non sovrapponibile. Siamo al secondo mandato consecutivo, caso unico se non erro in Italia per il Movimento, stiamo facendo bene e ancora abbiamo davanti più di due anni per portare a termine i nostri obiettivi. E’ di tutta evidenza, e sarebbe sciocco dire il contrario, che la situazione generale è talmente fluida che tra un mese o un anno potremmo ritrovarci qui a discutere di altro. Vede, la nostra identità e i nostri valori sono forti e vanno difesi, ma quello che potrà caratterizzarci sarà a mio giudizio la capacità di fare opera di contaminazione delle idee. Un esempio su tutti: se a Roma oggi tutti parlano di mobilità alternativa e sostenibile il merito è proprio del Movimento 5 Stelle e della capacità di scuotere con le sue idee una Città rimasta per decenni ferma al credo auto-centrico. Stiamo vivendo un periodo del tutto eccezionale e cercare di risolvere un problema nel modo più facile e congeniale alla propria natura, non è detto che sia sempre il modo più giusto e sensato. Ne ho parlato recentemente in un post in cui citavo il paradosso del lampione che lo psicologo Paul Watzlawick spiega nel suo celebre libro Istruzioni per rendersi infelici”.
- Mancano ancora due anni al termine della vostra amministrazione e vedo spesso che girano nomi di vari candidati a Sindaco tra cui quello più gettonato di Valentina Corrado. Ma perché nessuno mai menziona il sindaco uscente Adriano Zuccalà? Tra l’altro lui non ha mai detto che non si vorrebbe ricandidare.
“Le confesso che una donna Primo Cittadino è un’idea che mi piace moltissimo, ancor di più se parliamo di Valentina Corrado che, in questi anni, ha fatto un grande lavoro in Regione Lazio e non si è mai risparmiata dandoci anche una mano con la sua esperienza e competenza. Tuttavia credo che una persona seria e preparata, come il Sindaco Zuccalà, che fino ad oggi ha svolto un ottimo lavoro, soprattutto nella gestione dell’emergenza Covid, potrebbe aprire a un nuovo mandato, anche in virtù delle nuove regole. Ne avevo già parlato nel corso di una recente intervista e oggi ne sono ancor più convinto. Vedremo”.
- Da qui alla fine del mandato di questa amministrazione, pandemia permettendo, quali sono le priorità che ritiene ancora che si debbano perseguire?
“La priorità che dobbiamo avere è sicuramente quella di continuare a supportare in ogni modo le categorie più esposte alla crisi: il Comune è l’ente di prossimità per eccellenza e in quanto tale ha il dovere di rispondere ai bisogni delle persone. Quanto invece agli altri obiettivi che intendiamo raggiungere da qui a fine consiliatura, senza dubbio c’è la raccolta differenziata puntuale, la tutela della costa e delle dune, la definizione della vicenda dell’eco mostro in piazza Ungheria a Torvaianica, l’acqua potabile in ogni quartiere, lo sviluppo della mobilità sostenibile. Infine, a mio parere, sarà importante in questi ultimi due anni lavorare ancora più intensamente per le nostre periferie, determinando una più moderna visione di nuove centralità”.
A.S.