Dal libro “Pomezia Origini Genti e Personaggi” scritto dal professor Antonio Sessa ed edito dalla Angelo Capriotti Editore nel 1990
La progettazione di Pomezia
Il 19 dicembre 1934, alla fondazione di Pontinia, Mussolini annunciò per la prima volta la nascita del quarto Comune, Aprilia, e del quinto, Pomezia. Il luogo scelto per la costruenda Pomezia fu individuato nell’Agro Romano. Il nuovo Comune nacque sottraendo territorio in gran parte dal Governatorato di Roma; partendo dalla capitale, Pomezia venne intesa come porta d’ingresso nel territorio della bonifica. Anche per Pomezia il 1° ottobre 1937 con “scadenza fascista” (due soli mesi) venne bandito un concorso per il piano regolatore. Nel notiziario della rivista “Urbanistica” del settembre-ottobre 1937 si legge: “Pomezia: “Il concorso del piano regolatore”. Il Duce ha impartito all’O.N.C. le disposizioni per l’ulteriore sviluppo della bonifica integrale delle paludi pontine e per le creazioni di nuovi centri vitali ... Ha stabilito che il 22 aprile 1938-XVI verrà fondata la quinta città dell’Agro Pontino: Pomezia, ed inaugurata il 29 ottobre 1938 XVI. L’O.N.C., in conformità degli ordini impartiti dal Duce, ha indetto un concorso nazionale fra ingegneri e architetti italiani per il progetto del piano regolatore del nuovo centro comunale. Il concorso scade alle ore 12 del 30 dicembre 1937-XV.
Pomezia dovrà corrispondere alla tipiche necessità di un comune essenzialmente rurale e dovrà essere progettato secondo le locali caratteristiche storico-estetiche e regionali adottando per le nuove costruzioni materiali italiani con esclusione totale, ove possibile, delle strutture in ferro e in cemento armato”.
Per l’ubicazione, il bando indica che “... dovrà avvenire in corrispondenza o prossimità dell’incrocio fra la strada che da Roma conduce a Pratica e la mediana (in costruzione) che collegherà Pomezia verso il sud con Aprilia e Littoria e verso ovest con la strada Roma-Ostia e l’area in cui sorgerà l’esposizione universale del 1942. La popolazione in base alla quale si dovrà sviluppare il progetto del piano regolatore è di 12.000 abitanti per tutto il territorio comunale di cui 3.000 raggruppati nel capoluogo, il nuovo centro da edificare”.
Alla scadenza del bando non vennero accolte richieste di proroga, come invece era avvenuto per Aprilia; in effetti la fondazione avvenne il 25 aprile 1938, con solo tre giorni di ritardo sulla data prevista, ma l’inaugurazione fu spostata di un anno e avvenne il 29 ottobre 1939. La commissione, presieduta dal presidente dell’O.N.C. On. Di Crollalanza ritenne, in primo grado, che solo tre dei dieci progetti presentati potessero essere presi in esame e quindi ammessi al concorso di secondo grado. In questa ulteriore verifica fu scelto il progetto presentato dal gruppo degli architetti Petrucci e Tufaroli e dagli ingegneri Paolini e Silenzi, gli stessi che avevano vinto ad Aprilia. Gli altri due gruppi risultarono così costituiti: il primo dagli architetti Calza-Bini e dall’ingegnere Nicolini; il secondo dall’architetto Roisecco e dagli ingegneri Civico, Granelli, Ortensi. La scelta avvenne non senza polemiche; ma ecco spiegate dalla commissione le caratteristiche principali del centro, per cui fu preferito il progetto vincitore: “... viene evitata qualsiasi interferenza del traffico di transito interregionale con quello locale diretto a Pomezia o intorno ad essa. Tre strade di penetrazione staccantesi dalle arterie cardinali consentono peraltro un chiaro ed immediato accesso alla piazza del borgo dalle quattro possibili direzioni di provenienza. Buono e rigorosamente determinato è l’orientamento delle strade e degli edifici, specie di abitazione, in rapporto al soleggiamento ed alla difesa dai venti dominanti. La maglia delle strade e piazze è tessuta con giusta economia di sezioni ed in genere di spazi liberi. Eccellente il proporzionamento in rapporto alla capienza prescritta per la borgata (...). Piace la naturale adesione di questo Piano al terreno, il suo adagiarsi con dolce pendenza a larga curva lungo il ciglio della valle, sicché verso est, dove la costruzione è tenuta più aperta e dove si apre la piazza centrale, si scopre con continuità il bel paesaggio delle campagne e dei monti”.
Con due borghi cosi vicini, Pratica e Ardea, si accese il problema su quale ruolo dovessero avere i previsti 3.000 abitanti del nuovo centro. A tal proposito risultano assai interessanti le considerazioni esposte nella loro relazione da Calza- Bini-Nicolini al concorso di primo grado.
“Data la richiesta del bando di concorso di progettare un piano per 3.000 abitanti, viene spontaneo di chiedersi di quale genere saranno gli abitanti accentrati in detta città: non contadini, i quali hanno il fondo sufficientemente esteso da lavorare ed hanno la casa colonica con i rispettivi poderi; non operai, che industrie non sono previste, né adatte alla zona, né altro genere di abitanti all’infuori di qualche impiegato, artigiano o bracciante potrà trovare mezzi di lavoro e di sostentamento tali da richiedere così“ eccessivo sviluppo a quello che nello spirito e nella lettera di bando è indicato come “grosso borgo rurale”...
Queste osservazioni risultarono storicamente fondate; infatti, anche per colpa della guerra che ne frenò lo sviluppo, Pomezia è stata fino alla fine degli anni cinquanta un borgo rurale, senza superare i mille abitanti nel centro abitato. Solo in seguito, quando è diventato prima centro industriale e poi immediata periferia di Roma, le cose sono completamente cambiate.