Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Angelo Monti, a cui hanno aderito anche Elvezio Belardi, Piero Converso, Rudy Costanzelli e Corrado Del Grosso
In ricordo di Claudio Caponetti
Ci sono persone che per carisma, per doti personali e caratteristiche vanno nel loro passaggio terreno a legare il proprio nome ad un particolare luogo o ad un contesto territoriale. Per Pomezia un personaggio che ha trovato affinità e un legame particolare con la cittadina come pochi altri, e che trova identificazione nelle stessa in un determinato momento storico, è senza ombra di dubbio Claudio Caponetti. Politico, imprenditore, uomo di sport, Claudio Caponetti ha contribuito in vari settori alla crescita della città conducendo in molteplici ambiti il momento felice e di crescita che nella seconda parte del secolo scorso visse la realtà pontina. Per chi come me ha lavorato accanto a lui come collaboratore in particolare nell’ambito calcistico, il suo nome suscita sicuramente affetto e stima. Ma non voglio parlare né del politico, né dell’Amministratore, né dell’Imprenditore, né del Presidente, fondatore e grande sostenitore del Pomezia Calcio e di altre attività sportive. Vorrei ricordare Claudio Caponetti, uomo sensibile, di grande educazione, di grande umiltà ed umanità, di intelligenza e cultura fuori della norma ed anche uomo di grande ironia e spirito. Questo è il ricordo che mi pervade, non quello che ha fatto e costruito, ma quello che era nell’ordinario e nella quotidianità. Non sempre ho condiviso le sue scelte politiche, ed anche calcistiche visto che in tale ambito operavo accanto a lui, ma ogni sua scelta fu sempre dettata da una onestà intellettuale pura. Non ho ricordo di gesti di arroganza, benché attorno al suo nome logicamente con estrema facilità nascevano favole metropolitane e lui stesso ne rideva, ma non ho un ricordo di una sua scorrettezza o di una mancanza di rispetto ad alcuno, anche a rivali. Fu uomo molto equilibrato che seppe cavalcare come politico ed imprenditore il favorevole momento di boom economico che Pomezia e l’intero paese ha vissuto. Fu uomo di grande democraticità, ed ho ricordi di lui sempre uguale accanto ad un personaggio del livello di Giulio Andreotti come vicino al più umile dei collaboratori. In una trasferta in Sardegna con la squadra di calcio, visto che nessuno prendeva la borsa delle maglie, lo fece lui e fu preso per il magazziniere della squadra mentre quest’ultimo di grande loquacità si lasciava passare per il presidente davanti agli esterrefatti occhi dei dirigenti isolani. Chi ama Pomezia e chi ha visto la crescita della nostra cittadina da borgo agricolo della pentapoli mussoliniana a realtà industriale e città di grandi ambizioni e prospettive, sa che Claudio Caponetti ha fatto molto per Pomezia e che Pomezia deve molto a Claudio Caponetti. Aldilà delle cariche amministrative di Sindaco e Amministratore della Città, la memoria storica della nostra comunità non può dimenticare quest’uomo, che ha contribuito fortemente a scrivere importanti pagine nella storia della città. Una piazza, una via, una biblioteca od un giardino potrebbero aiutare a rendere immortale il suo nome, ma sarebbero sempre poca cosa in confronto con la memoria storica di intere generazioni che hanno vissuto il suo momento e che non lo dimenticheranno mai...
Ciao Presidente... Ciao Sindaco... Ciao grande Claudio
Un pensiero unico per chi ti avuto come Sindaco… come Presidente… come un grande amico sempre pronto ad ascoltare …
Angelo Monti