Insieme alla CRI donati 360 pasti caldi tra gennaio e marzo ai senzatetto
McDonald’s per i più fragili
I ristoranti McDonald’s di Pomezia insieme alla Croce Rossa di Pomezia hanno voluto farsi vicini alla propria comunità stringendo un accordo a sostegno delle persone più fragili della città. Con la volontà di dare conforto durante il periodo natalizio, ancor più difficile quest’anno. L’iniziativa ha previsto la donazione di 360 pasti caldi che distribuiti tra gennaio e marzo ai senzatetto di Pomezia e dintorni.
Un gesto di aiuto semplice e diretto che vede protagonisti i ristoranti McDonald’s di via Naro e via del Mare, coinvolti in prima linea nella preparazione e consegna dei pasti, ritirati e distribuiti dai volontari del Comitato CRI di Pomezia.
Grazie alla collaborazione dei Volontari del Comitato CRI di Pomezia, i pasti sono stati infatti consegnati alle persone senza fissa dimora che vivono nel Comune di Pomezia, in particolare nei territori di Torvaianica, Campo Ascolano e Santa Palomba. Persone fragili e spesso sole, costrette oggi ad affrontare, oltre alle consuete difficoltà, anche questo momento di emergenza legato alla diffusione del Covid-19.
Questa iniziativa conferma e consolida ancora una volta l’impegno che lega McDonald’s e i suoi licenziatari al Paese e alle comunità locali in cui opera con l’obiettivo di contribuire ad alimentare il circolo virtuoso generato dalle associazioni benefiche con cui collabora.
L’iniziativa di Pomezia si va così ad aggiungere al più ampio progetto di solidarietà Sempre aperti a donare messo in campo da McDonald’s e Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald, in collaborazione con Banco Alimentare, che consiste nella donazione di 100.000 pasti caldi distribuiti entro la fine di marzo alle strutture di accoglienza che ospitano famiglie e persone fragili in tutta Italia.
Ufficio Stampa
McDonald’s
Raffica di critiche per l’iniziativa comunale sui murales
Sole... indignato
Il 29, è stato persentato a cura di Marcello Smarrelli, alla presenza del Sindaco della città Adriano Zuccalà e della vicesindaco Simona Morcellini, “Sole Indiges”, Arte pubblica a Pomezia tra mito e futuro. Si tratta di tre grandi murales che interesseranno gli edifici della Biblioteca Comunale “Ugo Tognacci” e delle due scuole medie “Orazio” – di via Singen – e “Virgilio Marone” - di via della Tecnica.
“Sol Indiges” è il sito archeologico che riguarda la zona del territorio pometino dove la mitologia vuole sia avvenuto lo sbarco di Enea, secondo quanto anche raccontato da Virgilio nel suo grandioso poema Eneide.
Gli autori dei tre murales sono il foggiano Agostino Iacurci e il milanese Ivan Tresoldi (uno dei due, si dice, risieda a Berlino!), ai quali l’Amministrazione comunale ha devoluto rispettivamente trentamila e diciottomila euro; altri ventiquattromila euro sono stati passati alla Fondazione Pastificio Cerere, cui è legato il progetto di Marcello Smarrelli.
Tralasciamo di dare un giudizio sull’iniziativa e sul valore delle opere, ma non possiamo non evidenziare le critiche, tra le quali quelle che vogliono il sito “Sol Indiges” lasciato nel più squallido abbandono, tra erbacce e rifiuti, mentre vengono spesi tanti soldi (più di settantadue mila euro) per questi murales. Riportiamo un brano dell’intervento dell’Associazione Latium Vetus: “Il progetto di Agostino Iacurci a cura di Marcello Smarrelli di Fondazione Pastificio Cerere – si legge – è dedicato… al ‘Sol Indiges’, “arte pubblica a Pomezia tra mito e futuro”. Sarebbe stato più corretto parlare di “arte pubblica tra abbandono e degrado”, visto che il patrimonio culturale, depositario del mito, rimarrà nel degrado anche a causa di queste spese. Pochezza e sciatteria. Il Comune di Pomezia piuttosto che affrontare e risolvere gli annosi problemi del patrimonio culturale, in modo da metterlo a sistema, si affida a fondazioni mai viste a Pomezia che, in tutta onestà, reputiamo abbiano poco o nulla da offrire per valorizzare il turismo in ottica futura ed incrementare il valore artistico del nostro territorio”.
“Pochezza e sciatteria”! Altro che “Sol Indiges”, Caro Direttore, siamo al Sole… indignato!
Pur tralasciando di dare un giudizio – ripetiamo -, qualche perplessità la esprimiamo anche noi per simili iniziative, se si trascurano, poi, progetti di tutt’altro tenore e valore, come il mancato completamento del Teatro.
Per esempio, “ormai langue” (così ci dicono e noi prendiamo a prestito l’eufemismo) il Premio Internazionale Letterario Città di Pomezia, da noi gestito fino alla ventisettesima edizione del 2017 e gratuitamente ceduto al Comune, il quale ha svolto alcune edizioni con un bel concorso di pubblico da ogni parte d’Italia (gliene diamo atto), ma senza mai pubblicare – o, almeno, è ciò che a noi risulta – le opere vincitrici, così come stabilito nel programma e come è stato regolarmente fatto nel corso della nostra lunga gestione (qualora le pubblicazioni fossero avvenute, siamo pronti a scusarci e a rettificare). Inoltre, al posto del regolamento snello e rodatissimo da noi ideato, il Comune ne ha voluto tirar fuori uno farraginoso, al limite del demenziale, neppure si trattasse di un appalto cementizio, quando è solo e tale vuole e deve rimanere: una bella schermaglia letteraria!
Avendo, noi ceduto, al Comune, un gioiellino, funzionante come un perfetto orologio, ci dispiace sinceramente ricevere critiche e sentire che “langue” per mancanza di fondi (noi, ogni anno, abbiamo sempre e regolarmente pubblicato le opere vincitrici prima delle rispettive premiazioni, dandone, poi, copia omaggio, in particolare ai premiati e alla Stampa). Murales sì, Premio Letterario no, allora? Se i murales sono “futuro” (“mito” non di certo!), perché non dovrebbe esserlo, in primis, il Premio Letterario internazionale Città di Pomezia? Anche l’Amministrazione comunale ha potuto costatare il concorso di pubblico da ogni parte d’Italia che si porta dietro una tale manifestazione culturale (turismo, insomma) e dovrebbe, perciò, ritenerlo e gestirlo come un autentico fiore all’occhiello.
Condividiamo, inoltre, il pensiero di Fabrizio Egizi, espresso a pag. 33 de “Il Pontino nuovo” 16/31 marzo 2021, giacché quella immagine ben fatta, tratta dalla “Nascita di Venere” del Botticelli, poteva rimanere a suo posto, magari sapientemente inglobata nel nuovo murales.
Domenico Defelice