Intervista al senatore Bruno Astorre, che è anche il segretario regionale del Partito Democratico, sulle prospettive politiche del partito
Astorre: coesi e forti per l’appuntamento delle regionali
Il senatore Bruno Astorre è anche segretario regionale del Pd. Due prestigiosi incarichi elettivi che fanno di Astorre un importante esponente delle istituzioni ed anche della politica.
- Senatore Astorre mi immagino che in questi giorni lei starà correndo da una città all’altra del Lazio dove si voterà alle prossime amministrative del 12 giugno, per portare il suo sostegno ai candidati del Pd. Lei è un esperto di campagne elettorali, che sensazioni sta avendo?
“Alla politica fatta nei “palazzi”, e lo dico senza alcuna accezione negativa, ho sempre preferito la politica fatta nei e sui territori. Per una mia attitudine e vocazione personale. Questa brevissima premessa per dire che, con molto piacere e passione, sto correndo da una città all’altra, da una provincia all’altra per portare il mio sostegno e quello di tutto il partito ai nostri candidati, a cui rivolgo un grandissimo in bocca al lupo. Abbiamo tutte candidature autorevoli e forti, in tutti i 53 comuni (su 378) in cui si andrà al voto nella nostra regione il prossimo 12 giugno, fatti salvi i ballottaggi che si terranno il prossimo 26 giugno.
Penso che possiamo fare bene, e sicuramente meglio di quanto abbiamo fatto nelle precedenti amministrative. Quelle del 2017, che per il PD fu l’annus horribilis. Venivamo dalla pesante sconfitta sul referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 che indubbiamente ha avuto il suo peso sul voto delle amministrative del 2017, dove sostanzialmente perdemmo ovunque, o contro il centrodestra o contro il M5S.
Questa volta sento che è diverso. Non voglio dare numeri, ma posso dire che possiamo fare bene. Davvero bene. Siamo stati ovunque promotori di un percorso ordinato, mettendo da parte velleità personali, abbiamo lavorato per allargare il campo del centrosinistra, coinvolgendo i territori e stimolando la partecipazione e la condivisione dei cittadini”.
- Lei è stato uno dei sostenitori dell’alleanza Pd-Cinque Stelle. Reggerà questa alleanza anche nelle elezioni regionali del Lazio del prossimo anno? E’ vero che lei sta mettendo tutto il suo impegno per candidare a Governatore del Lazio l’attuale vice presidente Daniele Leodori?
“Il lavoro sull’alleanza con i cinquestelle non è di ieri. Già in questa legislatura regionale i cinquestelle sono organici, partecipando alla giunta regionale con due assessori donne, molto valide. Non ho dubbi che anche per le regionali 2023 l’alleanza tenga. L’obiettivo al quale stiamo lavorando seriamente è quello di allargare il campo per renderlo competitivo e in grado di governare la Regione Lazio come è stato fatto in questi dieci anni con l’esperienza Zingaretti. Come ho avuto modo di dire il mio impegno è orientato a condividere un progetto politico tanto con i moderati di centrodestra che con Sinistra Italiana. Ovviamente il presupposto imprescindibile deve essere la condivisione di un programma. Perché è su quello che vogliamo fare nei prossimi dieci anni che dobbiamo essere d’accordo.
Nel momento in cui rispondo alle vostre domande il Partito Democratico ha avviato un percorso che potrebbe sboccare in possibili primarie. E’ stata data la disponibilità in questo eventuale percorso partecipativo e democratico sia dall’attuale assessore alla sanità, Alessio D’Amato, che l’attuale vicepresidente, Daniele Leodori. Intanto vorrei registrare un fatto, ovvero, che si tratta di due candidature molto autorevoli. Dopodiché io sono il segretario regionale, e intendo svolgere il mio ruolo con la massima serietà e a garanzia di tutti. Sono stato eletto segretario regionale scegliendo (non a caso) le tre parole che avrebbero dovuto contraddistinguere la mia segreteria: unità, umiltà e umanità. Valgono ancora. Soprattutto oggi. Perché al di là dei percorsi, al di là dei processi è sull’unità del partito che bisogna investire ogni nostra energia per arrivare coesi e forti all’appuntamento delle regionali il prossimo anno”.
- Mi dicono che poiché a Pomezia alle amministrative del 2023 l’accordo Pd-Cinque Stelle sarà difficile da realizzare sarà deciso tutto a livello regionale tra i vertici dei due partiti.
“Posso rispondere con una considerazione netta, che in parte è la stessa che ha orientato le scelte finora compiute. Il nostro punto di forza è il coinvolgimento del territorio. No a candidature calate dall’alto. No a progetti politici decisi a tavolino dai vertici, o presunti tali. Il Partito Democratico non deve mai abbandonare la sua vocazione territoriale. Partecipazione e condivisione devono essere, come è stato finora, i nostri fari”.
- Riguardante la situazione delle concessioni balneari lei ha detto che è necessario trovare equilibrio tra le direttive europee e le necessita del settore. Qual’è la sua proposta?
“Sulle concessioni balneari ho detto che ci vuole equilibrio e pure trasparenza. Se da un lato non è pensabile concedere beni del demanio pubblico senza gara, con continue proroghe che consentono agli attuali concessionari di rimanere tali, chiudendo di fatto il mercato e la concorrenza, dall’altro non è ammissibile intervenire, introducendo quanto previsto dalle norme europee e dalla recente sentenza del Consiglio di Stato, che ha detto chiaramente che oltre il 2023 non si possono prorogare le attuali concessioni, senza prevedere meccanismi di prelazione nelle future procedure di gara, e di indennizzo degli investimenti fatti e non remunerati da riconoscere agli attuali concessionari.
Una cosa però la voglio dire. Ed ha carattere generale. Non possiamo dire di apprezzare le regole della concorrenza solo quando ci fa comodo e quando il tema è scottante politicamente attribuire la colpa all’Europa, come alcune forze politiche demagogicamente fanno per lucrare qualche consenso in più”.
- Ricordo che quando lei era assessore ai lavori pubblici alla Regione Lazio si è impegnato moltissimo per realizzare la nuova Pontina e gli ostacoli che incontrò furono tantissimi. A distanza di anni nulla è cambiato, la Pontina continua ad essere pericolosa ed intransitabile e la mancata realizzazione dell’autostrada blocca inesorabilmente lo sviluppo dei territori interessati. Lei senatore che notizie ha, è tutto fermo come sembra?
“Ho sempre ritenuto i lavori su quell’infrastruttura i più importanti della mia attività da assessore regionale, in quanto ho sempre creduto nell’ammodernamento delle infrastrutture viarie della nostra regione. Rappresentavano allora e rappresentano tuttora un volano per la crescita e la competitività dei nostri territori.
Non nego che ci siano state notevoli difficoltà burocratiche, amministrative e giudiziarie, come troppo spesso accade in Italia quando si tratta di opere pubbliche. Da un contezioso è nata la sentenza del Consiglio di Stato che ha portato, lo scorso 31 gennaio, il Ministro Giovannini a mettere la parola fine al progetto che avrebbe dovuto realizzare l’autostrada Roma – Latina e il collegamento Cisterna – Valmotone.
Allo stato attuale, dopo gli esiti derivanti dalla sentenza del Consiglio di Stato e dal decreto di liquidazione emanato dal Ministero delle Infrastrutture, è necessario avviare una fase interlocutoria e chiarificatrice con il Governo per decidere in tempi certi e brevi (troppi anni di inerzia!) l’avvio di una nuova fase necessaria per la realizzazione di un’infrastruttura centrale per lo sviluppo economico della nostra regione”.
A.S.