Il 18 giugno alcuni parenti dei defunti e l’associazione La Lente lo puliranno
Il cimitero di Pratica è comunale
Il 18 giugno l’associazione “La Lente” andrà ad aiutare alcuni pareti di defunti a pulire il cimitero di Pratica di Mare che è in uno stato di prolungato abbandono.
Ad annunciarcelo il presidente dell’Associazione “La Lente” Roberto Mambelli che ha anche ribadito: “Il cimitero di Pratica di Mare è di proprietà comunale. Vi è la delibera n. 102 del 7 ottobre del 1939 del commissario prefettizio dott. Aurelio Leone che dichiara che nel territorio comunale vi sono tre cimiteri pubblici: Quello di Pratica di Mare, Pomezia e Ardea”.
A suffragare ciò che mi ha riferito il presidente Mambelli anche io nel realizzare nel 1990 il libro “Pomezia” ho letto negli archivi vaticani che il cimitero di Pratica di Mare fu realizzato dopo il cosiddetto editto napoleonico di Saint Cloud del 12 giugno del 1804 che fu esteso anche nel Regno d’Italia il 5 settembre del 1806.
Tale editto stabilì che i defunti dovevano essere sepolti fuori dalle mura cittadine da qui la necessita anche a Pratica di costruire un cimitero fuori dal borgo.
Il cimitero quindi fu realizzato subito dopo quella data e quando anche il nostro territorio era stato annesso all’Impero Francese, tra il 1808 e il 1814, in un terreno lontano circa 2km dal borgo di Pratica, espropriato nella tenuta Petronella - Naro di proprietà dell’omonima famiglia Naro.
Allora la famiglia Borghese era imparentata con quella di Napoleone, infatti Paolina Bonaparte sorella minore di Napoleone era sposata con Camillo Borghese e quindi non era il caso di espropriargli qualche pezzo di terra e per questo si spiega perché fu preferito un terreno così lontano dal Borgo, Probabilmente perché era quello più vicino ad esso di proprietà di un’altra famiglia non così potente. Il cimitero fu usato fin dalla sua realizzazione dalle famiglie che abitavano nel borgo e nei casali di circostanti.
Il cimitero è poi stato gestito dal Governatorato di Roma che aveva un suo guardiano, anzi una guardiana, la signora Maria Filzi.
Successivamente con la costituzione del comune di Pomezia il 3 giugno del 1938, consultando una delibera del commissario prefettizio Aurelio Leone sull’organico comunale, ho trovato che la stessa signora Maria Filzi era incaricata di fare la guardiana del cimitero di Pratica di Mare, (delibera n. 09 del 5/10/1938: Manutenzione, custodia e scavo tombe al cimitero di Pratica di Mare signora Filzi Maria ved. La Bella che fino ad oggi ha disimpegnato tale incarico per conto del Governatorato di Roma).
Nel dopoguerra dal 1944 e fino alla sua morte avvenuta il 14/07/ 1993, anche se la proprietà era del comune di Pomezia che ne eseguiva la manutenzione, a gestire di fatto il cimitero è stato il parroco di Pratica don Benvenuto Cocuzza. Una persona molto autorevole e questo probabilmente ha generato in qualcuno la errata convinzione che il cimitero non fosse comunale.
Resta il fatto che il cimitero di Pratica ha assunto poi una notevole importanza da quando vi è stato sepolto Sergio Leone. E’ infatti dalla seconda metà degli anni ‘90 che è sepolto nel cimitero di Pratica di Mare Sergio Leone, morto a Roma il 30 aprile del 1989 e tumulato in un primo momento al cimitero del Verano e poi negli anni ’90 traslato nel cimitero di Pratica.
Oltre alla tomba di Leone, vi sono le tombe delle famiglie che abitavano nel borgo e nei casali dei Borghese: Celori, Bello, Navisse, Penna, Celestino, Marsiglia, Brancaleoni De Bardi, Bortolotti, Rosolin, Casagrande, Gianferro e altre, circa un centinaio. Vi è anche la tomba dell’exSindaco Pietro Bassanetti, del dott. Giuseppe Vultaggio e dell’arch Claudio Michelato che ha redatto il piano regolatore di Pomezia.
Nel cimitero sono seppellite anche tre monache dell’ordine delle Suore della Croce che vivevano nel loro convento nel borgo di Pratica dove avevano anche una scuola elementare e un arciprete Luigi Persichilli deceduto a Pratica nel 1892. Non si riesce a capire cosa aspetta il Comune a entrarne in possesso e tutelarlo e preservarlo come conviene ad un cimitero storico.
A.S.
La trasformazione del diritto di superficie in proprietà alla 167
Aspettando Pomezia
Moltissimi comuni hanno applicato la legge n° 108/2021 ma non Pomezia e non se ne capisce bene il perché. Questa legge cambia in meglio le affrancazioni dai vincoli (e anche le Trasformazioni del diritto di superficie in diritto di proprietà) e modifica sia i costi che le modalità delle affrancazioni e delle trasformazioni.
La legge stabilisce infatti che l’affrancazione del bene e la Trasformazione del diritto di superficie in piena proprietà non possono avere costi eccedenti i seguenti limiti: limite massimo di euro 5.000 per singola unità abitativa e relative pertinenze avente superficie residenziale catastale fino a 125 metri quadrati e di euro 10.000 per singola unità abitativa e relative pertinenze avente superficie residenziale catastale maggiore di 125metri quadrati. Impone ai Comuni l’obbligo di rispondere entro 90 giorni alle istanze pervenute dai cittadini. Inoltre viene estesa anche per la Trasformazione del diritto di superficie in piene proprietà (come già era per l’istanza di affrancazione) la possibilità di utilizzare una scrittura privata autenticata.
Il Pd di Pomezia sembra essere l’unico ad essere sensibile a questo problema che riguarda nella nostra città migliaia di famiglie chiedendo attraverso il suo capo gruppo Stefano Mengozzi, l’affrancazione in zona 167.
“A nome del partito Democratico richiediamo di mettere con urgenza all’ordine del giorno la questione della trasformazione del diritto di superficie al diritto di proprietà nelle aree in 167. Un enorme patrimonio immobiliare che può veder concretizzarsi un percorso di affrancazione ottenendo un duplice risultato: per i residenti – che così possono disporre del bene senza condizionalità – e per il comune di Pomezia – che può avviare un percorso economicamente vantaggioso per le casse dell’ente. Fino ad oggi la sola “scontistica” pensata dalle amministrazioni comunali che si sono succedute non ha funzionato. Noi proponiamo di raccogliere le recenti novità normative in un pacchetto di proposte che possano rendere più semplice e più vantaggioso il percorso di trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà.
Lo facciamo in tre mosse:
- Chiediamo che la procedura preveda un percorso di agevolazioni e rateizzazioni per aumentare le adesioni e consentire al comune di perseguire obiettivo economico di cassa, rivedendo i regolamenti amministrative anche alla luce delle più recenti norme;
- chiediamo di esonerare i richiedenti dal versamento del contributo per le spese di istruttoria;
- chiediamo di migliorare la risposta degli uffici, tenendo presente che la legge 108/2021 prevede tempi certi di conclusione dell’iter di riscatto entro 90 giorni dalla richiesta. Ci siamo impegnati a trasformare queste nostre richieste in una mozione che dia un indirizzo preciso agli uffici e alla giunta comunale. Siamo ora in attesa che la proposta arrivi in Consiglio Comunale per la discussione e (speriamo) approvazione”.
T.R.