Persi i confini tra occupazioni legittime ed illegali
Situazione Ater
La “situazione Ater” di Pomezia non smette di far parlare di sé. E’ recente l’informazione che ci giunge secondo la quale un gruppo di ragazzi che praticano palestra in un locale dell’Ater, presso Piazzale delle Regioni, “Collefiorito” siano stati intimati ad allontanarsi. Non è ancora ben chiaro chi sia stato a fare questa intimazione ma certamente non si tratta né della direzione dell’Ater e neppure di altra autorità. Nella totale confusione in cui si trovano gli immobili e gli inquilini, sprovvisti di qualunque punto di riferimento istituzionale, non è dato sapere a quale titolo i ragazzi abbiano potuto svolgere la loro attività dentro un locale dell’Ater e neppure a quale titolo qualcuno si sia permesso di obbligarli ad allontanarsi.
E’ appena il caso di ricordare, infatti, che tra occupazioni abusive, passaggi sotto mano di appartamenti e locali, finte rappresentanze e “capetti” di giornata, è veramente difficile fare chiarezza e capirci qualcosa.
Questo stato di cose, determinatosi anche per la latitanza cronica delle istituzioni, si protrae ormai da tempi immemorabili a tutto svantaggio innanzi tutto degli inquilini e poi dell’intera comunità pometina che vede al proprio interno sacche di degrado non solo ambientale ma anche etico e morale che inducono a ritenere morta qualunque speranza di far valere i diritti.
Noi, come Associazione, da diversi mesi stiamo facendo la nostra parte per cercare di contribuire a riportare il tutto all’interno di un alveo in cui sia il diritto e la legalità a stabilire che cosa si può e che cosa non si può fare proprio per non lasciare da soli tanti cittadini che, come inquilini meno abbienti, vivono una situazione ormai intollerabile. Non è infatti un azzardo affermare che molti di loro ogni giorno rischiano la vita per i frequenti crolli di materiali che cadono dall’alto degli edifici per l’assenza di manutenzioni adeguate o che rischiano altri pericoli per il degrado generale in cui si versano tali immobili dove spesso si trovano rifiuti, erbe infestanti, contatori del gas circondati da materiali infiammabili, aree verdi abbandonate che sono rifugio di ogni specie di animali ecc.
Ecco, in una situazione di questo genere si può trovare il terreno fertile per facili speculazioni anche di basso calibro e di azioni prevaricatorie che chiunque, dotato di buon senso, non può più tollerare.
Vialibera
Associazione Nazionale Aps
Ricordiamo quelli di Pomezia che hanno contribuito a ricostruire la storia della democrazia
La resistenza degli IMI
La sottoscrizione dell’armistizio dell’otto settembre del 1943 seguito dalla fuga del Re Vittorio Emanuele III da Roma, dal vile comportamento delle classi dirigenti del paese e delle più alte autorità militari lasciarono letteralmente allo sbando oltre 700.000 soldati italiani dislocati sui diversi fronti di guerra che vennero prontamente catturati da un numero assai limitato di soldati tedeschi che posero loro un drastico quesito: “Arruolarsi nelle forze armate della nascente Repubblica Sociale Italiana o arrendersi consegnando le proprie armi per finire internati nei lager del Reich?”.
I militari italiani che scelsero la seconda opzione furono circa 650.000 e si incamminarono lungo un drammatico percorso fatto di prigionia, di sopraffazioni, di lavori forzati, di umiliazioni che si sono susseguiti fino alla sconfitta del nazi-fascismo della primavera del 1945.
Il loro contributo alla Resistenza e alla avanzata degli Alleati che risalivano la penisola è stato straordinario e si può compiutamente valutare quanto sangue sarebbe stato versato e quanti ulteriori sacrifici sarebbe potuto costare alle forze che hanno liberato l’Italia, una scelta diversa da parte di coloro che decisero di venire internati se avessero invece accettato di diventare dei militari repubblichini.
Tra gli abitanti della neo fondata Pomezia, arruolati nelle forze armate, furono fra gli altri, internati nei lager, i seguenti concittadini:
Barbieri Artemio nato a Camugnano (BO) il 05.01.1907, rimpatriato il 02.10.45;
Cantarelli Rotilio nato a S. Sofia (FC) il 30.05.1924, rimpatriato il 04.09.1945,
Ceccherini Guerrino nato a Verucchio (FC) il 28.01.1914, rimpatriato il 27.07.1945;
Coveri Giovanni, nato a Premilcuore (FC) il 22.05.1920, rimpatriato il 02.10.1945;
De Gasperi Antonio, nato a Bagnoles (Francia) il 06.04.1923, rimpatriato il 28.08.1945;
Granati Bernardo, nato a S. Elpidio (FM) il 07.03.1916, rimpatriato il 15.08.1945;
Leofriddi Clelio nato a Ardea (RM) il 27.04.1912, rimpatriato il 19.08.1945;
Longo Angelo, nato a Selva di Progno (VR) 30.09.1920, rimpatriato il 16.08.1945;
Longo Pietro, nato a Selva di Progno (VR) il 30.10.1918, rimpatriato il 13.10.1945;
Mariani Antonio, nato a Bagno di Romagna (FC) il 13.03.1913, rimpatriato il 18.08.1945;
Mengozzi Romeo, nato a Premilcuore (FC) il 23.12.1922, rimpatriato il 15.10.1945;
Monti Luigi, nato a Modigliana (FC) il 03.06.1918, rimpatriato il 07.08.1945;
Morellini Aristide, nato a Mercato Saraceno (FC) 14.08.1920, rimpatriato il 05.08.1945;
Mugoni Giuseppe, nato a Forlì il 04.04.1922, rimpatriato il 04.10.1945;
Negri Tuclide, nato a Pratica di Mare (RM) il 06.03.1913, rimpatriato il 08.10.1945;
Peretta Emilio, nato (?) il 09.03.1921, rimpatriato il 14.09.1945;
Pinato Silvio nato a Arzergrande (PD) il 03.09.1921, rimpatriato il 15.10.1945;
Piovaccari Domenico, nato Portico (FC)12.11.1918, rimpatriato il 25.07.1945;
Selgretti Sigismondo, nato a Colmurano (MC) 06.03.1913, rimpatriato il 02.10.1945
Spadi Benito, nato a Fiumana (FC) il 16.06.21, rimpatriato il 16.08.1945;
Valeri Giovanni, nato a Ardea (RM) il Ardea 26.12.1914, rimpatriato il 21.01.1945,
Viennesi Spartaco, nato a Ponte Bobbio (VI) 22.07.1920, rimpatriato il 09.10.1945.
Il ricordarli sia collettivamente che individualmente è un grande contributo a ricostruire la storia della nostra democrazia, nella nostra città e dei nostri coloni e al tempo stesso rappresenta un monito perché gli orrori che hanno vissuto non abbiano più a ripetersi.
Pietro Cucchi