Ecco il cronoprogramma presente nella relazione tecnica
Termovalorizzatore
Una paura che serpeggia nella popolazione di Santa Palomba e dintorni. Una sensazione di impotenza che i cittadini cercano di manifestare, ma di fronte all’impegno della pubblica amministrazione che ha avviato l’intero programma per la realizzazione del termovalorizzatore di Santa Palomba, questi cittadini si sentono veramente abbandonati al loro destino. Un destino già segnato da tempo e che, nonostante le proteste, loro malgrado, subiranno quello che da mesi ormai è un progetto che andrà avanti per il suo corso.
Il cronoprogramma presente all’interno della ‘Relazione tecnica dei processi produttivi del polo impiantistico da realizzare e tavole tecniche’, stilata dal raggruppamento temporaneo di impresa Acea Ambiente-Hitachi Zosen Inova-Suez-Vianini Lavori che ha presentato la proposta di project financing oggetto di gara europea, racconta tempistiche diverse. Cinquantadue mesi: quattro anni e quattro mesi. I primi sei, iniziati giovedì scorso con l’annuncio della gara, riguardano la ‘predisposizione delle offerte’, la stipula del contratto è prevista al decimo mese (settembre), l’autorizzazione dei 3 impianti a ottobre, mentre la loro realizzazione effettiva verrà completata tra i mesi numero 39 e 40, cioè febbraio-marzo 2027.
Poi sarà il tempo dell’esercizio provvisorio, attraverso l’utilizzo dei rifiuti per l’esecuzione delle ‘prove funzionali e prestazionali per il collaudo a caldo’, dalla metà del 43esimo mese fino al 50esimo, arrivando così a gennaio 2028. Infine, l’emissione del certificato di collaudo provvisorio è ‘stellinata’ (in celeste) tra il 51esimo e il 52 mese, quindi tra febbraio e marzo 2028.
Come arriveranno i rifiuti a Santa Palomba? Roma Capitale ha detto di stare lavorando a un trasporto delle quantità su treno fin dentro l’area industriale con l’ultimo tratto percorso dai camion, tranquillizzando così il governatore del Lazio, Francesco Rocca, che tra le criticità (oltre all’eccessivo dimensionamento del termovalorizzatore) aveva segnalato anche il rischio di paralisi della via Ardeatina. Ma leggendo il paragrafo ‘Accessibilità, viabilità interna e flussi’ della relazione tecnica non c’è traccia di trasporto su treno. Si parla invece solo di ‘gomma’, cioè camion.
“Data la taglia di impianto, pari a 600.000 tonnellate/anno di rifiuto indifferenziato, e una media di giorni di conferimento prevista pari a circa 300 giorni/anno, si è stimato un quantitativo giornaliero di rifiuti in ingresso di almeno 2.000 tonnellate- si legge- Si è ipotizzato che le stesse arrivino in impianto con trasporto su gomma con mezzi di varia natura e differente capacità”.
Quanti camion? “In prima analisi, si è valutata una media di conferimento per mezzo pari a circa 20 tonnellate e una tempistica di arrivo costante su due turni di lavoro per un totale di 12 ore, dalle 6 alle 18. Partendo da dette assunzioni, per il solo conferimento dei rifiuti, è previsto un arrivo medio in impianto di circa 9 mezzi ogni ora”.
Nove mezzi l’ora per 12 ore, totale 108 mezzi. Ma quelli che transiteranno dentro e fuori il polo impiantistico saranno di più secondo i proponenti: “Naturalmente, dovendo valutare tutti i flussi in ingresso, saranno da prevedere anche i veicoli per il trasporto di: chemicals per la linea di trattamento fumi e l’impianto di cattura della Co2; reagenti per gli impianti di trattamento scorie; ceneri leggere da avviare a trattamento di inertizzazione presso impianti esterni al sito; metalli e residui recuperati dall’impianto di trattamento delle scorie; rifiuti liquidi e solidi prodotti dal polo impiantistico. Il totale di tutti i mezzi analizzati consente di valutare preliminarmente, considerando una tempistica di accettazione a mezzo pari a circa 10 minuti con entrambe le pese di ingresso attive, una media oraria di mezzi circolanti nel polo impiantistico pari a circa 12 veicoli l’ora”. Totale 144.
S.Me.
Udienza CdS
Adriano Zuccalà: “30 Novembre si è svolta l'udienza in Consiglio di Stato per il ricorso dei comitati contro l'inceneritore di Santa Palomba. I giudici hanno ascoltato gli avvocati e si pronunceranno a dicembre.
I comitati hanno confermato le loro posizioni: l'azione di Gualtieri è inaccettabile, perché va contro i principi di tutela ambientale e della salute della popolazione, va contro le direttive europee sull’economia circolare e l’implementazione della raccolta differenziata, e soprattutto condanna Roma e tutta la Regione Lazio a un trentennio di business sui rifiuti. Inoltre, è stato ribadito che l’impianto entrerà in funzione forse nel 2028, quando i poteri commissariali di Gualtieri saranno già conclusi.
Non possiamo permettere che un commissario ipotechi il nostro futuro e quello dei nostri figli. Continueremo a stare al fianco dei comitati e nelle piazze con i cittadini, a partire da sabato 2 dicembre alle 14.30 davanti al Campidoglio. È ora che il sindaco Gualtieri, che fugge ogni confronto sul tema, ascolti cosa ha da dire la cittadinanza”.
#M5S #NoInceneritore #rifiuti
Confronto serrato tra sindacati ed azienda per evitare il futuro incerto di 216 lavoratori
Mobilità alla Fiorucci
È stato avviato ufficialmente il 27 novembre il processo di mobilità per 216 lavoratori dei salumifici Fiorucci: 200 sono dello stabilimento romano di Pomezia, mentre 16 dello stabilimento di Parma. Lo scorso agosto l’azienda è passata di proprietà dalla multinazionale messicana Sigma Alimentos a due fondi, il tedesco Navigator Group e l’irlandese White Park Capital.
Il management della società ha comunicato la necessità di ristrutturare ai sindacati solo quattro giorni prima. «Il piano - si legge in una nota dell’azienda - prevede una serie di azioni mirate alla crescita di Fiorucci sia nel mercato italiano che in quello internazionale, con particolare attenzione a Paesi chiave come Germania, Austria, Francia e Regno Unito. L’obiettivo è un aumento del 20% del fatturato e soprattutto il ritorno alla media di redditività del settore».
I sindacati però contestano fermamente questa decisione, definendola «macelleria sociale», e hanno iniziato a mobilitarsi. Lunedì 27 novembre, presso lo stabilimento di Pomezia, sono state organizzate assemblee e manifestazioni.
“L’azienda - si legge in una nota congiunta di Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil - ha presentato in modo incompleto le azioni pianificate per rilanciare la produzione e aumentare la quota di mercato di Fiorucci in Italia e all’estero, con l’obiettivo di invertire una tendenza negativa che dura da oltre un decennio”.
I sindacati hanno richiesto un incontro urgente, entro il primo dicembre, esprimendo preoccupazione, contestando le cifre del piano di rilancio, che l’azienda ha stimato solamente attraverso i licenziamenti.
“Le azioni intraprese - ha dichiarato Claudio Rustioni, amministratore delegato di Fiorucci Spa - mirano a garantire la continuità della storia del gruppo, a preservare gli stabilimenti in Italia e a mantenere il loro contributo nel territorio di riferimento. Le azioni che abbiamo previsto sono essenziali e non possono più essere procrastinate se vogliamo salvaguardare il futuro dell’azienda. Grazie ai nuovi finanziamenti, al momento l’azienda non ha debiti e ha sufficiente liquidità per garantire continuità operativa e pagamenti. Ci concentreremo sull’automazione e sulla modernizzazione degli impianti, sull’acquisizione di distributori e catene di vendita al dettaglio nel Nord Italia e all’estero, oltre alla sicurezza sul lavoro e all’igiene per tutelare sia i nostri dipendenti che i clienti finali”.
Randagi sul territorio
Comune di Pomezia: le associazioni animaliste chiedono un tavolo d’incontro per la gestione dei randagi sul territorio
#Pomezia
- Fondi destinati al canile sanitario dirottati per altre opere pubbliche;
- Incontro tra il Sindaco di Pomezia e i rappresentanti di Enpa che non ha mai operato nel territorio:
- Messe da parte le associazioni animaliste locali in convenzione con il Comune che si sono sempre occupate gratuitamente dei randagi e delle loro adozioni.
L’incontro di alcuni rappresentanti dell’Ente Nazionale Protezione Animali-Enpa e il Sindaco di Pomezia che si è svolto lo scorso 13 novembre 2023 ha lasciato perplesse le associazioni animaliste di volontariato locali che per anni hanno provveduto a tutelare i randagi del territorio.
Secondo quanto pubblicato sul sito istituzionale del Comune di Pomezia, durante la riunione sono state affrontate le tematiche relative al canile sanitario e le problematiche riguardanti gli animali del territorio.
“Rincresce apprendere che l’amministrazione non abbia coinvolto le associazioni già operanti a Pomezia, in convenzione con il Comune e che, come l’associazione ‘Attivisti per i diritti degli animali’, si sono prodigate, negli ultimi anni nel recupero dei randagi, gestendoli all’interno di canili, provvedendo in un anno a ben 5oo adozioni e prestando la propria opera gratuitamente, senza pretendere nulla”, commenta Gabriella Caramanica, Segretario Nazionale Rivoluzione Ecologista Animalista-REA.
Le associazioni volontarie di Pomezia sono state messe da parte e non sono state invitate all’incontro. Al contrario, il Comune ha preferito rivolgersi all’Enpa, che non è mai stata presente sul territorio. Tra l’altro, è utile ricordare come parte dei fondi della ristrutturazione del canile sanitario di Pomezia siano stati destinati ad altre opere pubbliche, laddove le associazioni per anni hanno dovuto gestire gli animali, portandoli e seguendoli nei canili come Vallegrande, gestendone le adozioni. Questa potrebbe essere la dimostrazione di come alcune decisioni siano semplicemente politiche e che il benessere e la tutela degli animali passino in secondo piano. Sarebbe giusto da parte del Comune un riconoscimento doveroso, invitando ad una tavola rotonda le associazioni di volontariato locali qualificate che potrebbero operare nel Canile Sanitario. Associazioni che hanno dimostrato di aver lavorato seriamente, contando fino ad oggi, unicamente sulle proprie forze per tutelare il benessere dei randagi e che per di più hanno contribuito ad alleggerire le casse comunali con le adozioni.
Rivoluzione Ecologista
Animalista