SIMPOSIO
A - RIVEDERCI
Così ci eravamo lasciati, dopo i primi due anni di incontri al Simposio, tra esperimenti e prime timide conoscenze.
Eravamo in pochi, ma fiduciosi che dopo l’estate ci saremmo ritrovati per continuare l’avventura da poco iniziata.
Ora siamo in molti e, dopo vent'anni di Liberi Incontri, ad ottobre riprenderà il nuovo Simposio, trasformato insieme a Silvia e Alessandro, tra vecchi e nuovi amici.
Giuliana
Lettera aperta a tutti gli amici del Simposio
di Ettore Malosso
Col prossimo incontro si sospende l’attività del Simposio, che penso potrà essere ripresa all’inizio di ottobre.
A conclusione dei due incontri su la Filosofia della storia e il breve dibattito che ne è seguito mi è parso di non essere stato sufficientemente chiaro.
Non erano considerazioni su ciò che è oggi la realtà palese che mi ero proposto di promuovere, ma la ricerca di idee nuove per le quali penso che i tempi siano maturi, altrimenti aspetteremo sempre e, mentre aspettiamo, qualche cosa che probabilmente sarà inevitabile ci cadrà addosso, evento che noi stessi ci siamo costruiti sulla via dell’irrazionalità più evidente.
Penso sia arrivato il tempo di mettere a riposo le vecchie stantie ideologie del passato, che tutti noi abbiamo alimentato (e con tutti noi intendo dire tutti coloro che sono sopra i 40/50 anni di età). Le idee nuove vanno cercate proprio per i giovani che oggi non hanno precisi punti di riferimento su cui fare affidamento e sui quali solo loro, le nuove generazioni potranno costruire eventi storici più favorevoli, cercando di evitare di ricadere in principi di uguaglianza impossibile nella diversità di opinioni promosse dalla Ragione non certo uguale in ognuno di noi.
Ma che ci possiamo fare? E nella domanda già si sente odore di rinuncia. Invece, molto possiamo fare: è sufficiente invitare tutti coloro con i quali parliamo di certi argomenti a ragionare, ad usare la propria ragione partendo da un quanto più sincero possibile esame di coscienza. Se il male, si dice, si moltiplica molto più facilmente del bene, questo invito si può diffondere con altrettanta facilità con un “passa parola”. È mia convinzione che i frutti non tarderanno e in questa maturazione ci sentiremo parte attiva e non di inerte attesa.
I mezzi oggi ci sono e gli uomini di buona volontà non mancano: Tutti sono in grado di pensare con la propria testa, senza l’inevitabilità del passato di subire passivamente la guida di chi ha interessi sfacciatamente di parte.
Il voler apparire migliori di quello che in coscienza ci rendiamo conto di essere viene, nella sommatoria degli effetti, a gravare pesantemente come fatica di voler mantenere per noi stessi e per gli altri tale posizione che, oltretutto, o prima o poi, si dimostrerà falsa e indebitamente ottenuta. Le cadute sono come si sa molto dolorose. Vale il ricordo del vecchio ma sempre valido proverbio chi troppo in alto sal cade sovente precipitevolissimevolmente (era anche uno scioglilingua per noi ragazzi). Questioni di autodifesa? Solo se ci troviamo fra incapaci, questa autodifesa può servire e durare.
Il Sapere Assoluto di Hegel può aiutarci: autoconsapevolezza in sé significa aver coscienza dei propri limiti; autoconsapevolezza per sé significa vedere sinceramente se stesso e le proprie capacità nei confronti di quelle degli altri. Il Sapere Assoluto è conseguibile perciò a qualsiasi livello: basta guardare alla realtà concreta e non a quella apparente che, prima o poi, si dimostra quella che è.
Nella convinzione di non essermi espresso chiaramente, permettetemi di tentare con alcuni esempi:
- Sono uno spazzino comunale e da un sincero esame su me stesso posso capire che questo tipo di lavoro è quello ch’io posso fare bene. Ne potrò trarre le migliori soddisfazioni solo se lo saprò fare nel migliore dei modi: veder le strade pulite e constatare come il mio prossimo si muova in esse con evidente maggior piacere di chi frequenta strade nella sporcizia di rifiuti d’ogni genere, non può che farmi felice. Per quanto riguarda il mio compenso in denaro, devo pretendere quello che spetta alla mia categoria. Guardare con invidia coloro che usufruiscono di compensi maggiori è solo motivo di scontento.
- Sono un operaio o un dirigente d’azienda: le considerazioni sopra espresse non sono affatto diverse. Vale sempre l’autoconsapevolezza in sé e per sé.
Ciò non toglie ch’io non possa migliorare la mia situazione: dipende dalla possibilità di scelta che dipende a sua volta solo dalla mia capacità e volontà di miglioramento.
La scala sociale è una scala di valori che nessuna persona ragionevole può negare.
Ne consegue il giusto compenso. E qui si impone proprio il dovere di tutti affinché lo scopo possa essere conseguito. Sono necessarie regole adeguate e c’è disparità di vedute e relative opinioni: tenerle tutte presenti ed attuabili è impossibile. Anche qui si impone una scelta.
Un sistema bipolare è, a mio avviso, quello che meglio può soddisfare il desiderio della maggioranza degli uomini. Questo bipolarismo lo vedo, nell’epoca in cui ora viviamo, in due vie da seguire in base all’espressione di voto di ogni singola persona:
quelle che si presentano più consone alle aspettative nei programmi di due forze politiche, entrambi appoggiate alla Ragione che è in tutti noi, sia pure in misura diversa:
- Una Social Democrazia Internazionale (non solo europea, ma intercontinentale);
- Una Liberal Democrazia Internazionale (come sopra).
È abbastanza chiaro che ciò non sia conseguibile in breve tempo, ma è necessario incominciare: questo è l’impegno primo, per me, di ognuno di noi: uomo, donna, genitori, insegnanti, uomini e donne di cultura, laici e religiosi, aspiranti o meno alle varie cariche dello Stato, cioè di chi svolge compiti di guida.
Questo è ciò che dobbiamo con priorità assoluta ai nuovi venuti in questo nostro meraviglioso mondo. La conquista ottenuta col sacrificio di fare il proprio dovere, in ogni età, è sempre la più gradita, quella che maggiormente ci offre la gioia di vivere.
Spero di non essere stato motivo di noia, ma di essere stato più chiaro, e con questa speranza, Giuliana ed io, auguriamo a tutti buone vacanze.
2 giugno 2006
I RACCONTI DAL FARO
IL GRANDE GORGO E LA
LEGGENDA MALIZIOSA
LA FORZA DEL MARE
Lontano dall’essere il frutto della infinita fantasia degli scrittori, il “gorgo marino” citato da Edgar A. Poe (in “Una discesa nel malstrøm”), da Jules Verne (in “Ventimila leghe sotto i mari”), da Herman Melville(in “Moby Dick”) è un fenomeno naturale che esiste realmente. Angosciante a vedersi, è causato dalle maree. Dalla marea, che entra con violenza in passaggi di mare molto stretti senza poi fluire avanti agevolmente e che crea nell’acqua un grande vortice che risucchia dalla superficie quanto si avvicina al suo bordo (la dinamica è la stessa, al contrario, del tornado nell’atmosfera terrestre in prossimità del suolo e del vorace buco nero nello spazio profondo). Il fenomeno comunemente è indicato con il termine norvegese malstrøm (“corrente che macina”). In Norvegia, infatti, ne troviamo due esempi famosi al di sopra del Circolo Polare Artico: uno nelle Isole Lofoten (dove una violentissima corrente di marea si manifesta quattro volte al giorno, creando un vortice di sessanta metri di diametro), e l’altro sul continente vicino alla città rivierasca di Bodø, nella Contea di Nordland.
Sebbene la forza del malstrøm sia stata esageratamente amplificata, rimane comunque pericolosa per le imbarcazioni da pesca, tanto che gli equipaggi sono sempre dotati di una precisa tabella oraria della formazione del fenomeno, se debbono navigarvi nei pressi.
Ma i gorghi norvegesi non sono i soli in Europa. Un altro importante si forma nello Stretto di Corryvreckan, un angusto braccio di mare nel Nord Atlantico, che si trova tra le scozzesi isole Jura e Scarba, nell’Arcipelago delle isole Ebridi Interne.
IL GORGO SCOZZESE
Lo Stretto di Corryvreckan misura poco più di un chilometro di larghezza nel punto più vicino delle due sponde, ed è lungo circa un chilometro e mezzo. La corrente di marea che vi si concentra è tale da rendere il canale sconsigliabile alla navigazione, secondo la Royal Navy. Oltre alle correnti che possono superare gli 8 nodi/ora (circa 15 km/ora), vi si formano vortici e onde stazionarie alte fino a 9 metri, il cui ruggito a volte - si dice - può essere udito a 10 miglia di distanza.
La turbolenza delle acque è dovuta in gran parte dalla presenza sul fondo di un pilastro di basalto (chiamato “La Vecchia Strega”, “The OldHag”) che si eleva al centro del profondo Stretto sino a 29 metri dalla superficie.
Una società scozzese ha condotto un esperimento. Ha gettato nei gorghi del Corryvreckan un manichino equipaggiato con un giubbotto di salvataggio e un profondimetro. Il manichino, dopo essere stato risucchiato dalle acque, è stato ritrovato molto più a valle. La sua sonda indicava che era stato trascinato a 262 metri di profondità, e poi lungo il fondale.