Conte non si rassegna ad un destino che la logica e la storia non può che riservargli
Aiutateci, aiutateci
“Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. E’ l’art 67 che lo sancisce. E’ il timore di un ritorno alla dittatura che induce i Padri della Costituzione a puntare sulla libertà dell’individuo parlamentare piuttosto che sulla forza dell’ideologia, delle limitazioni e dei vincoli dei partiti. Ma la Costituzione Italiana, che non è la più bella del mondo come si sente spesso dire, è diventata vecchia ed ha bisogno di un tagliando generale per adeguarla ai tempi in modo organico e non con deturpazioni estemporanee e dannose come quella della riduzione del numero dei parlamentari o della modifica del titolo V, che tanti guai sta generando in tempo di pandemia. Quella improvvida decisione ha, ormai da tempo, trasformato il nostro Parlamento nel mercato delle vacche, un mercato in cui si comprano e si vendono senatori e deputati che passano da un partito all’altro per esclusiva convenienza personale. Se poi consideriamo il grosso numero di “newcomer” della politica, fatto da incompetenti senza reddito e senza prospettive professionali, che occupano gli scranni delle assemblee legislative, non è difficile comprendere quali siano i profondi e nobili intenti di molti dei nostri rappresentanti del popolo e quali sia il livello delle loro decisioni politiche. Lo spettacolo indecente è sotto gli occhi di tutti; come è sotto gli occhi di tutti che, coloro che sono stati votati per “aprire la scatola di sardine”, vi si sono rintanati e, pur di non uscirne e tornare ad una grigia normalità esistenziale, hanno rinnegato tutti, ma proprio tutti, i principi per cui molti Italiani li avevano mandati in Parlamento. La norma dell’assenza di vincolo di mandato fu concepita da colossi della Politica e fu applicata, pur nell’ambito di alchimie anche codificate, da giganti delle Politica che i cittadini avevano eletti con accesissime competizioni elettorali e che hanno ricostruito il Paese. Ora quella stessa norma serve per tenere in vita un meccanismo parlamentare fatto, in gran parte, da nanerottoli della politica, alcuni dei quali, come il Presidente del Consiglio Conte, è stato creato nel laboratorio del compromesso, ma nessun cittadino lo ha mai votato. Ma la Costituzione lo permette! Certo ma se la Carta Fondamentale è in contrasto col sentimento comune, non è il sentimento comunque che può essere considerato sbagliato ma è la Carta Fondamentale che si deve adeguare ai tempi che cambiano. E’ nel nome della sopravvivenza e del dettato costituzionale che il nostro Parlamento ha dato vita a due Governi mescolando diavolo ed acquasanta mentre, nonostante il dettato costituzionale, la logica umana sancisce, senza possibilità di smentita, che il Demonio non può costruire insieme a Nostro Signore. Non è bastato farlo due volte, non è bastato aver prodotto due governi, il secondo ancor peggio del primo, ma ambedue senza una visione e senza un progetto globale di Paese. Non si riesce a comprendere che solo la logica paga. Invece a pagare è il sistema socio-economico del nostro Paese gestito con capacità che nessuno avrebbe dovuto, sin dall’inizio, ritenere eccellenti, perchè eccellenti non erano le personalità a cui il metodo democratico e il dettato costituzionale, elementi da cui non si può comunque prescindere, avevano affidato la responsabilità di decidere. Lo scenario è anche ulteriormente degradato nel tempo fino a costringere un Presidente del Consiglio a rivolgersi al Parlamento al grido “aiutateci!”: un grido rivolto ancora a Diavoli e seguaci di Cristo per continuare a tenere in piedi il governo peggiore degli ultimi decenni che si trova a dover gestire la situazione socio-economica più difficile dal dopoguerra. Ma come fa e come può un personaggio politico come il Capo del Governo rivolgersi “A tutti coloro che hanno a cuore il destino dell’Italia, chiedo: aiutateci. Aiutateci a ripartire con la massima celerità. Aiutateci a rimarginare al più presto la ferita che la crisi in atto ha prodotto nel ‘patto di fiducia’ instaurato con i cittadini”. Come si fa a richiedere “a liberali, popolari e socialisti un appoggio limpido, Per farsi costruttori per un nuovo patto di legislatura” e per rimediare “al grave gesto di irresponsabilità che ci ha precipitato in questa grave crisi, che non aveva alcun plausibile fondamento”. Mentre consumatissimi figuri della tanto deprecata ma molto utilizzata vecchia politica e che sono del tutto al di fuori del Senato dove il Governo è in minoranza, stanno lavorando nell’ombra per raccattare, nel nome del “tengo famiglia”, qualche “costruttore, volenteroso”, epiteti nuovi dei vecchi “traditori, voltagabbana”, che sia disponibile in cambio di qualcosa, a puntellare un governo che non sarebbe mai dovuto nascere.
Nel momento più difficile della nostra storia recente gli strumenti democratici del nostro Paese permettono che a fronteggiarlo continui ad essere un governo precario che ha fatto poco e male. Abbiamo assistito, nella storia recente ed abbiamo letto, in quella passata, di altre richieste di aiuto da parte del Governo del Paese, ma mai nessuna era rivolta a parlamentari liberali, popolari e socialisti a lasciare idealità del tutto contrastanti fra loro, per aggregarsi ad un contesto del tutto privo di idealità. Nella errata convinzione che si possa governare un Paese senza idealità, senza una visione, senza un progetto di società e con il dilettantismo con cui si sta governando l’Italia. Ad essere aiutati e da una politica autorevole fatta da persone capaci, dovrebbero essere i milioni di cittadini che stanno vivendo vere e proprie crisi esistenziali ai quali, innanzi tutto, dovrebbe essere restituito in diritto di decidere se il loro destino debba essere scritto da personalità come quella di Conte, Di Maio, Bonafede, Azzolina organizzati da personaggi come Mastella, Tabacci e Nencini e sostenuti dai Ciampolillo di oggi che sono uguali agli Scilipoti di ieri.
Sergio Franchi