Il professor Carmine Franco è diventato un punto di riferimento di queste patologie
Chirurgia vertebrale al S. Anna
La chirurgia vertebrale del S. Anna si conferma ormai come una realtà importante ed un punto di riferimento sul territorio, ma che richiama sempre di più pazienti provenienti ormai da tutte le parti. Ne parliamo con il professor Carmine Franco, specialista in Neurochirurgia, molto conosciuto sul territorio, esperto di colonna con all’attivo oltre 5000 interventi di cui oltre 4200 come primo operatore, casistica che ne fanno uno dei neurochirurghi più importanti in ambito nazionale.
Nel suo curriculum vanta importanti incarichi dirigenziali quali Primario dell’Unità Operativa di Neurochirurgia dell’Ospedale S. Maria Goretti di Latina dal 2015 al 2018, Direttore dell’Unità Operativa di Neurochirurgia Vertebrospinale dell’Ospedale S. Maria Goretti di Latina dal 2010 al 2018, inoltre da diversi anni è Docente di Neurochirurgia nel Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche dell’Università La Sapienza Polo Pontino di Latina.
- Professor Franco ci siamo lasciati nel 2019 con 100 interventi eseguiti a Pomezia nel 2020 i numeri sono ancora più importanti.
“Vero nel 2019 abbiamo eseguito circa 100 interventi, quest’anno l’obiettivo della struttura e della proprietà era quello di superare questo numero. Nei primi due mesi l’andamento andava in quella direzione, poi purtroppo come tutti sappiamo c’è stata l’emergenza legata al coronavirus che ha bloccato l’attività per circa due mesi non solo da noi, ma un pò in tutte le strutture, abbiamo ripreso da maggio gli interventi ancora non a pieno regime e con le difficoltà che purtroppo questa emergenza ancora provoca, però stiamo applicando tutti i protocolli necessari per lavorare in sicurezza sia noi e sia il paziente che deve essere sottoposto ad intervento”.
- Finora sono stati eseguiti 50 interventi, se non vi saranno più intoppi supererete il numero eseguito nel 2019.
“Speriamo per tutti che si possa ritornare alla normalità senza più interruzioni, anche perché i malati affetti da patologie della colonna sono tanti, e molti purtroppo sono in condizioni delicate, estremamente sofferenti che non possono aspettare a lungo di essere operati”.
- Scusi professor Franco lei che viene da realtà più grosse ospedaliere quali sono le difficoltà che ha incontrato.
“I pazienti vengono ricoverati nel reparto di Ortopedia di cui adesso svolge le funzioni di Primario il dottor Massimo Albini con il quale c’è un rapporto di massima collaborazione, chiaramente sono interventi complessi di cui la struttura era carente, però grazie al dottor De Santis responsabile del servizio di anestesia e al caposala della sala operatoria Luigi Lamberti gli interventi vengono organizzati ed eseguiti nel migliore dei modi, inoltre gli infermieri che inizialmente vivevano con un po di ansia questi interventi adesso hanno acquisito le tecniche e la professionalità e strumentano in maniera esemplare riuscendo ad eseguire in un’unica seduta operatoria anche quattro interventi”.
- Che tipo di interventi vengono eseguiti.
“Gli interventi che vengono eseguiti variano dalle ernie alle stenosi del canale, alle spondilolistesi, fratture o anche patologie degenerative della colonna. La tecnica applicata è sia open che mininvasiva. Gli interventi finora eseguiti sono pienamente riusciti con piena soddisfazione dei pazienti, pensi che in due anni che ormai opero al S. Anna non c’è mai stata una sola richiesta di risarcimento, questo aspetto è molto importante”.
- Sappiamo che lei ormai è un punto di riferimento per il Gruppo Giomi, operando anche all’Icot di Latina.
“A questo proposito permettetemi di ringraziare il Presidente della Giomi il dottor Emmanuel Miraglia e il dottor Massimo Miraglia per aver creduto nel sottoscritto, infatti da quando ho lasciato l’Ospedale di Latina sono stato accolto ed ho iniziato questa collaborazione con questo grande e importante Gruppo, dividendomi fra Icot e S. Anna e che ha portato a numeri importanti sia all’Icot dove finora in due anni ho eseguito circa 600 interventi, mentre al S. Anna ne ho eseguiti circa 200”.
- Professor Franco quali sono i suoi obiettivi al S. Anna.
“Intanto spero che l’arrivo del sottoscritto contribuisca a valorizzare il S. Anna, il primo a credere in questo, me lo lasci dir,e è stato il direttore sanitario dottor Rosario Sciuto che ringrazio pubblicamente perchè fu lui che mi chiamò appena lasciato l’Ospedale, va ricordato comunque che al S. Anna vi sono altre branche chirurgiche oltre alla Chirurgia Vertebrale con medici di altrettanto valore quali il dottor Zeno primario della Chirurgia, il dottor Lesnoni responsabile dell’oculistica o ortopedici come il dottor Albini e il dottor Leoni che sono ormai qui da molti anni e che lavorano con professionalità e competenza. La Chirurgia Vertebrale mi auguro possa diventare un fiore all’occhiello per un territorio estremamente vasto come quello in cui si trova il S. Anna, ormai i pazienti che si rivolgono al sottoscritto provengono da Ardea, Pomezia, Torvaianica e numerosi sono anche quelli che provengono da Roma o dalle zone di Anzio e Nettuno”.
- Che rapporti ha con i medici del territorio.
“Guardi in ambulatorio ormai sono sempre più numerosi i pazienti che vengono inviati dai medici di base, segno che ormai vedono nel S. Anna un punto di riferimento senza dover mandare questi pazienti in altre strutture come quelle romane o a Latina come avveniva finora, inoltre anche professionisti come fisioterapisti o osteopati inviano pazienti al sottoscritto, a questo proposito con alcuni ho instaurato un maggiore rapporto di collaborazione come Simone De Santis osteopata e Maurizio Maniscalco fisioterapista in quella che deve essere una sinergia vincente fra Chirurgia Vertebrale e Osteopatia-Fisioterapia nel quale ho sempre creduto”.
T.S.
Renzo Coppini chiede gli interventi promessi
Dramma nei trasporti
La tanto attesa fase 2 iniziata lo scorso 4 maggio è ancora carica di dubbi e incertezze. La serie di nuove regole comportamentali, e non solo, da dover seguire onde evitare il contagio del virus sta mettendo a dura prova alcuni settori, come quello dei trasporti, già notevolmente provati durante il lockdown. Le lunghe code per accedere alle stazioni della metro di Roma, come a Ponte Mammolo e alle banchine degli autobus sono solo alcuni dei tanti luoghi dove molto spesso non viene rispettata la distanza prevista di un metro.
“La fase 2 porta con sé il graduale aumento del servizio da erogare all’utenza e il vincolo del 50% della possibilità di capienza dei mezzi, come da ordinanza regionale, impone alle aziende di segnalare con appositi adesivi i sedili utilizzabili – ci spiega il Segretario Slm-Fast Confsal Lazio Renzo Coppini – e di definire i flussi e il contingentamento nelle stazioni di treni e metropolitane. Per fare tutte queste operazioni è necessario un numero di persone che oggi le aziende non hanno, tant’è che in molte stazioni o linee il famoso distanziamento sociale è soltanto un miraggio».
Il servizio ATAC oggi viene svolto con 1300/1400 uscite bus a fronte delle 1700 regolari e va peggio sui binari.
“Nelle ferrovie concesse la grave carenza di materiale rotabile si ripercuote di fatto sull’utenza – prosegue Coppini – se pensiamo che nella tratta extraurbana della Roma/Viterbo c’è un solo treno che effettua 8 corse giornaliere, in pratica un treno ogni 4 ore, scandaloso solo pensare di chiamarlo servizio di TPL, per quei pendolari che pagano l’abbonamento come per chi viaggia sulla tratta urbana, dove forse è stato dirottato qualche treno”.
Per sopperire a questa difficoltà servono immediatamente quegli interventi promessi, che dovrà gestire Astral, ma che non sono stati ancora forniti. Nel frattempo, se ATAC e Cotral non riuscissero a garantire il servizio con il proprio personale e i propri mezzi, considerato il massiccio ricorso alla cassa integrazione da parte delle aziende, è necessario mettere a disposizione ulteriori risorse, anche, se necessario, con il supporto di società private.
Per riuscire a fornire un servizio efficiente e in sicurezza, come disposto dai Dpcm e dalle varie ordinanze, è necessaria una progettualità ed una sinergia tra vettori.
“La tutela dei passeggeri e del personale passa necessariamente per una corretta programmazione da mettere in campo – conclude Coppini – con una cabina di regia unica, snella e competente”.
SLM Fast Confsal Lazio
Pomezia Aiuta
Ancora l’Associazione Pomezia Aiuta in questo periodo di pandemia si mette in risalto per azioni di solidarietà.
Questa volta Pomezia Aiuta, con il protocollo d’intesa con MCL (Movimento Cristiani Lavoratori), ha coinvolto in una azione di solidarietà, la ditta Cr Cleaning srl di via Motomeccanica in Pomezia di Danilo Corigliano. Infatti grazie alla disponibilità del responsabile dell’azienda Andrea Di Lorenzo è stata svolta gratuitamente la sanificazione e disinfezione di tutti i locali Caritas della parrocchia San Bonifacio di Pomezia, compreso l’ufficio del parroco e la palestra.
T.S.