Necessario lo sfalcio delle erbe infestanti al Selva dei Pini
Pericolo incendi
- Al Sig. Sindaco
Adriano Zuccalà
- Al Sig. Assessore all’Ambiente Giovanni Mattias
Comune di Pomezia
protocollo@pec.comune.pomezia.rm.it
OGGETTO:
Sfalcio delle erbe infestanti nella Selva dei Pini. Pericolo incendi.
Egregio Signor Sindaco ed Assessore,
ci perviene una segnalazione verificata che presso il complesso Selva dei Pini si è proceduto allo sfalcio delle erbe infestanti, non a raso suolo, delle quali poi non si è provveduto alla raccolta e smaltimento. Tali erbe, rimaste in loco e non tagliate sufficientemente corte, costituiscono un tappeto che purtroppo, come è noto, favorisce l’insorgere di possibili incendi accidentali. Trattandosi di zone limitrofe alla Riserva della Sughereta, ci sentiamo di esprimere la nostra preoccupazione in ordine ai pericoli a cui questa potrebbe incorrere. Per quanto sopra, chiediamo alle SS.LL. di intervenire con la massima urgenza attuando provvedimenti per un taglio ed una raccolta accurata degli sfalci allo scopo di prevenire i pericoli sopra citati. Si allegano alla presente n. 2 fotografie scattate in data odierna. Confidando in un positivo riscontro alla presente, si porgono i più cordiali saluti.
Il Presidente
Giampiero Castriciano
Rapina automobilistica
Aveva approfittato di un attimo di distrazione di un automobilista intento a fare benzina alle colonnine self service di un distributore lungo la SR 148 “Pontina” per derubarlo di un cellulare che custodiva nell’abitacolo.
Il ladro, suo malgrado, è stato scoperto dalla vittima – un romano di 47 anni – con cui ha ingaggiato una colluttazione durata pochi istanti, perché appena è riuscito a divincolarsi, è fuggito col malloppo all’interno del vicino campo nomadi.
L’automobilista derubato, notata da lontano una pattuglia di Carabinieri della Stazione Roma Tor dé Cenci che stava transitando lungo la strada, ha iniziato a sbracciare richiamando la loro attenzione.
Raccolta la descrizione dei fatti accaduti poco prima, i Carabinieri hanno fatto scattare una battuta di ricerche all’interno dell’insediamento dove, pochi minuti dopo, hanno scovato il ladro – un ragazzo di 36 anni, di nazionalità bosniaca e con precedenti, domiciliato nel campo nomadi - ancora in possesso del telefono cellulare.
La refurtiva è stata recuperata e restituita al proprietario, mentre il 36enne è stato arrestato con l’accusa di rapina e trattenuto in caserma, in attesa del rito direttissimo.
Sala Stampa - Comando
Provinciale Carabinieri Roma
Le informazioni utili fornite dal CAF-Patronato di Cinzia Mazzuoli di Pomezia
Reddito di emergenza
Il Reddito emergenza REM è una nuova forma di sostegno al reddito per aiutare i cittadini più in difficoltà che non accedono ad altri aiuti, quali il bonus 600 euro o il Reddito di cittadinanza. Si tratta di un contributo economico, di importo compreso tra 400 e 800 euro al mese, variabile in base alla composizione del nucleo familiare. Possono richiederlo, ad esempio, disoccupati e lavoratori in nero. La misura rientra nel pacchetto di ammortizzatori sociali e di misure per il lavoro che fa parte del decreto maggio 2020, definito dl Rilancio, contenente tutti gli interventi previsti per la cosiddetta fase 2 del piano messo in campo dal Governo italiano per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da covid-19.
Ma ecco che grazie al CAF – Patronato Cinzia Mazzuoli convenzionato con il comune di Pomezia con sede in via Ovidio 74 tel. 0688654197 diamo una spiegazione dettagliata di come potervi accedere:
REQUISITI
I requisiti per l’accesso al beneficio sono identificati dall’articolo 82 commi 2,3 e 6 del decreto legge n. 34 del 19 maggio.
Il REM è riconosciuto ai nuclei familiari in possesso congiuntamente dei seguenti requisiti:
residenza in Italia al momento della domanda, verificata con riferimento al solo componente richiedente il beneficio; un valore del reddito familiare, nel mese di aprile 2020, inferiore ad una soglia pari all’ammontare del beneficio; un valore del patrimonio mobiliare familiare con riferimento all’anno 2019 (verificato al 31.12.2019) inferiore a una soglia di euro 10.000, accresciuta di euro 5.000 per ogni componente successivo al primo e fino ad un massimo di euro 20.000; il massimale è incrementato di 5.000 euro in caso di presenza nel nucleo familiare di un componente in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza come definite ai fini dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n. 159;un valore dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), attestato dalla DSU valida al momento di presentazione della domanda, inferiore ad euro 15.000.
Ai fini dell’accesso e della determinazione dell’ammontare del REM:
al momento della presentazione della domanda deve essere presente una Dichiarazione Sostitutiva Unica ai fini ISEE, ordinario o corrente, dove verificare il valore dell’ISEE e la composizione del nucleo familiare. Nel caso di nuclei con minorenni, rileva l’ISEE minorenni in luogo di quello ordinario. Si ricorda che non è valida, ai fini della richiesta del presente beneficio, l’attestazione ISEE riferita al nucleo ristretto.
Il nucleo familiare è definito ai sensi dell’articolo 3 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 159 del 2013 ed è quello attestato nella DSU valida al momento della presentazione della domanda;
il reddito familiare è determinato considerando tutte le componenti di cui all’articolo 4, comma 2, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 159 del 2013 ed è riferito alla mensilità di aprile 2020, secondo il principio di cassa; il patrimonio mobiliare è definito ai sensi dell’articolo 5, comma 4, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 159 del 2013.
I requisiti di cui alle lettere a) b) c) devono essere autocertificati nel modulo di presentazione della domanda e saranno oggetto di verifiche ai sensi dell’articolo 71 del D.P.R. n. 445 del 2000. La non veridicità del contenuto delle dichiarazioni comporta la revoca dal beneficio, ferme restando la restituzione di quanto indebitamente percepito e le sanzioni previste dalla legislazione vigente.
Il requisito di cui alla lettera d), invece, viene verificato dall’INPS nella DSU valida al momento della presentazione della domanda.
In particolare, per la verifica della sussistenza del requisito sub lettera b) del comma 2 dell’articolo 82, il valore del reddito familiare del mese di aprile 2020, da non superare per il diritto al beneficio, è determinato dal prodotto di euro 400 per il valore della scala di equivalenza, pari ad 1 per il primo componente del nucleo familiare ed incrementato di 0,4 per ogni ulteriore componente di età maggiore di 18 anni e di 0,2, per ogni ulteriore componente minorenne, fino ad un massimo di 2, ovvero fino ad un massimo di 2,1 nel caso in cui nel nucleo familiare siano presenti componenti in condizioni di disabilità grave o non autosufficienza come definite ai fini ISEE.
Di seguito alcuni esempi di calcolo del valore massimo di reddito familiare compatibile con il REM: Composizione nucleo Scala di equivalenza Soglia del reddito familiare ad aprile 2020
Un adulto 1 400 euro; Due adulti 1.4 560 euro; Due adulti e un minorenne 1.6 640 euro; Due adulti e due minorenni 1.8 720 euro; Tre adulti e due minorenni 2* 800 euro; Tre adulti (di cui un disabile grave) e tre minorenni 2.1** 840 euro; (*) la scala di equivalenza teorica, pari a 2.2, è abbattuta a 2; (**) la scala di equivalenza teorica, pari a 2.4, è abbattuta a 2.1, in presenza di componenti in condizioni di disabilità grave o non autosufficienza come definite ai fini ISEE.
INCOMPATIBILITÀ CON REDDITI E PRESTAZIONI
Il Rem non è compatibile con la presenza, nel nucleo familiare, di componenti che percepiscono o hanno percepito una delle indennità di cui agli articoli 27, 28, 29, 30 e 38 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito con modificazioni dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, ovvero di una delle indennità disciplinate in attuazione dell’articolo 44 del medesimo decreto-legge ovvero di una delle indennità di cui agli articoli 84 e 85 del decreto legge n. 34 del 19 maggio 2020.
Si tratta delle indennità per i lavoratori danneggiati dall’emergenza epidemiologica da COVID-19 appartenenti alle seguenti categorie:lavoratori autonomi iscritti alle gestioni INPS; liberi professionisti titolari di partita IVA iscritti alla gestione separata;lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, iscritti alla Gestione separata; lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali; lavoratori dello spettacolo;
lavoratori agricoli; lavoratori dipendenti stagionali appartenenti a settori diversi da quelli del turismo e degli stabilimenti termali; lavoratori intermittenti; lavoratori autonomi, privi di partita IVA, non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie;incaricati alle vendite a domicilio; lavoratori domestici.
Il Rem non è altresì compatibile con la presenza nel nucleo familiare di componenti che siano al momento della domanda in una delle seguenti condizioni:
essere titolari di pensione diretta o indiretta ad eccezione dell’assegno ordinario di invalidità;
essere titolari di un rapporto di lavoro dipendente la cui retribuzione lorda sia superiore alla soglia massima di reddito familiare, individuata in relazione alla composizione del nucleo;
essere percettori di Reddito/Pensione di Cittadinanza, di cui al Capo I del decreto-legge n. 4 del 2019, ovvero delle misure aventi finalità analoghe di cui all’articolo 13, comma 2, del medesimo decreto-legge.
DURATA DEL BENEFICIO
Previa verifica della sussistenza di tutti i requisiti di legge, Il Rem è erogato per due mensilità a decorrere dal mese di presentazione della domanda. Quindi, se la domanda è presentata entro il 31 maggio 2020 saranno erogate le mensilità di maggio e giugno, mentre se è presentata nel corso del mese di giugno 2020 saranno erogate le mensilità di giugno e luglio 2020”.
T.R
Chiesa esclusa
Il 13 febbraio 2020 la Giunta Regionale della Regione Lazio ha adottato la Deliberazione n. 49 avente ad oggetto “Adozione della variante di integrazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale
(PTPR)”. Il P.T.P.R. è un documento molto importante con il quale si tutela il paesaggio regionale di valore, come ad esempio i centri storici delle nostre città, e con questa integrazione si è provveduto anche alla riperimetrazione dei centri storici urbani di numerose città laziali, tra i quali il nucleo di Fondazione di Pomezia. E qui viene il “bello”. Ad Associazione Latium Vetus, infatti, non è sfuggito che il perimetro vincolato del centro urbano di Pomezia è stato ridotto rispetto alla versione del piano adottato nel 2007, andando però ad escludere (per mero errore materiale?) anche il complesso della Chiesa di San Benedetto, unitamente alla casa parrocchiale, pienamente rientranti nel complesso storico monumentale di Fondazione. Associazione Latium Vetus ha inoltrato una nota ufficiale alla Regione Lazio e al Comune di Pomezia contenente l’osservazione con la quale ha segnalato l’errore e ha chiesto la correzione dell’atto con il reinserimento del complesso monumentale all’interno del perimetro vincolato. Infatti, va detto che la Regione Lazio aveva a suo tempo trasmesso l’integrazione a tutti i Comuni della Regione per la pubblicazione di rito sui rispettivi albi pretori, ma a tutt’oggi non si hanno notizie circa la pubblicazione dell’atto sull’albo pretorio del Comune di Pomezia. Seguiranno aggiornamenti.
Associazione Latium Vetus
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