L’artista Ivan Caponecchi protagonista di alcune opere per Canakkale e per il mare
L’arte non va in vacanza
L’Arte non va in vacanza. Durante la stagione estiva l’artista Ivan Caponecchi ha colto al meglio l’ispirazione che da alcuni anni è tornata protagonista della sua ricerca. Per celebrare l’anniversario del gemellaggio tra la città di Pomezia e la città di Çanakkale si è prestato alla realizzazione di un’Opera raffigurante il volto di Enea: l’uomo e il mito si uniscono in un’unica immagine a celebrare l’unione tra due popoli lontani uniti dal fascino di una storia che con il passare del tempo diviene parte integrante del nostro territorio. L’Associazione Tyrrhenum, presente in Turchia con la delegazione di Pomezia, in occasione dell’International Troy Festival, ha consegnato l’Opera direttamente al sindaco della città di Çanakkale. A rappresentare Pomezia anche la direttrice del Museo Archeologico “Lavinium”, a testimonianza di quanto sia fondamentale, per lo sviluppo culturale del nostro territorio, coltivare questo percorso di condivisione.
Il 13, il 14 e il 15 di agosto a Torvaianica si è svolta anche questa stagione la ricorrente Festa dei Pescatori, durante la quale l’artista ha omaggiato il Museo del ‘900 della città di Pomezia di ”Origini”, un’opera raffigurante una famiglia di pescatori intenta nel rimessaggio di una barca sull’arenile. Ispirato da una fotografia presente nell’archivio storico del Museo, Caponecchi ne ha sviluppato un’Opera in ferro e legno, materiali poveri ma profondamente legati alla tradizione marinara.
Tradizione di un territorio come quello di Torvaianica che oltre a viverne ancora oggi la maestria, racconta anche attraverso l’Arte il suo percorso sin dalle sue origini, con lo scopo di tramandarne il ricordo e rafforzarne la trasmissione nel tempo. L’Artista anche quest’anno ha portato con sé un messaggio al quale è molto legato.
La cura e la salvaguardia del litorale di Torvaianica continuano ad ispirare le sue opere, pertanto proprio durante le serate estive dedicate al mare e ai suoi pescatori Caponecchi ha esposto al pubblico “Futura”, un’Opera dell’altezza di 3 metri interamente realizzata in cartone riciclato. L’opera, raffigurante una donna e il Dio Nettuno, è l’espressione di un percorso creativo determinato ad inviare un messaggio ben preciso: vivere, amare e rispettare il nostro mare. Il suo lavoro ci fa comprendere come anche dai più semplici materiali di scarto quotidiani possa nascere qualcosa di nuovo.
Uno sguardo verso un futuro ricco di speranza, con un invito a vivere il nostro territorio, amarne i meravigliosi paesaggi e rispettarne il suo pur incredibile ma fragile equilibrio. Con la fine dell’estate ormai alle porte l’Artista ci conferma la sua intenzione di continuare la sua ricerca sul territorio e di realizzare nuovi lavori, alcuni dei quali già in cantiere ed altri sui quali sta proseguendo la progettazione. Opere ispirate da e per il territorio, naturalmente, come lo stesso Artista ci conferma, con qualche sorpresa, perché “…Alcune volte nascono così, all’improvviso… un attimo e sembrano quasi sussurrarti… Mi vedi?
Una nostra Venere di marmo oggi al British Museum
Una grande bellezza
Vi voglio raccontare la storia di una nostra bellissima concittadina che un principe inglese decise di portare a Londra.
Non è una favola, ma la storia di una bellissima Venere di marmo “Una grande bellezza”.
Nella primavera del 1794 furono effettuati scavi nella zona di Torvaianica, dall’archeologo irlandese Robert Fargan per conto del principe Augusto Federico di Hannover duca di Sussex, figlio del re di Inghilterra Giorgio III di Hannover, e furono ritrovate diverse statue tra cui una statua in marmo raffigurante Venere (del tipo Venere Capitolina) della prima metà del II secolo d.C. da cui sarebbe originato poi il toponimo di “Campus Jemini”, ovvero campo di Venere.
La statua era collocata in una grande villa imperiale di proprietà di due senatori romani imparentati con la gens Flavia, vissuti tra il II e III sec d.C., dovrebbe trattarsi della villa di via Siviglia a Torvaianica di cui se ne era poi persa la memoria e riscoperta casualmente nel 2006.
Il principe colpito dalla straordinaria bellezza della Venere dopo il restauro ottenne nel 1800 da Papa Pio VII l’autorizzazione a portarla in Inghilterra. La Venere fu poi donata al prestigioso British Museum di Londra dove è tutt’ora.
Quindi se andate a Londra e visitate il British Museum non dimenticate di andare a salutare questa bellissima concittadina, straordinaria ambasciatrice del nostro territorio.
A.S.