Il talentuoso Giovanni Re che è partito da Torvaianica ed è approdato alla Sampdoria
Un campione sempre in trasferta
Giovanni Re è stato un nostro concittadino che giovanissimo ha spiccato il volo verso una grande squadra di calcio del nord, la Sampdoria. Poi, dopo che ha smesso di giocare è stato un apprezzato allenatore ed ora è un osservatore federale delle squadre nazionali. Giovanni Re arrivò con la sua famiglia a Torvaianica che era piccolissimo da Castel San Giovanni (Piacenza) dove era nato il 4 novembre del 1956. A Torvaianica tira i primi calci al pallone in una squadra locale, poi viene notato dalla Romulea dove gioca per due stagioni, poi arriva il salto di qualità, viene acquistato nel 1974 dalla Sampdoria dove milita nelle formazioni giovanili. Nel campionato1976-77 viene inserito nella rosa della prima squadra che affronta la serie A, nel ruolo di ala. A causa di due gravi infortuni non riesce ad esordire in campionato, cosa che accade l’anno successivo, quando però la Sampdoria milita in Serie B.
Coi blucerchiati resta fino al 1979 disputando un campionato da titolare ed uno nel quale per un grave infortunio scende in campo solo 4 volte. Passa quindi al Lecce, dove disputa forse le migliori stagioni della carriera mettendo a segno 9 reti in due stagioni. Nel 1981 passa alla Pistoiese appena retrocessa dalla Serie A, dove totalizza 36 presenze ottenendo la salvezza. Scende quindi in Serie C1 al Modena, con cui nel 1986, dopo una breve parentesi alla Carrarese, ottiene la promozione in B. Resta fra i gialloblu anche nella stagione 1986-1987 realizzando le sue ultime 20 presenze fra i cadetti, quindi chiude la carriera agonistica al Chieti in Serie C2 nella stagione 1987-1988.
Chiude la carriera con 165 presenze e 13 reti in 6 campionati di Serie B, e il rimpianto di avere solo sfiorato, ripetutamente, la massima serie.Terminata la carriera di calciatore diventa a partire dagli anni ‘90 allenatore nelle squadre giovanili della Sampdoria allenando per un breve periodo la prima squadra dopo gli esoneri di Menotti e poi di Spalletti. Attualmente è un osservatore federale per le squadre nazionali giovanili (15-19).
- Che ricordi ha della sua infanzia trascorsa a Torvaianica?
“Torvajanica era una piccola comunità balneare e di pesca, arrivai alla fine degli anni sessanta con la mia famiglia che assieme ai nostri parenti ci trasferimmo per motivi di lavoro in quanto all’epoca il territorio era in grande sviluppo economico. Il tutto era comunque a misura d’uomo ci si conosceva un po’ tutti, ricordo regnava grande rispetto ed educazione e noi giovani ragazzi si cresceva senza pericoli e trasgressioni: la scuola, la parrocchia, la piazzetta, la spiaggia e la casa riempivano le nostre giornate”.
- Come ha fatto un ragazzo partendo dal nostro Comune arrivare giovanissimo in una squadra importante del nord?
“Ho iniziato a giocare per la strada, ma la svolta a Torvajanica avvenne con realizzazione della prima squadra di terza categoria con presidente Lattanzi allenatori Monteduro- Favoccia, di conseguenza, un personaggio storico Gino Raggini pensò di formare una squadra di allievi per partecipare al campionato provinciale con allenatore Perazzolo. L’anno successivo la Romulea serie D mi volle a tutti costi e fui ceduto nonostante i miei genitori non furono d’accordo per la distanza che dovevo percorrere per gli allenamenti e le partite. Poiché non avevano la macchina per accompagnarmi, non volli più andare a scuola, lavoravo al mattino in una torrefazione a Roma. Ricordo le levatacce, la corriera PIGA, la metro, l’autostop ma era talmente grande la voglia di emergere e la passione che nulla mi pesava più di tanto: era un treno che non volevo perdere. L’esordio in prima squadra equivalse ad un interessamento della Sampdoria che mi prese all’età di 17 anni. tanti giovani calciatori commettono l’errore di essere già arrivati ma ignorano di essere solo all’inizio dell’opera pur militando in una squadra giovanile di serie A. Un paio di campionati primavera da protagonista e successivamente in prima squadra con un contratto da professionista”.
- Ha avuto una carriera calcistica piena di infortuni che forse le ha impedito di avere più successo. Ha rimpianti?
“In un momento topico della mia carriera ho subito diversi infortuni che hanno compromesso il mio percorso da calciatore ma mi ritengo un privilegiatoperché ho svolto un lavoro principalmente per passione che mi ha dato la possibilità di conoscere il mondo viaggiando facendomi vivere esperienze indimenticabili Anche dal punto di vista sociale ho avuto la possibilità di evolvermi anche grazie ad una certa serenità economica”.
- Perché è diventato allenatore?
“Sono diventato allenatore grazie ad una promessa che mi fece il grande presidente Paolo Mantovani che quando mi cedette al Lecce mi disse che un giorno sarei tornato alla Sampdoria e cosìfu. Da allenatore iniziai con la squadra allievi e dopo alcuni anni passai alla primavera. Diventai così un uomo della società ricoprendo svariati ruoli e mansioni sempre nel settore giovanile dedicandomi alla crescita e alla costruzione di ragazzi di prospettive”.
- Ora è un osservatore federale, in che consiste questo suo ruolo?
“Attualmente la mia attività di osservatore per le squadre nazionali under 15-16-17-18-19 consiste di seguire tutti i campionati nei week-end e segnalare agli allenatori e al nostro coordinatore e responsabile M. Viscidi tutti i profili idonei per formare le squadre che si andranno a confrontare a livello internazionale con compagini della stessa categoria. In Europa siamo tra i primi nel ranking UEFA ma i nostri giovani pur talentuosi sono poco utilizzati nei campionati maggiori a vantaggio di giocatori stranieri”.
- Lei stabilmente vive a Genova, ha mantenuto i rapporti con Pomezia? Ha dei parenti? Vi frequentate?
“Genova è una città ideale per vivere per il mare, per il clima, le sono riconoscente perché mi ha aiutato a realizzarmi sotto ogni aspetto familiare, lavorativo e sociale. Quando sono arrivato ero solo un ragazzo con grandi ambizioni e belle speranze che sono riuscito non in tutte ma nelle più importanti, a realizzarle. Rimango però legato alle mie origini anche se i miei genitori sono mancati, non ho mai tagliato il cordone ombelicale che mi lega ai miei tanti cugini ed amici: quando ritorno è sempre una occasione per rivederli tutti seduti intorno ad una tavola come succedeva tanto tempo fa in una giornata di festa”.
A.S.
Il giovane velista al mondiale di Sunfish di Torbole
Tifiamo per Balzer
Il giovane velista di Torvajanica Andrea Balzer parteciperà alla 51esima edizione del Campionato Mondiale Sunfish che si terrà dal 4 all’11 settembre a Torbole, sul lago di Garda.
Cresciuto tra le fila della Lega Navale di #Torvajanica, il giovane velista classe 2000 ha già all’attivo numerosi titoli, tra cui il Campionato Europeo juniores vinto nel 2017 e la Coppa Italia della categoria Sunfish, di cui oggi domina il ranking nazionale occupando la prima posizione.
A soli 22 anni, Andrea sarà l’unico rappresentante proveniente dal Lazio a partecipare al Campionato Mondiale, che conta circa 100 atleti provenienti da tutto il mondo.
Il sindaco Adriano Zuccalà, l’Assessore allo Sport Giuseppe Raspa e la Consigliera Comunale Marcella Conte hanno incontrato Andrea portandogli il sostegno dell’Amministrazione e di tutta la Città. #Pomezia tifa per lui!
Chiunque volesse avere ulteriori informazioni sulla competizione e sui risultati di Andrea, può scrivere a: andrea.balzer.andrea@gmail.com
Uff. Stampa comune di Pomezia
Aurora in nazionale
Quest’anno i successi e le emozioni per la Roman Sport City sono un susseguirsi ininterrotto. Ennesima convocazione del 2022 per la nostra Aurora.
Aurora Gastini in coppia con Daniele Ricci (Ponte di Nona) sono stati convocati dal C.T.della Nazionale Italiana a difendere i colori dell’Italia al Campionato Europeo nella specialità Coppie Artistico ad Andorra La Vella (Andorra). Aurora sarà quindi, con tanto orgoglio, la prima atleta Roman a vestire la divisa della Nazionale Italiana
Buona preparazione ragazzi
#CampionatoEuropeo
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