La scomparsa di Ermes Chimenti, da sempre in prima fila per promuovere la cultura
Ricordiamo Ermes
Venerdì 28 giugno 2024 è morto, nell’ospedale romano San Camillo, dove da tempo era ricoverato, Ermes Chimenti. Era nato a Rocca San Casciano (FC) 69 anni fa, ma risiedeva nella nostra città dalla giovinezza, dove ha lavorato nell’ambito della metalmeccanica.Ricercatore storico, in particolare dell’Agro Pontino/Romano» - come egli si definiva -, ha fatto parte dell’Associazione Coloni Fondatori di Pomezia, Associazione fondata dal Colono Pietro Guido Bisesti, operante nel Territorio da oltre 40 anni con lo scopo di valorizzare e promuovere la Cultura e la storia delle genti che tanto hanno sacrificato e dato per la crescita sociale, economica e culturale di questi territori”.
Tra le sue ricerche, gli stava e ci stava molto a cuore quella riguardante le opere che lo scultore toscano Giuseppe Piombanti Ammannati aveva realizzato per la nostra città durante il periodo di fondazione e di bonifica: “La frutta di Pomezia” (sulla cui fascia di giro della coppa compare la scritta: “Or che l’italica gente vinto ha l’inerzia/frutti dorati offre Pomezia”, “Le api di Pomezia”, il “Putto (o Mimmo) di Pomezia” e, in particolare, “Pomezia”, statua policroma, che “reca sul capo – come scrivevamo su queste stesse pagine del Il Pontino nuovo dell’uno/quindici novembre 2023 – un mannello di grano; ha un putto attaccato a una mammella e un altro che l’aiuta a reggere un grembiale carico di frutta”.
Era specialmente per questa ricerca che ci frequentavamo, dal momento che noi avevamo conosciuto di persona l’artista, avevamo lottato perché queste sue opere fossero acquisite e conservate dal nostro Comune come egli desiderava e abbiamo resa pubblica la corrispondenza, tra noi intercorsa in proposito, nel fascicolo Il Croco n. 133 del settembre 2018, il quaderno letterario di Pomezia-Notizie.
Ermes Chimenti è stato un ricercatore tenace e, tra gli altri, ha tentato di contattare inutilmente l’avvocatessa Antonella Forchino, figlia del defunto grande avvocato torinese Antonio Forchino, “laureatosi – come scrive Antonio Rossomando – l’11/7/1957, con il massimo dei voti, avvocato il 7/11/1959, frequentò il prestigioso studio dell’Avv. Giorgio Del Grosso.
Giurista fine e attento”, nella cui collezione era passata qualche opera del Piombanti Ammannati. Antonio Forchino, amante dell’arte e collezionista, era conosciutissimo; a una domanda fattagli sul collezionismo torinese il 24 giugno 2023 a Venaria Reale, durante una mostra su Ezio Gribaudo, il grande critico d’arte Vittorio Sgarbi rispondeva: Ezio Gribaudo “Insieme ad Antonio Forchino hanno animato un collezionismo artistico unico nella seconda metà del Novecento. Credo che questa città gli dovrebbe dare altro”.
Dare molto, dare altro. Pomezia dovrebbe incominciare a dare qualcosa a coloro che hanno faticato per renderla bella e interessante, come Piombanti Ammannati, per esempio, come il poeta autodidatta Domenico Cappelli (anche lui, come Chimenti, di Rocca San Casciano), come il pittore Mauro D’Ottavi eccetera e come, ora, il nostro indimenticabile amico Ermes.
Se è giusto intitolare strade, piazze e scuole a gente importante, ma che, con Pomezia, ha poco da spartire, assai più doveroso sarebbe privilegiare i suoi meritevoli figli (anche se di adozione, perché Pomezia è giovane, ha meno anni di noi che scriviamo).
Meglio è andato, invece, il contatto di Ermes Chimenti col professore Mauro Pratesi, il quale, il 19 ottobre 2023, gli scriveva: “Gent.mo Ermes, le rispondo alle sue richieste riguardo alle opere del ciclo di Pomezia del Piombanti: la statua, a grandezza, quasi, naturale della figura di Pomezia è (o era) nella collezione dell’avvocato Antonio Forchino di Torino, insieme al ‘Putto di Pomezia’; per il centro tavola delle ‘Api di Pomezia’ deve sentire la Casa d’Aste Sant’Agostino di Torino, per la ‘Fruttiera’ so che era passata dall’antiquario Valentini di Milano, purtroppo deceduto, tenga presente che tutto l’archivio dell’artista, insieme alla documentazione fotografica, è presso l’archivio del ‘900 del Mart di Rovereto”.
Anche la Casa d’Aste Sant’Agostino Ermes ha tentato di contattare, senza successo, però, perché ghermito dalla malattia e ora occorrerà iniziare daccapo. Ma ci sarà un altro innamorato, capace e volenteroso come lui?
Ermes Chimenti era anche interessato all’edificazione del Teatro di Pomezia, faceva parte, cioè, insieme a noi e a pochi altri, dell’ideale gruppo di “folli” che fin dall’inizio si son battuti perché venisse realizzato.
I funerali si sono tenuti nella chiesa parrocchiale di San Benedetto Abbate di Pomezia, gremita di parenti e amici, il primo luglio 2024 alle ore quindici. Presenti l’Associazione Coloni Fondatori con la presidente Emilia Bisesti, la quale l’ha ricordato brevemente dal sagrato, accennando alle ricerche cui l’uomo si dedicava e alle sue pubblicazioni; l’Associazione Bersaglieri, il cui rappresentante l’ha pure ricordato e letta - sottolineata dal suono della tromba - la Preghiera del bersagliere;
l’Associazione carabinieri, tutte e tre con i propri stendardi. Abbiamo intravisto anche la sindaca Veronica Felici.
Alla moglie signora Amelia, alla figlia Fabiana, al cognato, al fratello Ivo, ai nipoti, ai parenti tutti uniti nel dolore, le nostre condoglianze.
Domenico Defelice
Artisti pometini alla mostra di Albano Laziale
Sguardi sulle donne
È terminata con grande successo la mostra collettiva Sguardi sulle donne, in esposizione dal 14 al 22 giugno 2024, organizzata dall’artista Fiorella Storaci nel museo Civico “Mario Antonacci” di Albano Laziale.
All’inaugurazione del 14 giugno erano presenti il sindaco di Albano Laziale, Massimiliano Borelli, l’assessore alle Pari Opportunità, Enrica Cammarano e moltissimi altri artisti e amici.
Numerosi i visitatori che hanno potuto ammirare le opere poste tra i meravigliosi reperti del museo, le cui ventitré sale ospitano oggetti che vanno dal periodo del Paleolitico fino all’Ottocento.
Chi è riuscito a visitare la mostra, si è trovato davanti non soltanto una kermesse che ha posto l’accento sul femminile, contemplando tutto ciò che coinvolge il mondo delle donne, ma soprattutto un momento di riflessione sulla sua figura, centrale in questa nostra società oggi sempre più complessa. Lo sguardo è l’atto di guardare senza pregiudizi con estrema chiarezza, riflettendo sull’oggetto di studio, dunque, un estraniarsi dai luoghi comuni per accedere alla realtà oggettiva.
Quattordici gli artisti che hanno voluto far parte di questo progetto e non è mai scontato partecipare; la loro presenza è stata importante poiché anche la mano di un solo artista può fare la differenza. È stato un momento di riflessione critica, ma anche di serenità e convivialità, usufruendo della bellezza dei dipinti, che ogni artista ha creato, lasciando l’indifferenza altrove.
Gli artisti provenivano da Albano, altri dall’associazione Assopleiadiarte di Pomezia: Marta Francario, Luigia Gabrieli, Gabriela Gergely, Catherine Kieffer, Romeo Mesisca, Maria Nicoleta Miron, Sabrina Mondati, Fiorella Storaci, Ernesta Petrucci, Simona Pietrucci, Sonia Scognamiglio, Maria Cristina Serra, Paolo Sommaripa e Rossana Urbani.
La figura della donna è stata declinata con diversi stili e tecniche. Le opere hanno raccontato storie al femminile attraverso la raffigurazione di volti felici, a volte tristi, a volte abusati. Sono stati usati toni chiari e brillanti, ma anche scuri e cupi a seconda del messaggio; donne fasciate da abiti tradizionali che hanno trasportato l’immaginazione dell’osservatore in altre nazioni, ma anche corpi che parlavano di discriminazione, di sofferenza, di dolore e di sguardi che trasudavano saggezza. Chi si è fermato a osservare gli occhi delle donne rappresentate, ha avuto l’impressione che parlassero.
I quattordici artisti hanno convogliato le loro forze creatrici verso un’unica direzione, a sostegno di una maggiore consapevolezza contro le discriminazioni e verso la libertà di ogni individuo, che può e deve, essere diverso.
Manuela Mazzola